Luna e femminile. Un binomio dalle origini antiche legato al ciclo mestruale, la cui ripetitività si intreccia con le fasi lunari. Considerato spesso una seccatura, in realtà il mestruo offre alla donna l’opportunità di percepire la propria fisiologia e di sentire come questi cambiamenti incidono sui suoi processi psicologici.
La connessione tra femminile e luna si riscontra persino nell’etimologia del termine mestruazione, derivante dal latino mens e dal greco men, menos, i cui significati sono luna, mese e misura. Difatti il ciclo mestruale, corrispondente al ciclo lunare, nell’antichità determinava la misurazione del tempo. Basti pensare ai calendari lunari con i 13 mesi di 28 giorni, corrispondenti ai cicli mestruali femminili.
Il periodo del mestruo era considerato da alcune comunità il più importante perché in questa fase la donna era totalmente in contatto con le energie cosmiche, quindi capace di sogni e visioni profetiche. Non a caso in alcune culture le donne erano solite ritirarsi nelle cosiddette tende rosse per riposarsi, accudirsi a vicenda e isolarsi dalla comunità circostante.
In quei giorni le donne diventavano portali fra il mondo aldiquà e il mondo aldilà, quello degli spiriti, da cui portavano messaggi importanti per tutta la comunità. L’isolamento non dipendeva dal rifiuto della donna mestruata, successivamente tacciata come impura, ma dal bisogno di ritirarsi per qualche giorno dalle faccende quotidiane, dedicando il tempo del mestruo solo a se stesse.
Anche nel mito e in moltissime leggende antiche la luna era simbolo del femminile, sua divinità protettrice, esattamente come il sole simboleggiava il principio maschile. La luna a sua volta veniva associata alla notte e all’oscurità, regno dell’intuito e del mondo interiore, incomprensibile per la mente razionale. La coscienza femminile simboleggiata dalla luna, non staccata dall’inconscio, era anche ritenuta portatrice di rinascita spirituale perché nell’oscurità si cela il mistero della trasformazione.
Il bagno lunare e altri rituali
Essendo il femminile intimamente legato alla luna, nel corso dei secoli si sono sviluppati rituali che li vedono entrambi protagonisti. I rituali lunari di cui si parla oggi sono evidenti rivisitazioni e non è dato a sapersi quanto siano fedeli a quelli antichi, tuttavia è interessante conoscerne l’esistenza e perché no, testarli.
Tra i più popolari ci sono i bagni di Luna, che secondo alcune versioni corrispondono a bagni veri e propri, secondo altre sono bagni di raggi lunari da eseguire esponendo la pelle ai raggi nelle notti di plenilunio. Per quanto riguarda i bagni in acqua, alcune tradizioni affermano che le donne dovrebbero immergersi ogni 29 giorni, nel momento in cui la luna scompare durante il novilunio. In questa fase la luna si interpone tra la Terra e il sole, volgendo l’emisfero oscuro verso di noi, risultando invisibile. Il 29esimo giorno del ciclo lunare è proprio il momento in cui, terminato il mestruo, la donna deve ripulire il proprio corpo e i residui negativi accumulati, per prepararsi al nuovo ciclo. Di seguito una rivisitazione moderna del rituale che si dice abbia origini antiche, sebbene non ci siano fonti certe ad attestarlo.
Entro 14 ore dalla luna nuova la donna può fare il bagno purificatore seguendo alcuni accorgimenti: il bagno dev’essere ordinato e pulito, l’acqua calda, l’illuminazione naturale con candele di cera d’api nei colori preferiti, va scelta una musica rilassante e un profumo piacevole. Bisogna entrare in acqua con il piede sinistro lentamente, quindi infilare il piede destro. Una volta appoggiati entrambi i piedi, ci si concentra su di essi facendo una profonda inspirazione. Il respiro va trattenuto per qualche secondo, quindi si espira chiedendo alla parte del corpo in acqua di espellere le negatività assorbite. Si procede allo stesso modo man mano che si immergono le restanti parti del corpo.
La seconda parte del rituale procede in questo modo: ci si mette in ginocchio, si allungano le gambe mantenendo i genitali sott’acqua, ci si stende fino all’ombelico e man mano si entra in acqua ad occhi aperti fino ad immersione totale. Il momento dell’immersione corrisponde alla morte dell’ovulo e alla sua rinascita. Si rimane sott’acqua finché non manca il respiro, quindi si continua il bagno per il tempo desiderato massaggiando il corpo e prestando particolare attenzione alle parti tese. Con una spazzola si strofina il corpo per asportare le cellule morte, eliminando l’acqua sporca tramite il rubinetto e rilasciandone di nuova. Insomma, una sorta di purificazione in versione contemporanea!
Un’altra tradizione è quella dell’acqua di luna che prevede di lasciare una brocca o una ciotola di acqua sotto i raggi lunari nella notte del plenilunio, ritirandola prima che sorga il sole. A quale scopo? Per fare in modo che gli influssi benefici dei raggi lunari si imprimano nell’acqua, per poi utilizzarla nel corso del mese a vari scopi.
La candela della luna prevede invece l’impiego di una candela bianca o argentata su cui incidere una parola o un simbolo relativo a un proprio desiderio. La candela va bruciata nelle 3 notti del plenilunio rinnovando ogni notte l’intento durante l’accensione.
Laura De Rosa