Il cammino è un’opportunità per liberare la mente dallo stress e scaricare l’energia negativa accumulata durante i mesi lavorativi, è un’occasione per sperimentare la vita di gruppo, accettare gli imprevisti, ascoltare il silenzio, rallentare, imparare ad adattarsi e soprattutto distinguere tra superfluo e necessario.
Camminando si apprende la vita,
camminando si conoscono le persone,
camminando si sanano le ferite del giorno prima.
Cammina, guardando una stella, ascoltando una voce,
seguendo le orme di altri passi.
~ Ruben Blades ~
Spesso si intraprendono dei cammini spirituali per ritrovare la fede o perché ci si rende conto della propria infelicità e si tenta in questo modo di ritrovare la serenità interiore; il Cammino dei Briganti non è il classico cammino spirituale come può esserlo il Cammino di Santiago di Compostela, ma allo stesso modo può riportare la pace e la tranquillità negli animi più inquieti grazie ai suoi 100Km di percorsi suggestivi tra i boschi e i borghi che vennero percorsi dai briganti della Banda di Cartore tra la Val de Varri, la Valle del Salto e le pendici del Monte Velino in Abruzzo durante l’Unità d’Italia.
Le quote di questo cammino che parte da Sante Marie, in provincia dell’Aquila, si aggirano tra gli 800 e i 1300 msl, e si snodano tra i boschi della Marsica e del Cicolano al confine tra l’Abruzzo e il Lazio, il territorio che una volta si snodava tra le proprietà dello Stato Pontifico e del Regno Borbonico.
Perché i Briganti stavano sul confine?
La storia dei briganti risale a 150 anni or sono, scelsero di vivere sui confini di questi territori per poter passare i confini facilmente e combattere contro l’invasione sabauda; erano spiriti liberi che non volevano un padrone e vivevano da clandestini saccheggiando, ricattando e instaurando un clima di violenza. Nel periodo invernale passavano la vita nello Stato Pontificio dove lavoravano come pastori o coltivando campi, ma appena la primavera riempiva di fogliame i boschi tornavano in piccole bande nel Cicolano per dilettarsi in ogni tipo di violenza soprattutto contro i fautori del nuovo regime sabaudo arrivato dal nord e che aveva decuplicato le tasse e imposto l’obbligo della leva a persone che soffrivano la fame e non potevano abbandonare le proprie terre per andare in guerra.
Il Cammino dei Briganti dura circa 7 giorni se percorso interamente, ogni tappa è ben segnalata sulla mappa, indispensabile per non perdersi, può essere fatto da soli o in compagnia, con il proprio cane, in bicicletta ed è possibile anche pernottare in tenda.
E’ meraviglioso inoltrarsi nei piccoli villaggi dove l’accoglienza delle poche persone che ci vivono ancora offrono ospitalità e la possibilità di assaporare le ricchezze di queste terre.
Le tappe del Cammino dei Briganti
La prima tappa parte, come ho già detto, da Sante Marie, in provincia dell’Aquila, ed arriva a Santo Stefano, sono 5,6 km con una difficoltà medio-bassa. Qui si può pernottare in un agriturismo.
La quarta tappa parte da Anello di Cartore e arriva a Rosciolo dei Marsi, sono 8 km di percorso; da questa tappa è anche possibile allungare il percorso verso il Lago della Duchessa ad un’altitudine di 1.788 m, su un percorso montano piuttosto impegnativo ma che vale la pena fare per le chiese e i magnifici boschi.
Tutti i più grandi pensieri sono concepiti mentre si cammina.
~ Friedrich Nietzsche ~
La quinta tappa parte da Rosciolo ed arriva a Casale le Crete, frazione di Tagliacozzo, su un percorso di circa 14,5 km durante il quale si può ammirare il Monte San Nicola al confine tra le due regioni Abruzzo e Lazio.
La sesta tappa di 14,7 KM parte da Casale le Crete e arriva a Santo Stefano, su sentieri facili da percorrere, castelli e antiche costruzioni da visitare.
La settima ed ultima tappa di 5,6 Km conclude il giro da Santo Stefano a Sante Marie.
Chi volesse intraprendere questo Cammino dei Briganti deve però tenere in considerazione alcune cose che si possono anche leggere sul sito ufficiale -> camminobriganti.wordpress.com
La natura che si attraversa durante queste escursioni non è quella di un parco o di un giardino, si cammina nei boschi, non ci sono cartelli ad indicare la via ed è necessario dotarsi di una bussola e della mappa, e soprattutto bisogna essere in grado di saper leggere entrambi, sul sito consigliano di non avere mai fretta, di prendersi il tempo necessario per capire esattamente dove andare. E’ bene dotarsi anche di forbici per tagliare rovi o ortiche, in modo che chi passa dopo di voi può trovare il percorso più agibile, è un cammino che “chiede reciprocità”, non finanziato da enti pubblici. Non credo ci sia bisogno di dirlo ma è importante non lasciare rifiuti in giro e magari raccogliere quelli che si trovano; si può aiutare i vari precorritori del cammino segnando con sassi la via, perché come dicono loro questo è “un cammino che si fa tutti insieme“!
Maggiori informazioni, consigli e viaggiatori li potete trovare anche sulla pagina Facebook de “Il Cammino dei Briganti“; se volete prepararvi per questo ed altri cammini potete anche leggere il libro L’arte del Camminare di Luca Gianotti nel quale si può trovare un aiuto sul camminare con consapevolezza e farne una vera e propria esperienza terapeutica, imparando anche ad essere viaggiatori consapevoli, solidali e responsabili che sanno intraprendere un viaggio con lentezza per sperimentare una vita migliore.
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Articolo scritto da Valeria Bonora – valeria2174.wix.com