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Rassegna Etica

La Posizione Seduta del Bambino Non va Anticipata

Di Valeria Bonora - 4 Ottobre 2017

Oggi si è portati a vivere un po’ di fretta e di conseguenza anche a cercare di anticipare sempre un po’ i tempi, e questo viene fatto anche con i bambini, si vuole che siano i primi in tutto e quando questo non accade ci si preoccupa credendo ci siano ritardi o anomalie nello sviluppo motorio e psicologico.
Pensiamo quando non siamo consci di una postura e ci mettono comunque in quella situazione, accade per esempio durante degli esercizi di pilates, l’insegnante ci aiuta a restare in una posizione per noi innaturale e la cosa è alquanto difficoltosa soprattutto i primi tempi; nello stesso modo quando un bambino di pochi mesi viene messo in posizione seduta la sua stabilità non è dettata dalla scoperta della posizione ma da un’imposizione dell’adulto, si troverà quindi in difficoltà.
posizione seduta
La pediatra Emmi Pikler, negli anni ’50, sostenne che i bambini posizionati seduti già nei primi mesi di vita manifestassero nell’età adulta una tensione ed una rigidità muscolare notevole, proprio perché da piccoli gli venne imposta una postura innaturale per la loro età.
Il bambino deve sentirsi sicuro di sé e scoprire le posizioni attraverso l’apprendimento e la sperimentazione, lasciando un bambino in posizione prona su un tappeto, sarà in grado, secondo i suoi tempi, di imparare a gattonare, strisciare, muoversi nello spazio che lo circonda e in seguito anche a sedersi da solo.
Proprio come il camminare, lo stare seduto è un traguardo che il bambino deve conseguire da solo, in questo modo non avrà bisogno di essere costantemente supportato da un adulto, perché quando si posizionerà seduto avrà la capacità di rimanere in questa posizione anche mentre gioca, saprà valutare lo spazio intorno a lui e avrà la capacità di mantenere l’equilibrio per muoversi intorno senza cadere in avanti o indietro. In questo modo il bambino sarà in grado di gestire il suo corpo, i suoi movimenti prendendo sempre più fiducia in se stesso.

Il bambino si siederà quando le sue gambe avranno la muscolatura adatta a sopportare il peso e a mantenere l’equilibrio, anche questo è un motivo per non anticipare queste posture, una volta che la tonicità muscolare degli arti inferiori sarà sufficientemente sviluppata esso sarà in grado di muoversi senza paura e riuscirà a compiere azioni sempre più complete e complesse senza paura di cadere.
posizione seduta
Bisogna imparare a lasciare che il bambino apprenda il suo corpo, che impari a conoscerlo a a fidarsi delle sue capacità, mai imporre prima del tempo debito posture che non è in grado di gestire, e questo vale per ogni fase della sua crescita, dal togliere il pannolino allo riuscire a mangiare da solo.
Ogni fase della vita andrebbe vissuta così, ogni cosa andrebbe fatta quando si hanno le capacità e la sicurezza per farle, solo così si cresceranno dei bambini in grado di affrontare il mondo consapevoli di se stessi e delle proprie capacità, che non temono le cadute e che non hanno un continuo bisogno di essere supportati.
I genitori devono spronare il figlio ma non imporre, devono accettare i tempi e le modalità, ognuno ha i propri e i bambini non fanno eccezione, sapranno loro quando sono pronti per sedersi ed affrontare quella sfida!
Emmi Pikler
Di seguito alcuni punti basilari dell’esperienza pikleriana (Dal libro Datemi tempo di Emmi Pikler):

• E’ opportuno coricare il bambino sulla schiena affinché possa avere la massima libertà possibile di movimento, in maniera tale che la conquista del fianco e poi della posizione prona siano frutto di una spontanea progressione

• L’adulto non mette mai seduto il bambino, finché non ha conquistato da solo la competenza di raggiungere tale posizione, poiché ciò lo distrae dall’esercizio di ciò che naturalmente sarebbe portato a fare per metterlo in una situazione di instabilità o forzata immobilità, a danno del suo piacere personale e della sua libertà di movimento

• Non si aiuta un bambino a portare a termine un movimento avviato (non lo si tiene per le mani, non si fornisce aiuto per tirarsi in piedi) poiché in una fase tutta dedita alla ricerca di equilibrio e alla conoscenza del proprio corpo ciò implica un fattore di disturbo che non aggiunge nulla e toglie molto all’esperienza del bambino. Non si interviene neanche quando effettua i primi tentativi per tirarsi su da solo, muovere i primi passi, aggrappandosi,..

• Non si lega il bambino

• Non si sollecita né incoraggia il bambino ad assumere posizioni di nessun tipo se non ha già imparato a conquistarla: non si tende il dito perché il bambino aggrappandovisi si tiri su a sedere, non lo si attrae con stratagemmi per fargli compiere i primi passi.

• Non si vieta o censura alcun tentativo spontaneo: il bambino è lasciato libero di esercitare i movimenti che vuole anche quando ciò significa esercitare competenze più semplici di altre già acquisite: un bambino che sa camminare deve esser lasciato libero di strisciare o gattonare se lo desidera.

Al genitore spetta il compito di offrire al bambino un ambiente protetto e le condizioni per la motricità libera e per l’iniziativa autonoma.
Articolo scritto da Valeria Bonoravaleria2174.wix.com
 





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