Imparare a prendersi cura di se’ è fondamentale non solo dal punto di vista della sopravvivenza pura, ma soprattutto per la nostra auto-stima. La stima di se’ porta a considerarci PERSONE prima di interpretare qualunque altro ruolo e ci permette di pensare e agire per il nostro benessere non solo fisico, ma anche psichico.
Fin da piccoli ci insegnano l’importanza della condivisione, della generosità, dell’altruismo, alle volte anche minando il nostro IO con frasi come: “se non glielo dai allora sei un bambino cattivo” oppure “se non glielo presti allora non ti voglio più bene” e potrei continuare così per molto tempo. Perché di minacce e frasi ad effetto noi adulti ne siamo pieni.
Nessuno ci insegna che quello che noi desideriamo, quello che ci piace fare, quello in cui siamo “bravi”, è da proteggere. Nessuno ci dice che non bisogna vivere compiacendo gli altri. Perché questo tipo di vita è votato alla sofferenza. Nostra e di chi ci sta vicino.
Quando si diventa genitori, il nostro mondo subisce un grande scossone. Tutti i nostri sogni e le nostre aspettative vengono gettati su di lui come un uragano di pensieri. Fin da subito abbiamo in mente per lui il piano perfetto affinché viva una vita piena e soddisfacente. Questo avviene per amore. Un amore infinito e talmente forte, che difficilmente si riesce a comandare.
Abbiamo l’idea che l’amore sia protezione, ma tendiamo a voler proteggere anche da un disegno diverso da quello che noi abbiamo pensato per lui, a pensare di sapere quale sia il meglio per nostro figlio, senza accorgerci che la risposta ce l’ha solo lui. Ci sembra che nulla abbia più un senso se non quell’esserino che ci è stato donato. Ma se i bambini imparano attraverso l’esempio e l’esperienza, cosa impareranno se ci vedranno rinunciare alle nostre passioni, ai nostri hobby, a ciò che amiamo fare, in nome loro? Si convinceranno che senza di loro non potremo sopravvivere e li cattureremo in una trappola mortale.
Dobbiamo allora ricordare il nostro piano per noi stessi. Ognuno di noi deve seguire il suo disegno, la sua via, senza farsi influenzare dagli altri e colui che ci riuscirà sarà quell’esempio sano da seguire. Ricordarci di essere solo ciò che ci fa stare bene è un compito fondamentale per vivere appieno la nostra esistenza, conservando il diritto di vivere per noi e non per gli altri. Solo così potremo essere felici.
Quando un bambino nasce, il suo mondo sono la mamma e il papà. Ha gli occhi puntati su di noi e assorbe ogni nostro pensiero e azione. Anche ciò che è per noi inconsapevole. Loro vedono in noi la strada da seguire. Crescendo, se la nostra vita si è fermata per loro, si farà forte l’idea che non possono deluderci perché ci ucciderebbero. Non possono essere ciò che vogliono essere, ma solo ciò che noi vorremmo da loro. O ciò che loro pensano che noi vorremmo. Le due cose spesso non coincidono, ma non ce ne renderemo conto per molto moltissimo tempo e bisogna sempre passare da una dose alta di sofferenza. Adulti che non sono in grado di dire di no ,anche quando quel no è necessario per la loro serenità, che non sono in grado di mettere loro stessi davanti agli altri per paura di essere definiti egoisti, menefreghisti; per paura di deludere. Adulti che per imparare a conoscersi e ad amarsi sono costretti a perdersi del tutto.
Spezziamo questa catena. Lasciamo che i figli siano PERSONE. Insegniamo loro a non interpretare un ruolo, ma ad essere semplicemente liberi di essere ciò che sentono. Insegniamo loro che quando si sdraiano nel letto la sera sono da soli con loro stessi e la sensazione che è bello sentire è quella di essere contenti di sè. Anche se nessuno te lo dice. Perché non devi essere “Bravo”, devi essere “Felice”. E puoi esserlo solo seguendo la tua indole. Ciò che il cuore ti dice.
I bambini sono fortemente influenzabili dagli adulti di riferimento. Dapprima essi sono i genitori, che offrono al bambino un metro di giudizio del se’. Poi la cerchia si allarga e gli insegnanti hanno un altro ruolo fondamentale. Spesso i bambini, per compiacerli, attuano atteggiamenti che non sono propri, ma che sperano vengano accettati dal maestro. A poco a poco il bambino perderà se stesso, perché non sarà più in grado di sentire la sua vera essenza. Imparerà a vivere sulla soglia dell’allert continuo e perderà la sua serenità. A tal proposito comprenderemo come sia necessario che i bambini si sentano liberi di essere loro stessi anche nel contesto scolastico e non solo in famiglia.
Le situazioni della vita poi sono molteplici e una di quelle situazioni che rischia di sfuggirci di mano e di far sì che i nostri bambini si sentano vulnerabili, inutili e sviluppino il senso di colpa per la nostra infelicità, è la separazione. Spesso con un evento così traumatico il genitore può vivere un momento di apatia, di tristezza, di grande smarrimento. Il pericolo che si attacchi al bambino e che inizi a considerarlo la sua unica ragione di vita, è reale. Ci si lascia trascinare dalla routine quotidiana, lasciando scorrere le giornate senza gioia. Ci si convince che la propria vita abbia senso solo grazie al proprio bambino e si finisce con il riversare su di lui tutta la nostra esistenza. Questo è pericolosissimo.
I bambini hanno diritto a genitori che amano loro stessi, che si prendono cura di sè, che vivono la loro vita. Hanno diritto di non essere investiti del peso di una responsabilità così grande, come quella di tenere in vita il proprio genitore solo con la loro stessa esistenza. Quest’arma che il genitore inconsapevolmente scaglia sul proprio bambino, porterà il bambino a sentirsi sempre inadeguato, rigido, ansioso e impaurito. Avrà sempre paura che un suo gesto, una sua scelta, possa portare il genitore alla morte. Negli eventi traumatici della nostra vita dobbiamo sempre ricordare che amare non significa incatenare, ma liberare. Liberiamo i nostri bambini dal timore di essere la nostra sola ragione di vita, così facendo saremo l’esempio da seguire e riscopriremo anche noi la bellezza di vivere secondo il nostro disegno.
Educatrice Manuela Griso