Il comportamento passivo aggressivo è un modo deliberato e mascherato di esprimere sentimenti di rabbia nascosti (Long, Long & Whitson, 2008).
Un comportamento passivo-aggressivo è dipendente e manipolatore e spesso trascina chi ne è vittima verso un deterioramento psicologico ed emotivo; nel breve termine un comportamento di questo tipo è più semplice da gestire, e richiede meno capacità assertive ma a lungo andare distrugge le relazioni interpersonali, e le relazioni rischiano di diventare confuse e disfunzionali.
Ma come si manifesta un comportamento passivo-aggressivo?
Questo atteggiamento si manifesta con una particolare abilità nell’esprimere rabbia e ostilità indirettamente e ferendo le vittime senza in realtà fare nulla, come ad esempio con complimenti ambigui, con il sarcasmo, con esplosioni di gentilezza fasulla, con volute omissioni e così via.
❝L’ aggressività indiretta ma estremamente efficace si concretizza in vari modi: ostruzionismo, cocciutaggine, procrastinazione, resistenza alle richieste di prestazioni adeguate, inefficienza intenzionale, perdita di tempo, tergiversare, tenere il broncio, «dimenticarsi», fraintendere, sparlare di nascosto, cinismo, sarcasmo, lasciare le cose in sospeso, agire in modo sfuggente, presentarsi di proposito di cattivo umore, eccessivo mangiare o dormire, compiacere gli altri (soprattutto l’autorità) per poi lamentarsi di loro, accusare malattie psicosomatiche, negare i propri sentimenti veri se qualcuno li riconosce, tenere il muso, indifferenza, non cooperazione, invidia nascosta per i successi altrui, visione negativa del futuro… ❞ (Tratto da “La personalità passivo-aggressiva” di Joe Mathias e James Panthalanickal)
Facilmente una persona passivo-aggressiva confonde il proprio interlocutore, e non è semplice rendersene conto fino a quando non si prova un senso di malessere in sua presenza, queste persone si possono riconoscere attraverso alcuni accorgimenti, ad esempio alcuni giorni sono gioviali e cortesi altri musoni e scontrosi, spesso fanno complimenti ambigui o condiscono i discorsi con commenti sagaci e sarcasmo gratuito che mascherano facilmente con un “Stavo scherzando!“, spesso sembrano in accordo con le vostre idee e con i vostri progetti ma poi tendono a procrastinare, sabotare o fingere di dimenticarsi dell’impegno preso.
Per aiutarvi a riconoscere questo tipo di personalità vi propongo 10 frasi tipiche che le persone passivo-aggressive pronunciano frequentemente (tratto da “10 Things Passive-Aggressive People Say“)
1. “Non sono pazzo”
2. “Bene. Come vuoi.”
3. “Non pensavo intendessi adesso”
4. “Sto arrivando!”
5. “Vuoi sempre che tutto sia perfetto!”
6. “Pensavo lo sapessi…”
7. “Certamente! Sono felice anch’io!”
8. “Hai risposto molto bene… per il tuo livello di istruzione!”
9. “Stavo solo scherzando..”
10. “Perchè sei sempre così arrabbiato?”
Il primo punto è importante perché fino a qualche anno fa il comportamento passivo-aggressivo veniva identificato come un disturbo della personalità; oggi non viene riconosciuta come patologia ma sicuramente è un atteggiamento aggressivo che a lungo andare diventa invalidante, basti pensare al senso di potete che questo atteggiamento conferisce ma che sostanzialmente è solo rabbia repressa riflessa sugli altri, spesso assume un ruolo vittimistico e il non riuscire ad esprimere la rabbia apertamente, onestamente e direttamente all’interno delle relazioni crea conflitti deleteri.
Chi assume questo comportamento a volte non lo fa per abitudine ma solo per evitare un confronto diretto, e visto che la rabbia non è “socialmente accettabile” (fin da bambini viene inculcato il messaggio che la rabbia è negativa e non va espressa), l’alternativa più valida sembra proprio essere questo atteggiamento passivo-aggressivo.
A volte viene anche utilizzato per vendetta, una sottile e piacevole vendetta, per esempio non facendo o procrastinando azioni che la controparte si aspetta, adottando un comportamento superficialmente non aggressivo che invece causa ostilità.
Le cause del comportamento passivo-aggressivo si possono ricercare anche nella famiglia, ad esempio l’aver ricevuto una educazione severa e contraddittoria può portare un bambino a difficoltà nello sviluppare una sufficiente confidenza di sé e una buona stabilità emotiva; anche quando si ha a che fare con un genitore dal forte controllo e dalle richieste eccessive a confronto con uno invece passivo e solitamente assente, questo crea nel bambino una ricerca di attenzioni maggiori, visto che non può apertamente mostrare la sua frustrazione cerca di esprimere il proprio disappunto in forma indiretta e manipolatoria.
Anche una famiglia iper-protettiva può far si che il bambino sia eccessivamente dipendente da loro, in questo modo farà molta fatica a sviluppare fiducia in se stesso e nelle proprie capacità; se poi inciampiamo nella classica famiglia “perfetta” allora il risultato è quantomeno scontato, in questo tipo di relazioni dove non ci si arrabbia mai, non ci si confronta mai a viso aperto, non è possibile esporre le proprie idee se in conflitto con le idee della famiglia stessa, allora un bambino potrà solo crescere senza imparare in autonomia e senza essere in grado di esprimere la propria rabbia in modo costruttivo.
Per far fronte a questo atteggiamento la prima cosa da fare è riconoscere la propria aggressività passiva rispondendo ad alcune domande tratte da “La personalità passivo-aggressiva” di Joe Mathias e James Panthalanickal:
Dissento con ragione o faccio ostruzionismo?
Sto ponderando o invece sto procrastinando?
Sto parlando per convinzione o per cocciutaggine?
Dimentico il torto ricevuto o aspetto al varco?
Dico la mia o sto spargendo zizzania?
Propongo io o blocco gli altri?
Sto collaborando oppure ingaggiando una sottile manipolazione tesa a compromettere il buon esito della missione?
So sostenere il mio modo di fare anche davanti ai miei occhi e alla mia coscienza?
~ Paulo Coelho