Visitare una mostra d’arte fa bene agli occhi, alla mente e al cuore perché a dispetto delle apparenze è un’esperienza multisensoriale. Un’opera d’arte è infatti in grado di suscitare emozioni intense, si può persino percepirne la voce, a volte delicata, altre acuta o profonda. Oppure odorarne il profumo. Ci avete mai fatto caso all’odore delle mostre? Se la risposta è no, il 2018 vi offre l’opportunità di provarci, l’anno in corso pullula infatti di esposizioni mozzafiato, inaugurazioni e vernissage, dal nord al sud d’Italia. Ecco allora le 7 mostre d’arte del 2018 da non lasciarsi sfuggire.
1 febbraio – 3 giugno 2018: Frida Kahlo a Milano
La mitica Frida Kahlo è già sbarcata a Milano nella mostra iniziata a febbraio al MUDEC– Museo delle Culture di Milano, che per l’occasione raccoglie le opere del Museo Dolores Olmedo di Città del Messico e della Jacques and Natasha Gelman Collection, le due collezioni più importanti al mondo. E’ stata discretta come una mostra diversa dalle altre perché si spinge oltre il mito di questa straordinaria artista, divenuta ormai un’icona. Occasione unica per chi non ha mai ammirato dal vivo le opere di Frida ma anche per chi, ha voglia di vederla da un punto di vista inusuale. Previste anche visite guidate con i bambini.
3 febbraio – 3 giugno: Steve McCurry a Pavia
Il celebre fotoreporter statunitense sbarca alle Scuderie del Castello Visconteo di Pavia: un centinaio gli scatti selezionati per raccontare i suoi 40 anni di carriera in giro per il mondo. Pezzo immancabile il famosissimo ritratto di Sharbat Gula, del Pakistan. Se non l’avete mai visto dal vivo, è l’occasione giusta per farlo. Le foto di McCurry lasciano a fiato sospeso! Interessante che la mostra sia stata concepita a prova di famiglie. Il percorso include infatti zone per l’allattamento, kit didattici in omaggio e percorsi appositamente concepiti per i bambini. La curatrice della mostra Biba Giacchetti ha sottolineato: “Con le sue foto Steve McCurry ci pone a contatto con le etnie più lontane e con le condizioni sociali più disparate mettendo in evidenza una condizione umana fatta di sentimenti universali e di sguardi la cui fierezza afferma la medesima dignità. Con le sue foto ci consente di attraversare le frontiere e di conoscere da vicino un mondo che è destinato a grandi cambiamenti. La mostra inizia, infatti, con una straordinaria serie di ritratti e si sviluppa tra immagini di guerra e di poesia, di sofferenza e di gioia, di stupore e d’ironia”.
3 febbraio – 3 giugno: Toulouse-Lautrec a Catania
All’età di 4 anni disegnava già in modo superbo e il suo talento non passò certo inosservato. Ma la sua vita idilliaca era destinata a prendere un’altra piega. A soli 10 anni Henri de Toulouse-Lautrec iniziò ad accusare seri problemi di salute a causa di una deformazione ossea congenita chiamata picnodisostosi, che gli procurava fortissimi dolori. Costretto presto all’immobilità, per passare il tempo iniziò a dedicarsi con passione e dedizione alla pittura. Crescendo, Henri si diede a una vita dissoluta, stile di vita che peggiorò notevolmente il suo stato di salute. Non aveva nemmeno 30 anni quando si ammalò di sifilide, contratta nei bordelli di Parigi, e di alcolismo. I soggetti che lo hanno reso famoso, e che si possono ammirare nella mostra di Catania a lui dedicata, sono proprio giovani immersi nella vita bohème, artisti, donne del Moulin Rouge, postriboli, prostitute.
8 aprile – 16 dicembre: Dancing with myself a Venezia
Dancing with myself è una mostra collettiva molto interessante, curata da Martin Bethenod e Florian Ebner. Dall’8 aprile sarà possibile vederla negli spazi di Punta della Dogana, Venezia. La mostra è incentrata sull’importanza della rappresentazione di sè nell’arte contemporanea, a partire dagli anni 70′. Attraverso diversi strumenti, dalla fotografia alla scultura, dalla pittura all’installazione, gli artisti nel corso del tempo si sono esibiti in chiavi diverse, a volte malinconiche, altre ironiche o scanzonate. E sono proprio loro i protagonisti di questo affascinante percorso che si snoda fra un centinaio di opere firmate da Gilbert & George, Cindy Sherman, Alighiero Boetti, Maurizio Cattelan e altri geni di oggi e di ieri.
12 gennaio – 30 giugno: l’arte precolombiana a Venezia
Dal 12 al 30 giugno Palazzo Loredan a Venezia ospita una mostra dedicata all’arte precolombiana, intitolata “Il mondo che non c’era. L’arte precolombiana nella Collezione Ligabue”, a cura di André Delpuech e Jacques Blazy. L’esposizione includerà opere provenienti soprattutto dal Messico, Guatemala, Belize, Honduras, Salvador, Panama, Ande passando dalla cultura Chavin a Tiahuanaco e Moche, fino agli Inca. La mostra è nata come omaggio a Giancarlo Ligabue, esploratore appassionato di antropologia e archeologia. Le opere esposte saranno più di un centinaio e grazie ad esse sarà possibile ripercorrere la storia delle civiltà prese in esame.
20 gennaio – 10 giugno: Picasso, De Chirico, Morandi a Palazzo Martinengo, Brescia
L’ultima mostra del 2018 che vi consigliamo è quella in corso a Palazzo Martinengo, Brescia, curata da Davide Dotti, e dedicata ai capolavori delle dimore private più prestigiose della provincia. Le opere selezionate sono tutte del XIX e XX secolo, fra cui si annoverano “Natura morta con testa di toro” di Pablo Picasso, capolavori di Morandi, De Chirico, Basiletti, Inganni, Soldini, e ancora Fattori, Boldini, Balla, Boccioni, Savinio e molti altri nomi celebri. La mostra è incentrata sul collezionismo privato delle famiglie più illustri, consentendo al visitatore di immergersi nelle atmosfere dei salotti perbene bresciani, circondati dalle opere di di geni provenienti dal mondo intero.
3 marzo – 1 luglio: Antonio Ligabue a Palazzo Ducale di Genova
Antonio Ligabue è uno degli artisti naif italiani più famosi al mondo. Antonio nacque nel 1899 a Zurigo da madre italiana e padre incerto. La sua vita non fu facile, già da giovane dopo essere stato affidato a una famiglia svizzera, venne ricoverato in un ospedale psichiatrico per poi essere espulso dalla Svizzera, su richiesta dei genitori adottivi. In Italia trovò lavoro vicino al fiume Po’ e proprio in questo periodo della sua vita iniziò a dipingere. Venne nuovamente ricoverato in manicomia finché grazie allo scultore Andrea Mozzali, che ne riconobbe il talento, fu dimesso. Nel frattempo tornò in manicomio ma la sua arte iniziò a far parlare di sè e ad attirare l’attenzione di critici, giornalisti e mercanti. Gli venne dedicata una mostra personale nel 1961 ma nel 1965, appena 4 anni dopo, Ligabue morì. Questa mostra ripercorre la sua carriera dalla fine degli anni 20′ al 1962 grazie a 80 opere, non solo dipinti ma anche disegni, incisioni e sculture.
Laura De Rosa