C’è una domanda alla quale ho sempre faticato a rispondere ed è questo incessante interrogarmi per scoprirne la risposta che mi ha spinta a vivere le esperienze più entusiasmanti della mia vita: ho viaggiato, incontrato persone di diversi paesi e culture, ho fatto ricerche che mi hanno spinta a chiedermi qual era il peso delle nostre origini, delle nostre radici, sulle scelte che facciamo, la vita che conduciamo. Questa domanda è semplice in apparenza ma per molto tempo mi ha messa profondamente in crisi, era: “Da dove vieni?”
Le tue radici ti nutrono o ti frenano?
La mia famiglia, in seguito alla seconda guerra mondiale, si è trapiantata in una terra diversa: mentre il mio albero aveva assaporato l’odore della salsedine per generazioni, io nascevo in una terra nera come il carbone. Quindi la domanda era: vengo da una terra che non ho mai visto oppure da quella che non ha conosciuto i passi dei miei avi? Se devo darti una risposta seguendo il mio sentire, ti dirò che vengo da entrambe perché entrambe quelle terre mi nutrono a modo loro; ecco perché sono cresciuta con una mentalità “ibrida” che mi permette di mettere radici dove voglio e sentirmi lo stesso a casa: ho creato una nuova radice, soltanto mia.
Le radici servono a trarre dal terreno il nutrimento necessario per l’albero: ciò di cui si nutre diventerà parte del suo essere, imprimerà in lui delle caratteristiche fondamentali. È la stessa cosa per noi: il nostro luogo di origine deciderà dei valori che diventeranno i nostri pilastri, cresceremo con una mentalità, una visione del mondo particolare, ma a volte capita che quelle idee tramandate dal passato ci impediscono di seguire un genuino impulso a “fruttificare”, a creare qualcosa di nuovo, di totalmente nostro.
In questo caso, il passato non ci nutre più, ci frena, ci impedisce di crescere e ci obbliga a percorrere una strada che non corrisponde al nostro impulso vitale; ecco perché non possiamo limitarci alle nostre radici se vogliamo evolvere: dobbiamo riuscire ad andare oltre. Ma senza radici non si va da nessuna parte, quindi se nel nostro passato famigliare c’è dolore, sofferenza, dei segreti o tabù che pesano a tal punto da bloccare la nostra linfa vitale, è meglio guarirlo.
Certo, richiederà di essere disposti a scavare, a sporcarsi le mani, a togliere il marciume, a curare con pazienza e amore le nostre radici; ma per stare bene con se stessi, è il prezzo da pagare.
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Creerò delle radici nuove e le metterò nel cielo
Il passato condiziona i principi e i valori coi quali crescerai; per questo motivo è importante conoscere le tue radici perché rimarranno sempre una parte fondamentale di te, della tua identità. Le tradizioni, le convinzioni, ma anche il contesto storico e culturale nel quale si è sviluppata la tua storia famigliare ha lo scopo di darti una base solida sulla quale edificarti, ma non sei chiamato ad essere una mera copia del passato, a limitarti a vivere come lo hanno fatto gli altri prima di te.
Come essere umano unico ed irripetibile, hai il diritto (e dovere) di essere te stesso ed esserne felice e quindi di poter accettare il nutrimento che ti viene dato; ma nello stesso tempo, è naturale dare voce alle tue aspirazioni, cercando di svilupparti oltre quello che la tua famiglia conosce già: i tuoi sogni sono le radici che metti nel cielo e sono loro che ti daranno la direzione della tua vita. Nel rispondere alla loro chiamata verso l’infinito, darai vita al tuo essere unico e porterai nel mondo una nuova manifestazione. Le tue creazioni, tutto ciò che ti farà vibrare il cuore, sarà l’espressione del tuo essere e grazie a te il tuo albero famigliare crescerà, evolverà assieme a te.
Le tue radici sono nella terra dove decidi di sbocciare
Dove sono le nostre radici? Affondano nel paese dove nasciamo o nella terra natia dei nostri avi? Le nostre radici sono legate ai nomi che si trovano in un cimitero, o dove decidiamo di vivere? La domanda delle origini in realtà è molto complessa perché mette il dito sulla questione dell’identità, un’identità travagliata che cerca la sua strada tra passato e futuro, tra due dimensioni che, in fine dei conti, o non esistono più o non ancora; ci parla di un tempo legato al territorio, legato al pensiero, alla cultura che ci ha nutrito come il latte materno.
Ma noi non siamo solo le nostre radici, espressioni del passato legate a chi ha già percorso la sua strada, siamo più di questo: siamo i nostri sogni per il futuro, siamo i nostri ideali, le nostre passioni, le nostre prove,… Siamo tutto ciò che sviluppiamo in ogni attimo del presente e che appartiene solo a noi, che ci rende diversi. Siamo anche nelle orme nuove che creiamo giorno dopo giorno e dalle quali cresceranno radici nuove.
La nostra identità non si limita solo a ciò che è stato, è prima di tutto ciò che siamo ora e ciò che aspiriamo ad essere. Se le nostre radici costituiscono la piattaforma, forte e stabile, dalla quale spiccare il volo, è la direzione che prendiamo ad ogni nostro passo che dà forma a ciò siamo.
Sandra “Eshewa” Saporito
Autrice e operatrice in discipline Bio-Naturali
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