Son così dolci e graziosi che è davvero triste pensare che siano destinati a finire nei piatti. Pasqua si avvicina e, come vuol la tradizione, porta con sé l’immancabile strage di agnelli. Ma è davvero necessaria tale crudeltà per soddisfare il Menù di Pasqua?
Anche quest’anno il mondo animalista si è già mobilitato con una serie di iniziative tese a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di un cambio menù. Lo scorso 1° aprile è scesa in piazza la Lega antivivisezione (Lav), che con i suoi sostenitori ha organizzato flash-mob danzanti in tutta Italia al grido di “Let it Beee”, rivisitando in modo simpatico il noto pezzo dei Beatles. Un agnellino spensierato che corre sui prati è l’immagine simbolo dell’evento: il suo sguardo ci invita a ripensare le nostre abitudini alimentari. Il clima di festa in piazza, i canti, i colori e i balli hanno evidenziato la bellezza della gioia di vivere, creando un effetto di straniamento sugli spettatori, colpiti da tale positività prima di esser posti di fronte alla tragica sorte di queste simpatiche e affettuose creature, cui non è concesso il dono di una vita serena e in libertà.
Stando ai dati Istat nel 2016 sono stati macellati circa due milioni e mezzo di agnelli e capretti, gran parte dei quali per celebrare festività come la Pasqua. Ogni anno la solita trafila di sangue: dopo esser stati strappati alle loro madri, i piccoli di sei settimane sono attesi da un camion che li trasporterà in condizioni spesso pietose al macello, dove assisteranno alla morte dei loro compagni prima di esser sgozzati. Non sempre tale macabro rito è preceduto dallo stordimento reso obbligatorio per legge. «Un orrore reiterato che non può trovare la sua giustificazione nella mera tradizione: l’alternativa a questo sacrificio animale ripetuto – e a tutte le abitudini alimentari cruente – esiste, è facile e molto più coerente con il festeggiamento della rinascita pasquale di quanto lo sia un piatto di carne, che in queste occasioni è un arrosto di agnello o capretto!», commenta Paola Segurini, responsabile Lav dell’area scelta vegan.
Lo slogan “Let it Beee” richiama alla memoria il verso di ovini e caprini e rappresenta una forte esortazione a lasciar vivere in pace i nostri amici animali, che secondo la Lav possono e devono rimanere lontani dai nostri piatti, perché un’alimentazione consapevole e rispettosa di tutti gli esseri viventi si rivela sana, etica e meno difficile di quanto sembri.
Quella della Lav non è l’unica iniziativa messa in campo dagli animalisti. Animal Equality ha già lanciato la campagna “Salva un agnello” (#salvaunagnello), con un bel video appello dove il noto attore Tullio Solenghi, vegetariano da tempo impegnato in difesa dei diritti degli animali, stringe tra le braccia un’agnellina ospitata al rifugio di Nepi, Cesarina, esclamando una frase significativa: «I cuccioli hanno tutta la vita davanti e anche l’agnello è un cucciolo». Altri due testimonial d’eccezione, Red e Chiara Canzian, sostengono la campagna “Io non mi abbacchio” (#iononmiabbacchio), realizzata dal rifugio di Nepi Thegreenplace in collaborazione con VeganOk. “Ucciderlo è un peccato non un sacrificio” (Vt) è il suo slogan.
Tale iniziativa intende diffondere lo stile di vita vegan (oggi seguito dal 3% della popolazione italiana), all’insegna di una Pasqua dove prevalga un messaggio di pace, giustizia e rispetto per gli animali, ben sintetizzato in un menù vegano. In circa tre anni di attività Thegreenplace, il rifugio per animali liberati dallo sfruttamento umano creato dal fotografo Marco Biondi, ha già posto in salvo ben 120 esemplari di differenti specie, grazie soprattutto ai contributi volontari dei donatori. Si muove anche Animalisti Onlus, che promuove l’iniziativa “A Pasqua regala la vita a 200 capre”, una vera raccolta fondi organizzata su Facebook per riscattare pecore e capretti di un’azienda laziale prossima alla chiusura. Sabato 8 aprile scenderanno in piazza a Cosenza gli attivisti di Animal Amnesty per un infopoint dedicato ad una Pasqua senza sofferenza, mentre Essere Animali, dopo aver documentato la triste realtà della macellazione degli agnelli e condotto azioni dimostrative e campagne di informazione per invitare a cessarne il consumo, torna a perorare la bontà della scelta veg in nome di Palla e Lana, le due agnelline salvate da morte certa che ora vivono serenamente, lontane dal dolore dell’allevamento e del macello.
