La Mindfulness è una pratica che si presta a diverse interpretazioni e applicazioni, per questo è necessario fare chiarezza.
Mindfulness è un termine inglese, che significa “pienezza mentale” o “presenza mentale”. Tale concetto si è diffuso quando le neuroscienze e la psicologia hanno iniziato ad applicare la meditazione in contesti clinici per gestire e sanare stati psicofisici come ansia, angoscia, stress, molto diffusi nella società contemporanea, sempre più orientata alla velocità e al materialismo.
Il successo della Mindfulness sta proprio in questo: nell’aver messo in luce come la meditazione – applicata nelle strutture sanitarie – sia di beneficio sulla mente e come questo si rifletta positivamente anche sul piano fisico. Questo approccio alla Mindfulness è terapeutico e deve essere praticato in contesti clinici specifici e autorevoli.
C’è poi un tipo di Mindfulness che può essere praticato nella vita quotidiana e che non è concepito come terapia, sebbene produca numerosi benefici a livello psico-corporeo: stiamo parlando della Mindfulness Immaginale sviluppata da Selene Calloni Williams con il contributo del maestro Gotatuwe Sumanaloka Thero, monaco eremita Theravada.
Mindfulness: un cammino per tutti
La pratica della meditazione è un percorso che è slegato da una particolare credenza religiosa: si può essere buddhista, cattolico o laico per praticarla. Le basi della Mindfulness Immaginale (postura, esercizi sul respiro, sviluppo della consapevolezza) riguardano la disciplina in sé e non la fede intima di una persona.
Il percorso esperienziale-teorico incentrato sulla Mindfulness Immaginale permette di conoscersi in profondità, apprendendo pratiche capaci di migliorare la qualità della vita. Sono conoscenze che aiutano a ritrovare se stessi attraverso una riconnessione con l’anima. È un processo che ci fa andare oltre gli schemi del buono/cattivo, bello/brutto, mi piace/non piace. Ciò ci conduce verso la felicità, spogliandoci da giudizi, condizionamenti e attaccamenti.
Un ponte tra Oriente e Occidente
Di fatto la Mindfulness Immaginale integra in maniera armoniosa la meditazione buddhista, le conoscenze dello yoga sciamanico e l’approccio immaginale. In questo contesto, la parola Mindfulness si allinea in modo specifico con il termine Sati, che in pali (il linguaggio usato dal Buddha storico) significa “consapevolezza”, ovvero “attenzione cosciente”.
La Mindfulness Immaginale si ispira ai principi basi della tradizione Theravāda, che è la corrente più antica del buddhismo, poiché si ritiene esprima gli insegnamenti originari del Buddha. Pur ispirandosi a ciò, la Mindfulness Immaginale è ancorata al mondo occidentale per il tramite dell’approccio immaginale (si vedano i lavori del filosofo e psicoterapeuta James Hillman, che è stato maestro di Selene Calloni Williams).
Gli effetti positivi della Mindfulness
L’aggiunta della visione immaginale rende la Mindfulness una pratica straordinariamente efficace per gli occidentali che vogliono avvicinarsi alla meditazione: in sostanza ne semplifica l’applicazione e ne potenzia i benefici. Infatti, in questi ultimi anni, innumerevoli sono state le conferme scientifiche a sostegno della tesi secondo cui la pratica della meditazione buddhista sia in grado di conferire grandi benefici psicologici e fisici, che vanno ben oltre la semplice riduzione dello stress.
La Mindfulness Immaginale è molto apprezzata non solo dagli assoluti neofiti, ma anche da chi può ritenersi esperto di meditazione. Infatti, chi già conosce la meditazione, si ritrova facilmente nella Mindfulness Immaginale poiché essa mette particolare cura nel preservare l’aspetto intimo, spirituale, sacro e profondo della meditazione.
IMMA, il protocollo della Mindfulness Immaginale
IMMA, acronimo di Imaginal Mindfulness Meditation Approach, costituisce una serie di raccolte privilegiate di esercizi di meditazione e risveglio. Queste raccolte costituiscono il fulcro pratico della Mindfulness Immaginale.
Il protocollo IMMA è composto da meditazioni quotidiane, da āsana (posture yoga) e prānāyāma, ossia respirazioni controllate da abbinare quotidianamente alle meditazioni. Si tratta di esercizi yoga appositamente selezionati al fine di sviluppare una maggiore consapevolezza del respiro. Le posture che fanno parte del protocollo consentono di elasticizzare il corpo in modo da poter eseguire e mantenere la posizione ideale per la meditazione (quella a gambe incrociate) nel migliore dei modi.
Vediamo insieme alcune pratiche previste dal protocollo IMMA:
- tra le posture yoga previste citiamo, fra le altre, il saluto al sole; la posizione del fulmine; e la torsione laterale;
- tra le tecniche di respirazione previste dal protocollo segnaliamo, tra le altre, la respirazione di consapevolezza nelle tre fasi; ujjayi pranayama; la respirazione del Sole e della Luna;
- tra le meditazioni inserite nel protocollo IMMA ricordiamo Anapanasati, ovvero la contemplazione del respiro; e la meditazione sulla contemplazione degli organi.
Per conoscere in dettaglio il protocollo Imaginal Mindfulness Meditation Approach si veda il libro Mindfulness Immaginale (Ed. Mediterranee, 2016).
Alcuni benefici della Mindfulness Immaginale
Se praticata con costanza ogni giorno, la Mindfulness Immaginale:
– aumenta i livelli di attenzione e concentrazione;
– aumenta la calma interiore;
– pacifica i pensieri rendendoli più gestibili;
– sviluppa qualità positive come l’empatia e la compassione, questa intesa nel significato latino di cum patior, cioè “soffro con”;
– permette altresì di entrare e capire disagi e disturbi, trasformandoli in nostri alleati.
La Mindfulness Immaginale ci aiuta a conoscere i nostri lati ombrosi: solo così possiamo affrontarli e non essere più vittime di essi.
Consigli di lettura
Personalmente, dopo aver seguito alcuni corsi e seminari in Italia incentrati sulla meditazione Kundalini e Vipassana, ho approfondito le conoscenze nel Nord dell’India. In seguito, ho avuto modo di perfezionare la pratica frequentando l’Accademia italo-svizzera Imaginal Academy/Nonterapia fondata dalla mia maestra Selene Calloni Williams. Ho poi integrato la Mindfulness Immaginale con il lavoro di Presenza Mentale di Thich Nhat Hanh e con pratiche rivolte alla stimolazione della creatività. Per chi desidera approfondire consiglio la lettura del libro “Mindfulness Immaginale” (Ed. Mediterranee, 2016) che ho scritto a quattro mani con la mia maestra Selene Calloni Williams.
Silvia C. Turrin