Sabato sera, ad una cena tra amici, un’ospite raccontò del suo colloquio di lavoro con una ditta Danese durato più di un’ora e mezza per definire il profilo psicologico i talenti e le attitudini.
Abituata al terribile sistema italiano quando si è sentita rispondere “Le faremo sapere” ha pensato –“Sì, come no, le faremo sapere…” dando già per scontato che sarebbe stata contattata solo in caso di assunzione, in tutti gli altri casi non avrebbe ricevuto neanche una mail.
Invece, fuori da ogni aspettativa si vide non solo contattata via mail, ma anche chiamata per una spiegazione durata quaranta minuti del perché non veniva assunta, di come migliorare il curriculum, quali erano i suoi punti di forza, dove avrebbe potuto aggiornarsi o rendersi più accattivante; insomma una consulenza vera e propria su come sfruttare al massimo le sue risorse… appunto le sue risorse umane.
Fermiamoci un momento a riflettere sul concetto di risorse umane che indicano quell’insieme di caratteristiche, conoscenze e attitudini che possono essere usate a beneficio della Società, proprio quei concetti su cui si basano le scuole come quella del Metodo Montessori che hanno lo scopo di formare persone emotivamente adulte, fanciullescamente entusiaste e praticamente capaci che sviluppano al meglio i propri talenti per poterli mettere a servizio della comunità…
La Comunità…
Gli stati del Nord Europa da tempo hanno capito che la persona quando sta bene, quando può esprimere al meglio sé stessa si mette volentieri a servizio del benessere comune.
Perché è un concetto così difficile da capire e da mettere in pratica in Italia?
In Italia il dipendente deve essere sfruttato al massimo, l’imprenditore deve essere fregato perché tanto frega, il professionista non va pagato perché ruba…
Ma perché non riusciamo a capire il semplice concetto che il dipendente rende meglio se messo nella condizione di stare bene e di credere in ciò che fa.
L’imprenditore può creare lavoro se non viene depredato di ogni euro che riesce a guadagnare e il professionista che ha speso anni in formazione e continua ad aggiornarsi è una risorsa per chi non ha le sue competenze.
In questo Stato che predilige l’assistenzialimo mal distribuito al ricreare possibilità che non coltiva le risorse dei propri cittadini, stiamo impoverendo economicamente ma soprattutto dentro di noi.
E’ il nostro senso del valore che viene abbattuto giorno per giorno.
Cominciamo a cambiare i nostri atteggiamenti nel nostro piccolo dove possiamo, e soprattutto mostriamo il possibile cambiamento ai nostri figli.
Iniziamo a riconoscere il valore delle persone che fanno le cose per noi, evitando di pretendere servizi senza corrisponderli, iniziamo a tenere con cura le parti comuni che frequentiamo: il condominio, la scuola, il luogo di lavoro.
Solo tornando a riconoscere il valore degli altri e di ciò che condividiamo possiamo pensare che nel tempo venga riconosciuto anche il nostro.
L’Italia è un Paese che sta perdendo la sua identità ma non per un progresso, ma per un impoverimento di valori. Torniamo a dare il giusto valore alle risorse umane e torniamo a pretendere che ci venga riconosciuto.
Alessandra Barbieri