Tante iniziative che stanno ottenendo i primi risultati, visto che dal 2013 al 2016 il numero dei capi macellati si è dimezzato e sette famiglie su dieci hanno dichiarato che non consumeranno carne di agnello in occasione delle festività pasquali. Per chi si fosse convinto della necessità di un cambio menù per il prossimo 16 aprile, ecco i nuovi gustosi piatti proposti quest’anno dalla chef Simona Malerba per il Menù di Pasqua :
Antipasto – Erbette con briciole croccanti su crema di fave
Ingredienti per quattro-sei persone: 300 grammi di fave secche, una patata media, mezza cipolla, tre cucchiai di olio extra vergine d’oliva, 500 grammi di erbette miste (spinaci, rosole, cicoria), uno spicchio d’aglio, un peperoncino, 50 grammi di pane di segale o integrale, un filetto di pomodoro semisecco sott’olio, un cucchiaio raso di capperi al sale.
Preparazione: la sera prima, mettete a bagno le fave dopo averle lavate. Dissalate i capperi lasciandoli in acqua per un’ora. Ponete le verdure più tenere nel cestello della pentola a pressione e cuocete per due minuti, raffreddandole in acqua ghiacciata. Cuocete la cicoria nel cestello in pentola a pressione o normale (i tempi sono rispettivamente cinque e dieci minuti circa). In una padella antiaderente scaldate olio extra vergine d’oliva, spicchio d’aglio e peperoncino tritato. Insaporite le verdure nell’olio piccante, unite qualche filetto di pomodoro sott’olio e mescolate bene. Eliminate dal pane la crosta più esterna, rendetelo croccante su una griglia, tagliatelo a pezzi e frullatelo con i capperi scolati ed asciugati fino ad avere briciole non troppo sottili. Condite con un filo d’olio e passatele in padella finché saranno croccanti. In una casseruola, mettete fave scolate, cipolla e patata a pezzi. Coprite d’acqua fino a un dito sopra le verdure e cuocete a fuoco lento finché le fave saranno tenere. Passate tutto con il frullatore a immersione. Sistemate sul piatto un cucchiaio di crema di fave, appiattitela un po’ con il dorso del cucchiaio, sistemate le verdure al centro, aggiungete le briciole croccanti, un giro d’olio, decorate con un pezzetto di pomodorino e servite subito.
Primo – Crespelle vegan di primavera
Ingredienti per le crespelle per quattro-sei persone: 135 grammi di farina di riso, 65 grammi di farina integrale, 120 grammi di latte di soia, 150 grammi di acqua, mezzo cucchiaio di curcuma, un cucchiaino di olio extravergine d’oliva (più per cuocere), sale e pepe.
Ingredienti per il ripieno: un mazzetto di asparagi verdi (circa 500 grammi puliti), 200 grammi di piselli sgranati, un cipollotto, qualche foglia di basilico, olio extravergine d’oliva quanto basta, sale e pepe.
Ingredienti per la besciamella: 700 grammi di latte di soia, 65 grammi di farina di riso, 65 grammi di olio extravergine d’oliva, un pizzico di noce moscata, sale e pepe.
Preparazione: mescolate farine, sale e curcuma, aggiungete latte e acqua e preparate una pastella. Fate riposare un’ora. Pulite gli asparagi e bolliteli mantenendoli croccanti. Lessate i piselli. Fate appassire il cipollotto tritato in poco olio extravergine d’oliva. Unite gli asparagi a rondelle (tranne le punte), poi frullate senza omogeneizzare completamente. Mescolate farina e olio e fate tostare sul fuoco. Aggiungete il latte caldo e cuocete per 10 minuti, salate e aggiungete la noce moscata. Scaldate una padella antiaderente con un filo d’olio, versate un mestolo di pastella per fare le crespelle e cuocete da entrambi i lati. Mescolate metà besciamella con le verdure frullate. Riempite le crespelle con un cucchiaio di besciamella alle verdure, aggiungete pochi piselli, qualche punta di asparago e basilico. Ripiegate le crespelle e ponetele nella teglia un po’sovrapposte. Distribuite la besciamella senza verdure, le punte di asparago, i piselli e infornate a 180° per 20 minuti e cinque minuti al grill.
