Curiosità

Civita di Bagnoregio: La Città Tra Le Nuvole Raggiungibile Solo A Piedi

Di Valeria Bonora - 31 Gennaio 2019

Civita di Bagnoregio, denominato anticamente Bagnorea, è un borgo medievale che sorge nella provincia di Viterbo, nel Lazio, e precisamente sopra uno sperone tufaceo continuamente tormentato da pioggia e vento e raggiungibile solamente a piedi. A causa di queste difficili manifestazioni della natura è chiamata anche “la città che muore”, nome creato dallo scrittore italiano Bonaventura Tecchi che qui ebbe modo di trascorrere la sua infanzia.

Il suo nome deriva da Balneum Regis, probabilmente riferendosi alle acque termali nelle quali Re Desiderio, all’epoca dei longobardi, si immerse per guarire da una grave malattia. Solo nel 1922 un regio decreto muta il nome dal dialettale Bagnorea al più antico Bagnoregio.

“Ed è rimasta un attimo così, lieta e pensosa, contro quello sfondo balenante di scrimi bianchi e di abissi paurosi, come se la bellezza di un viso di donna che scende nel cuore di un uomo sia veramente una delle cose più dure a morire in questa breve, fuggevole vita.”
~ Bonaventura Tecchi ~

La sua storia risale a ben 2500 anni fa, quando vi si insediarono gli etruschi, fu poi conquistata dai romani nel nel 265 a.C. e in seguito dominata da Visigoti, Goti, Bizantini, Longobardi e Franchi di Carlo Magno, il quale la consegnò al Papato. Proprio per la sua posizione su una delle più antiche vie, quella che inizia dal Tevere e finisce nel lago di Bolsena, vide susseguirsi, nel corso della sua storia, numerose dominazioni.

la rocca di civita di bagnoregio

Credit foto
© Pixabay

All’epoca il centro nevralgico era proprio il borgo di Civita ma un terribile terremoto nel 1695 spaccò la terra formando un terribile dirupo e separandolo dalle altre due contrade di Mercato, oggi Mercatello, e Rota, ossia l’attuale Bagnoregio.
Il borgo di Civita di Bagnoregio è composto da un centro arroccato sulla cima del colle, con case mura, un palazzo ducale e la chiesa parrocchiale. Grazie all’isolamento del borgo, circondato da dirupi, era meta per coloro che cercavano pace e tranquillità; fu infatti patria del monaco-filosofo francescano San Bonaventura e del saggista-romanziere Bonaventura Tecchi.
San Bonaventura fu uno dei principali biografi di San Francesco, il suo braccio destro, unica reliquia al mondo del Doctor Seraphicus, è custodito presso la cattedrale di San Nicola a Bagnoregio.
Civita di Bagnoregio sovrasta la Valle dei Calanchi, uno spettacolo meraviglioso forgiato dal vento e della pioggia, dove la natura sembra ribellarsi ad ogni intervento umano.

“Alcuni luoghi sono un enigma. Altri una spiegazione”
~ Fabrizio Caramagna ~

Il fenomeno di erosione alla quale è sottoposto il borgo ha dato vita alle tipiche forme dei calanchi e c’è il rischio che possa scomparire, per questo motivo è detta “la città che muore”. I calanchi si formano per effetto delle acque sulle rocce argillose che non hanno una copertura vegetale. Uno studio ha rilevato un’erosione media di circa 7 centimetri all’anno.
Al borgo si accede, come già detto, solamente a piedi grazie ad un ponte in cemento armato lungo 300 metri costruito nel 1965 dal quale si arriva all’unica delle cinque porte rimaste, quella di Santa Maria o della Cava, essa è sormontata da una coppia di leoni, che artigliano due teste umane, simbolo della cacciata dei Monaldeschi.
Sempre nello stesso periodo in cui fu costruito il ponte in cemento armato, vennero realizzate importanti opere di sostegno alla rupe in modo da frenare l’erosione e far tornare alla vita l’antico borgo medievale.
Civita di Bagnoregio è rimasta praticamente immutata nel tempo, attraversando la porta si entra in uno spazio quasi surreale, un museo medievale, con le abitazioni arroccate, alcuni palazzi rinascimentali dei Colesanti, dei Bocca e degli Alemanni e le casette basse tipiche dell’architettura viterbese con i loro balconcini e scalette esterne dette “profferli”, ornate da bifore e portali in peperino.
Nelle piccole casette spesso si entra in un mondo di arti e mestieri, graziose botteghe artigiane mostrano al pubblico oggetti e capacità di tempi ormai perduti.
La piazza all’interno del borgo è chiamata Piazza San Donato, vi risiede l’ex duomo intitolato al santo che fu costruito nel VIII secolo ma che conserva un aspetto cinquecentesco. Al suo interno il duomo ospita un pregevole crocifisso ligneo quattrocentesco ritenuto miracoloso, infatti la sera del venerdì santo la scultura viene portata in processione per le vie.
Civita di Bagnoregio è un paese senza smog, senza fretta dove è possibile fare un salto indietro nel tempo, dove la calma e la tranquillità aleggiano tra le viuzze, dove è possibile ammirare uno scenario pazzesco dal belvedere, dove storia e natura si intrecciano.
Articolo scritto da Valeria Bonoravaleria2174.wix.com





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