L’Alzheimer, la malattia silenziosa
Dopo i 60 anni c’è una malattia che lenta ed inesorabile può colpire chiunque. Comincia con piccoli segnali: si inizia a dimenticare alcune cose, piccolezze, ma col progredire della malattia la memoria fa sempre più cilecca fino a quando non si riconoscono più neppure i propri familiari… è l’Alzheimer, silenzioso e distruttore.
L’Alzheimer è la forma più comune di demenza degenerativa progressivamente invalidante, si comincia con la perdita di memoria per arrivare all’afasia, al disorientamento, ai cambiamenti repentini di umore, alla depressione, all’incapacità di prendersi cura di sé, ai problemi nel comportamento. Tutti aspetti che portano inesorabilmente all’isolamento dalla società e pian piano anche le capacità mentali basilari vengono perse.
“L’Alzheimer è particolarmente triste e orribile perché il paziente perde il proprio «io» molto prima che il corpo muoia.”
Jonathan Franzen
I campanelli d’allarme dell’Alzheimer
Ci sono però alcuni campanelli d’allarme per riconoscere la malattia sul nascere, che sono molto importanti per chi convive con chi soffre di questo morbo, perché possono davvero salvare la vita.
Il primo segnale è la difficoltà a svolgere le azioni quotidiane che prima venivano compiute quasi in automatico, come ad esempio chiudere il gas dopo aver cucinato, scordare le chiavi dentro casa, dimenticare le luci accese o l’acqua aperta, fino ad arrivare a non saper più come svolgere determinati compiti come cucinare un piatto che fino a qualche giorno prima si è sempre cucinato.
Il secondo segnale è la difficoltà di comunicazione, le parole non si trovano, esprimere un concetto diventa laborioso, le frasi sono confuse e a volte diventa anche difficile dare un senso compiuto a quello che si cerca di dire. Diventa complicato trovare sinonimi o spiegare quello che si vuole con altre parole.
Il terzo segnale è il disorientamento. Molte persone afflitte da Alzheimer non riconoscono i luoghi, a volte neppure più casa propria, uscire diventa difficoltoso, spesso si perdono e questo causa stress ed ansia. Inoltre a volte non riconoscendo più casa propria cercano di uscirne, andare via e il pericolo di trovarsi fuori dalle mura domestiche non sapendo dove si vuole andare o da dove si arriva è notevole.
Il quarto segnale è la dimenticanza di oggetti e delle responsabilità, spesso chi soffre di questa malattia non ricorda cosa stava facendo o cosa avrebbe dovuto fare, smarrisce gli oggetti o non sa più dove sono. Capita spesso che ripongano gli oggetti in luoghi non consoni come ad esempio il telecomando nel frigorifero o il gelato nell’armadio degli abiti, per questo smarriscono gli oggetti perché non ricordano dove li hanno messi e di sicuro non è il solito posto in cui li mettevano prima dell’avanzare della malattia. Quando si dice loro di occuparsi di qualcosa dopo poco se ne sono scordati e neppure dopo averglielo fatto notare ricordano cosa dovevano fare, operazioni basilari come lavarsi, dare da mangiare al cane o anche accudire un nipotino possono diventare assolutamente irrilevanti. Capita anche che durante una normale mansione si scordino di quello che stavano facendo e si mettano a fare altro, per esempio mentre cucinano possono dimenticarsene e mettersi a pulire il pavimento.
L’ultimo segnale è il più doloroso per chi ci vive accanto, sono gli sbalzi d’umore, avvengono senza nessuna causa apparente. Tristezza, rabbia, felicità si accavallano e confondono il malato, un minuto prima ti abbracciava e il minuto dopo può scattare in un gesto d’ira, a volte anche violento.
Chi soffre di questi sintomi probabilmente non ha neppure voglia di fare le cose, lavarsi, cucinare, pulire, mangiare, prendersi cura di sé, le persone con l’Alzheimer sono sempre molto stanche perché il disorientamento, lo sforzo per ricordare e gli sbalzi d’umore li sfiniscono.
Cosa si può fare per aiutare una persona malata di Alzheimer?
Un aiuto concreto è possibile darlo invitando queste persone a tenersi occupate, facendo piccole cose, incontrando amici, conoscenti, parenti, uscendo a passeggiare(sempre accompagnati). Tenere occupata una persona malata di Alzheimer è importante perché la malattia annulla del tutto l’iniziativa.
Purtroppo questa è una malattia degenerativa, non c’è modo di arrestarne il corso, i segnali sono deboli all’inizio ma un occhio attento può riconoscerli e questo può far si che con una terapia adatta si possa rallentarne il corso e migliorare la qualità di vita.
Vivere accanto ad una persona malata di Alzheimer è difficile, complicato e sfinente, ma accorgersi dei piccoli segnali è fondamentale per evitare incidenti a volte anche gravi.
Articolo scritto da Valeria Bonora – valeria2174.wix.com