Secondo – Seitan al ginepro con riduzione di vino rosso
Ingredienti per il seitan per quattro-sei persone: 400 grammi di seitan (in un unico pezzo), tre carote, unacipolla grande, due coste di sedano, otto bacche di ginepro, una foglia di alloro, un rametto di rosmarino, tre foglie di salvia, uno spicchio di aglio, 600 millilitri di vino rosso corposo, 150 millilitri di brodo, un cucchiaino di fecola, otto cucchiai di olio extravergine d’oliva.
Ingredienti per le cipolline: 400 grammi di cipolline borrettane, 150 grammi di vino rosso corposo, quattro cucchiai di olio extravergine d’oliva, una foglia di alloro, due cucchiaini di zucchero di canna, sale e pepe
Preparazione: Tagliate sedano carota e cipolla, schiacciate le bacche di ginepro, unite le erbe aromatiche e il seitan. Ponete tutto in una boule, versate il vino e lasciate tutta la notte in frigorifero. Scolate le verdure dalla marinata e fatele rosolare in poco olio. Aggiungete il vino, 200 grammi di brodo vegetale e fate cuocere finché le verdure saranno morbide e il vino ridotto della metà. Frullate il tutto e passate al colino. Ponete il liquido in una casseruola, aggiungete un cucchiaino di fecola e fate addensare leggermente la salsa aggiustando di sale e pepe. Affettate il seitan sottile, ripassatelo in padella con tre cucchiai d’olio e un rametto di rosmarino, poi aggiungetelo alla salsa. Servite il seitan caldo nappato con la salsa. Scaldate quattro cucchiai d’olio extravergine d’oliva con una foglia di alloro. Aggiungete le cipolline, salatele e fatele rosolare bene. Aggiungete lo zucchero e fate caramellare. Aggiungete il vino rosso e fate cuocere finché le cipolline saranno tenere. Aggiustate di sale e pepe.
Dolce – Cremoso al caffè con biscottini alla vaniglia
Ingredienti per la crema di caffè per quattro-sei persone: 485 grammi di latte di soia naturale, 25 grammi di farina, 12 grammi di amido di mais, 70 grammi di zucchero di canna chiaro più due cucchiai, 20 grammi di olio semi di girasole, un caffè ristretto, tre cucchiaini di caffè solubile, due cucchiaini di estratto di vaniglia, due cestini di mirtilli piccoli, cioccolato in scaglie.
Ingredienti per i biscottini: 80 grammi di farina di farro, 120 grammi di farina integrale, 50 grammi di farina di riso, 125 grammi di zucchero a velo di canna chiaro, 45 grammi di olio di semi di girasole, 35 grammi di olio extravergine d’oliva delicato, due cucchiaini di estratto di vaniglia, 30 grammi di latte di soia, 20 grammi di acqua fredda, un cucchiaino di lievito naturale, un pizzico di sale.
Preparazione per la crema: In una piccola casseruola unite latte, zucchero, caffè ristretto, olio e vaniglia e ponete sul fuoco a fiamma dolce. In una boule mescolate farina e amido, versate il latte caldo poco alla volta mescolando con una frusta, aggiungete il caffè solubile, ponete sul fuoco e sempre mescolando fate addensare. Versate ancora caldo in una boule di vetro, coprite con pellicola a contatto e lasciate raffreddare completamente. Poi ponete in frigorifero.
Preparazione per i biscottini alla vaniglia: impastate tutto come per una frolla e fate riposare in frigo almeno un’ora. Tirate la pasta a 2 millimetri di spessore e formate delle strisce 8×1 centimetri. Cuocete a 175° per 15 minuti, finché i bordi risultano leggermente dorati. Mescolate i mirtilli a due cucchiai di zucchero, ponete sul fuoco e cuocete un paio di minuti finché lo zuccherò sarà sciolto. Riempite dei bicchierini con due cucchiai di crema, aggiungete un cucchiaio di mirtilli, decorare con due biscottini e qualche scaglia di cioccolato fondente e servite.
C’è più gusto senza sofferenza!
Marco Grilli