Congiungere le mani all’altezza del cuore quando ci sentiamo affranti, in difficoltà, per chiedere una grazia, alzare i palmi verso il cielo per invocare il sacro, sentirlo vicino, sentirsi parte di esso, posare le mani sul cuore, fidarsi ed affidarsi, ad occhi chiusi, e cantare a voce alta o facendo vibrare il silenzio per ringraziare, chiedere perdono, o semplicemente provare un amore in grado di inglobare il mondo,… Tutto questo è pregare.
Il potere della preghiera è conosciuto da millenni, declamato in racconti di guarigioni miracolose, di avvenimenti straordinari, ma è talmente importante pure nella vita delle persone comuni che pure la scienza si è chinata su questa pratica trasversale a molte credenze religiose per capire quali benefici poteva portare questo gesto così semplice e profondo allo stesso tempo.
Pregare dà un senso di pace, di conforto. È una pratica che ci aiuta a riappropriarci della dimensione del sacro nella nostra vita, nel nostro quotidiano, e che può sostenerci nei momenti più difficili come quelli in cui tutte le nostre certezze sembrano svanire. Per molte persone che hanno perso un caro, la preghiera può essere un aiuto prezioso, in grado di sostenerle durante l’elaborazione del lutto.
I cambiamenti che questa pratica ancestrale è in grado di portare nella nostra vita non si limitano alla sfera spirituale e/o religiosa in quanto la preghiera influisce in maniera benefica anche sul nostro stato d’animo e sulla nostra salute. La fede ricongiunge il cuore e l’intelletto in un azione invisibile agli occhi, certo, ma che può aiutare, sostenere, accompagnare ognuno di noi in quel viaggio dove sacro e profano si riuniscono.
I benefici della preghiera, riconosciuti dalla scienza
La preghiera è in grado di comunicare sicurezza, di dare quel senso di stabilità che nei momenti più difficili può venire a mancare; ecco che quando sentiamo la terra mancarci sotto i piedi, ci rivolgiamo al cielo per trovarvi rifugio. Per molti, questa pratica esercitata con un reale coinvolgimento emotivo, basta per aiutarli a ritrovare serenità, fiducia nel domani.
“La meraviglia delle ricerche internazionali infatti è quella di aver mostrato come gli effetti della preghiera vadano al di là della singola religione o del fatto di credere o meno in Dio”, spiega la dottoressa Monica Urru, medico, psicoterapeuta, specializzata nel trattamento degli psico-traumi in adulti e adolescenti.
La preghiera è diventata un terreno di studio così dibattito da essere inclusa nella neuroteologia, ovvero, lo studio della relazione tra il cervello e l’esperienza religiosa. Molti scienziati hanno studiato gli effetti della preghiera, sia da un punto di vista psicologico che fisiologico e genetico, osservando notevoli cambiamenti positivi, a tal punto da approfondire le loro ricerche per capire se sia possibile usare la preghiera a scopo terapeutico.
Il Dott. Andrew Newberg, professore di neuroscienza e direttore del Research Marcus Institute of Integrative Health presso la Thomas Jefferson University and Hospital di Villanova, in Pennsylvania, ha studiato gli effetti della preghiera sul cervello umano per più di 20 anni, evidenziando tramite imaging cerebrale come la preghiera sia in grado di modificare l’attività bio-chimica del cervello.
Il Dott. Herbert Benson, fondatore del Benson-Henry Institute for Mind Body Medicine al Massachusetts General Hospital di Boston è stato il primo ad aver dedicato quasi 40 anni di lavoro sullo studio del rapporto tra preghiera e salute e le sue ricerche hanno evidenziato che pregare quotidianamente è in grado di portare notevoli benefici sul medio-lungo termine. In effetti, dopo 8 settimane, è stato dimostrato un cambiamento del profilo genetico dei volontari che hanno preso parte ai suoi esperimenti: è emerso un potenziamento delle sequenze genetiche funzionali al mantenimento della salute e un indebolimento delle sequenze portatrici di informazioni dannose e di conseguenza, una riduzione delle attività infiammatorie croniche (ipertensione, cardiopatie, malattie infiammatorie intestinali, ecc.).
Sebbene non sia ancora possibile affermare che pregare è in grado di curare, molti scienziati concordano nell’affermare che questa pratica può sostenere ed incentivare i processi di guarigione e promuovere un maggiore controllo dello stress e degli stati ansiosi, causa di processi infiammatori.
La preghiera, il ponte tra sacro e profano
Se la scienza è riuscita a dimostrare gli effetti benefici della preghiera, è poco probabile che sia in grado in un futuro prossimo di spiegarne gli effetti da un punto di vista spirituale, o più semplicemente introspettivo, in quanto alcune dinamiche della vita sfuggono alla ragione e possono essere solo provate, esperite, percepite col cuore, oltre alla mente.
“Congiungere le mani è uno dei gesti della preghiera, ed è un gesto colmo di significato. La mano destra e la mano sinistra che si uniscono rappresentano l’unione dell’intelletto e del cuore, del pensiero e del sentimento. Grazie alla sua luce, l’intelletto trova la migliore richiesta da rivolgere al Cielo, e il cuore, con il suo calore, sostiene quella richiesta.
In quanti dei loro quadri i pittori hanno rappresentato persone in preghiera, anche bambini e angeli con le mani giunte! Questo non significa che per pregare si debbano necessariamente congiungere le mani fisicamente, no, perché non è il lato fisico che conta, ma il lato interiore. Occorre unire l’intelletto e il cuore, e più in alto ancora lo spirito e l’anima, poiché è la loro unione che fa la forza della preghiera.” diceva Omraam Mikhaël Aïvanhov)
La preghiera è una riconnessone alla dimensione spirituale dell’essere, un “tempo fuori dal tempo” che permette di provare una profonda comunione con l’essenza della vita. Non importa chi preghiamo: se è un dio, una dea, o madre natura; importa come lo facciamo. Se l’intento è amorevole e compassionevole, il luogo dove nascerà la preghiera comincerà a vibrare e sarà lui a cantare per noi, a mandare le nostre parole verso il cielo. E in quel momento, diventeremo un ponte, un ponte d’unione dove la meraviglia potrà operare, qui, sulla terra.
Fonti
• NBC. Power of prayer: what happens to your brain when you pray?
• Dr. Herbert Benson: prayer has a therapeutic effect.
Sandra “Eshewa” Saporito
Autrice e operatrice in discipline bio-naturali
www.risorsedellanima.it