Un falco pecchiaiolo è stato avvistato dalla madre di una alunna della scuola Rinnovata Pizzigoni di Via Mac Mahon a Milano.
La donna dichiara di averlo visto mentre si aggirava sulle voliere della fattoria didattica dell’istituto ed ha deciso di chiamare l’Ente Protezione Animali dopo aver visto che l’uccello si lasciava avvicinare con facilità insolita e che aveva il becco aperto e la lingua di fuori.
E’ subito arrivato un operatore dell’Enpa e al terzo tentativo è riuscito a catturare lo stanco rapace con l’aiuto di un retino. Il falco pecchiaiolo è stato trasferito in una clinica dove il veterinario di turno ha diagnosticato una grave difficoltà respiratoria e un certo dimagrimento.
Il rapace è stato inserito in una gabbia ad ossigeno e gli sono state somministrate alcune medicine che lo aiuteranno a rimettersi in forma per riprendere la migrazione.
Oggi il falco è stato trasferito al Centro Recupero Animali Selvatici (Cras) nel milanese e da lì, una volta ristabilite le condizioni ottimali, l’esemplare potrà riprendere il volo verso l’Africa.
Per fortuna che l’animale è stato avvistato in tempo e i soccorsi sono stati tempestivi, altrimenti non ci sarebbero state molte possibilità di sopravvivenza per lui.
Ora il piccolo falco pecchiaiolo dovrà affrontare la sua sfida, è, infatti, un migratore di lunga tratta, e dovrà percorrere tantissimi chilometri ogni anno per trascorre l’inverno nel sud del Sahara e in primavera per tornare in Europa per nidificare, aggirandosi nelle zone limitrofe al mar Mediterraneo (sud Italia, Turchia, stretto di Gibilterra).
Ma la pericolosità maggiore per il falco è il corridoio migratorio nei dintorni dello stretto di Messina dove alcuni bracconieri hanno come tradizione di cercare di abbattere l’ “adorno” (il nome dialettale della specie), questo perchè pare sia un gesto virile volto a scongiurare i tradimenti sentimentali. Speriamo che questo piccolo “guerriero” possa e riesca a fare ancora tanti e tanti viaggi su e giù per i mondo.
[fonte LaZampa.it]
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Per fortuna che l’animale è stato avvistato in tempo e i soccorsi sono stati tempestivi, altrimenti non ci sarebbero state molte possibilità di sopravvivenza per lui.
Ora il piccolo falco pecchiaiolo dovrà affrontare la sua sfida, è, infatti, un migratore di lunga tratta, e dovrà percorrere tantissimi chilometri ogni anno per trascorre l’inverno nel sud del Sahara e in primavera per tornare in Europa per nidificare, aggirandosi nelle zone limitrofe al mar Mediterraneo (sud Italia, Turchia, stretto di Gibilterra).
Ma la pericolosità maggiore per il falco è il corridoio migratorio nei dintorni dello stretto di Messina dove alcuni bracconieri hanno come tradizione di cercare di abbattere l’ “adorno” (il nome dialettale della specie), questo perchè pare sia un gesto virile volto a scongiurare i tradimenti sentimentali. Speriamo che questo piccolo “guerriero” possa e riesca a fare ancora tanti e tanti viaggi su e giù per i mondo.
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