Le persone terapeutiche sono portatrici di buone vibrazioni
La persona terapeutica è quel genere di persona che, anche senza dire nulla, riesce a farti sentire bene e al tuo agio. A volte avrai anche l’impressione che basta starle vicino per ricaricare le tue batterie. Al suo fianco, la vita ha un altro sapore: si ha più coraggio e volontà, si torna a sorridere alla vita; è come se la sua presenza ti nutrisse il cuore.
Ma qual è il segreto delle persone terapeutiche? Cosa hanno di particolare?
Alcune persone lo sono dalla nascita: per loro è un dono naturale; ma siamo tutti chiamati a diventare persone terapeutiche: nessuno escluso. Diventarlo non sarà di beneficio solo al tuo entourage ma anche a te stesso/a perché per diventare anche tu un balsamo per l’anima, svilupperai delle doti preziose e che ti porteranno a capire l’essenza e la nobiltà dell’essere profondamente umano.
“Come gli iceberg nascosti per metà sott’acqua e le montagne per metà nelle terra, ci sono alcune persone nascoste per metà nell’aria. Sono le anime più pure e delicate che il mondo possiede.”
— Fabrizio Caramagna
Persona terapeutica si nasce o si diventa?
“Ascoltare, essere attenti, consolare, perdonare, accompagnare, abbracciare, aiutare sono verbi che a volte dimentichiamo. Bisognerebbe scriverli su una parete accanto alla porta di casa, e leggerli ogni volta che usciamo nel mondo.”
— Fabrizio Caramagna
Alcune persone sono terapeutiche di natura: dipende dal carattere, dall’ambiente nel quale sono cresciuti, da come si rapportano al mondo.
Altre invece lo sono diventate crescendo, spesso senza saperlo, semplicemente sviluppando alcune doti grazie alle prove che la vita ha posto loro: sono resilienti, sanno ascoltare senza giudicare, creano un atmosfera sana intorno a loro, condividono emozioni positive, sono empatiche e compassionevoli perché sanno cosa significa soffrire, sono persone presenti e consapevoli.
L’influenza delle persone terapeutiche
Si riconoscono le persone terapeutiche al numero di persone che le gravitano attorno: sono come delle calamiti, attraggono naturalmente gli altri; ma quali sono gli effetti del loro atteggiamento nei confronti degli altri?
Potremmo pensare che la loro influenza si limiti al benessere emotivo ma invece, alcuni studi scientifici condotti da Università americane, tra cui la Brigham Young University e l’università della California, hanno dimostrato che le persone con una larga cerchia di amici fungevano da protezione contro il malessere psico-fisico, avevano un sistema immunitario più efficiente e correvano meno rischi, nel caso delle donne, di morire in seguito ad un tumore al seno.
Le persone terapeutiche non lo sono solo per gli altri ma lo sono di riflesso anche per loro stesse.
7 tappe per diventare una persona terapeutica
1. Altruismo
Per diventare una persona terapeutica, bisogna avere un sincero interessamento nel benessere dell’altro, senza secondi fini. Bisogna anche essere disposti a uscire dalla propria sfera personale ed avventurarsi fuori dalla propria zona di comfort per incontrare l’altro.
2. Gentilezza
La gentilezza e la delicatezza richiedono una grande sensibilità per capire come non invadere la sfera personale dell’altro. Sono doti che si sviluppano con il tempo e l’esperienza grazie ad un attenta osservazione del linguaggio corporeo dell’altro.
Per esempio se avvicinandoci all’altro quest’ultimo fa un passo indietro allora stiamo invadendo il suo spazio personale; se incrocia le braccia e le gambe, si sta chiudendo per proteggersi, in quel caso è probabile che l’altro si senta aggredito.
Trovare il giusto equilibri tra troppo e troppo poco può essere arduo all’inizio ma, con la pratica e se siamo mossi da una genuina volontà di aiutare l’altro, impareremo a capire i confini da rispettare.
3. Coerenza e consapevolezza
La persona terapeutica mostra, non predica: le sue azioni testimoniano della sua coerenza con il suo sistema di valori ed è proprio questa coerenza tra ciò che è e ciò che fa che crea intorno a lei un atmosfera serena.
“I giovani non hanno bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo.”
— Sandro Pertini
4. Ascolto empatico
La persona terapeutica è in grado di ascoltare senza giudicare, di accogliere l’altro in modo compassionevole. Ascoltare significa permettere all’altro di essere, di esprimersi liberamente; significa dargli spazio e essere allo stesso tempo presente con e per l’altro, significa fargli sentire il nostro sostegno.
5. Resilienza
Per diventare una persona terapeutica per gli altri, bisogna riuscire a guarire le proprie ferite e capire come trasformare gli eventi difficili della vita in opportunità. Non si può aiutare qualcuno a rialzarsi se siamo noi stessi ancora sdraiati a terra, sembra ovvio ma spesso nell’impetto di voler aiutare gli altri ci dimentichiamo che prima di insegnare, bisognerebbe aver fatto nostra la lezione. E per questo occorrono tempo e tanta esperienza.
6. Ottimismo
“La vita è come un’equazione di matematica: per ottenere il massimo, devi saper convertire il negativo in positivo.”
— Antonia Gravina
La persona terapeutica è positiva e realistica: non nega che la vita a volte possa essere dura ma ne prende atto e si mette all’opera per cambiare la situazione e imparare nuove abilità per riuscirci. Questa capacità di convertire il negativo in positivo è ciò che la rende così speciale.
→ Leggi anche Le caratteristiche delle persone positive (TEST)
7. Trasmissione di energia positiva
Ci sono molti modi diversi per contagiare positivamente le persone che ci stano attorno: a volte può bastare un sorriso, un gesto gentile, una parola, un abbraccio o un piccolo atto di genuina follia come cantare o danzare all’improvviso: ognuno può trovare il proprio metodo.
“L’imperfezione è bellezza, la pazzia è genialità, ed è meglio essere assolutamente ridicoli che assolutamente noiosi.”
— Marilyn Monroe
Per quanto mi riguarda, ripiego spesso sulle bolle di sapone perché provocano un effetto di sorpresa ‒nell’adulto almeno‒; oltre a questo, in questi anni ho potuto vedere che hanno il genuino potere di risvegliare il bambino interiore che c’è in noi e di aiutarci a riassaporare i piaceri semplici come guardare i colori delle bolle che volano nel cielo oppure quello di fare la bolla più grande. Per un attimo si torna a giocare. E si sa: giocare fa bene al cuore e all’anima 🙂
Sandra “Eshewa” Saporito
Autrice e shamanic storyteller
www.risorsedellanima.it