“Al di là di quello stretto di mare chiamato Le Colonne d’Ercole, si trovava allora un’isola più grande della Libia e dell’Asia messe insieme, e da essa si poteva passare ad altre isole, e da queste isole alla terraferma di fronte. In quell’isola chiamata Atlantide v’ era un regno che dominava non solo tutta l’isola, ma anche molte altre isole nonché alcune regioni del continente al di là: il suo potere si spingeva, inoltre, al di qua delle Colonne d’Ercole; includendo la Libia, l’Egitto e altre regioni dell’Europa fino alla Tirrenia.” Crizia, Platone
E’ uno dei miti platonici più conosciuti che conclude uno degli ultimi dialoghi di Platone, il Crizia. Nel mito si parla dello scontro fra due grandi città, Atene e Atlantide. La voce narrante è quella di Crizia, parente di Platone, che narra in un lungo monologo le origini dell’Attica secondo le testimonianze di Solone.
Si narra che un giorno gli dei dell’Olimpo si fossero riuniti per suddividere il territorio greco. Atene venne assegnata ai fratelli Efesto e Atena. I due fratelli, che avevano interessi simili, arricchirono la città che divenne famosa ovunque.
D’altra parte Atlantide venne affidata a Poseidone, signore dei mari. L’isola aveva una pianura molto fertile al cui centro si ergeva un monte, abitato da Eunone e Leucippe, insieme alla figlia Clito. Quest’ultima sposò Poseidone, che creò delle distese circolari di terra e anelli di acqua per isolare Clito dagli altri uomini. Così facendo isolò anche Atlantide.
Successivamente i due sposi allevarono cinque coppie di gemelli, che sarebbero diventati governatori della città. A ciascuno di loro Poseidone attribuì una parte dell’isola, che venne suddivisa in 10 parti. Tutto filava liscio nell’isola di Atlantide, i cittadini collaboravano e agivano in nome della giustizia finché, col passare del tempo, qualcosa cambiò e l’egoismo prevalse su tutto. Fu allora che Zeus decise di distruggere Atlantide, inabissandola nel mare in una sola notte.
Si ritiene che il mito di Atlantide faccia riferimento all’importanza della Repubblica per mantenere prospera una città. Difatti Atene, che era repubblicana, continuò a prosperare, Atlantide che si era lasciata corrompere dalla sete di conquista ed espansione, perì. Ma c’è anche chi sostiene che sia una terra realmente esistita.
Atlantide: realtà o leggenda?
Il mito di Atlantide di Platone si rifarrebbe, stando all’autore, non solo alle tradizioni greche ma a una fonte precisa, il legislatore e poeta Solone (615-535 a.C.). Approdato in Egitto durante uno dei suoi viaggi, venne accolto dai sacerdoti di Sais, chiedendo informazioni sui ricordi antichi. I sacerdoti gli raccontarono che nel 9570 a.C. esisteva una grande isola chiamata Atlantide, che gli ateniesi ricordavano appena. Situata oltre le colonne d’Ercole, ovvero nello stretto di Gibilterra, quest’isola era governata dai discendenti di Poseidone. Il nome derivava dal figlio più vecchio del dio del mare, Atlante, da cui prese il nome anche l’oceano Atlantico.
I sacerdoti dissero a Solone che Atlantide inizialmente era un luogo sereno perché governato da semidei dal cuore puro. Tuttavia col passare del tempo il sangue divino si dissolse e subentrò la corruzione. Atlantide volle espandersi oltre misura, conquistando tutte le terre affacciate sul Mediterraneo. Finché non si scontrò con gli Elleni che riuscirono a sconfiggerla. Fu allora che gli dei decisero di punirla per il suo orgoglio smisurato, travolgendola con inondazioni e terremoti. Bastarono un solo giorno e una sola notte per spazzarla via.
Il mito di Platone è curioso perché non parla di Atlantide in termini fantascientifici, popolandola di esseri e cose improbabili, ma la descrive in modo realistico, come se davvero fosse esistita. Platone stesso dichiara che la storia di Atlantide narrata da Crizia, suo bisnonno, che l’aveva a sua volta ricevuta da Solone, è vera.
Leggende e curiosità su Atlantide
Il mito di Atlantide di Platone ha ispirato moltissime storie e leggende che vedono protagonista quest’isola vera o immaginaria. E persino la scienza si è interessata all’argomento, cercando di scovare prove della sua esistenza.
Due biologi hanno rinvenuto anni addietro delle pietre bianche sui fondali del Mar dei Caraibi, nell’isola di Bimini, che sembrerebbero essere resti di una strada, la Bimini Road, com’è stata chiamata. Formata da pietre calcaree rettangolari, molto probabilmente lavorate dall’uomo, la strada è lunga 800 metri.
Nel 1907 lo studioso inglese K. T. Frost identificò Atlantide con la Creta minoica. Secondo lo studioso sarebbe stata un’eruzione del vulcano di Thera a distruggere l’isola. In effetti, alcuni scavi condotti da Arthur Evans, a Cnosso, hanno dimostrato che la civiltà minoica di Creta collassò intorno al 1500 a. C. per motivi inspiegabili. Molti altri ricercatori abbracciarono la stessa teoria ritrovando, anni dopo, sedimenti contenenti ceneri vulcaniche nel Mediterraneo.
Durante gli scavi archeologici non furono ritrovati i corpi degli abitanti ma gli archeologi suppongono che questi ultimi, impauriti dal vulcano, riuscirono a fuggire via. Ad oggi questa teoria, secondo cui Creta era Atlantide, è la più accreditata.
Laura De Rosa