Il bisfenolo A (BPA) è una sostanza chimica impiegata nella produzione di policarbonato per diversi prodotti come bottiglie riutilizzabili, contenitori per la conservazione e rivestimenti epossidici di alcuni barattoli di latta per alimenti e lattine per bibite.
Oltre a questi prodotti il bisfenolo A è contenuto anche nella carta chimica degli scontrini che ne è ricoperta; il contatto maggiore con questa sostanza lo si ha quando lo scontrino viene staccato dalla stampante ed è ancora caldo, questa operazione svolta generalmente dai cassieri viene ripetuta centinai di volte la giorno per diversi anni e il contatto con i componenti tossici diventa importante.
Gli scontrini chimici sono stati banditi in Francia e la reazione termica avviene attraverso un reagente di origine biologica, inoltre ha fatto avviare all’Agenzia europea per le sostanze chimiche ECHA una consultazione pubblica in vista dell’inserimento del bisfenolo A nella lista delle sostanze estremamente preoccupanti, candidate a un’eventuale messa al bando o riduzione (Candidate List).
La valutazione è ancora in corso ma si sa già che l’esposizione al BPA abbia un effetto avverso su reni e fegato, sul sistema riproduttivo, nervoso, metabolico, immunitario e cardiovascolare nonché effetti genotossici e cancerogeni, alterazioni della ghiandola mammaria ed effetti tossici generali, inoltre c’è una sospetta correlazione tra il BPA con i tumori epatici.
Per controllare i livelli di questa sostanza tossica nell’organismo basta un esame delle urine e andrebbe fatto regolarmente sugli operatori di cassa e confrontato con chi invece non ha a che fare con gli scontrini di carta termica; inoltre non dobbiamo scordare che tutti gli scontrini chimici contengono bisfenolo A, anche le etichette stampate ed incollate sui prodotti alimentari che ne indicano provenienza, peso e prezzo… ormai in tutti i supermercati ci sono le bilance per pesare frutta e verdura che emettono questo tipo di etichette; da non dimenticare anche gli scontrini di bancomat e carte di credito.
La teoria è sostenuta dai ricercatori del Cincinnati Children’s Hospital, il cui studio è stato pubblicato su Jama: il team di Shelley Ehrlich si è concentrato sull’esame di 24 studenti univeristari, per confrontarne il livello di Bpa nelle urine.
I volontari hanno fornito campioni rilevati prima e dopo la manipolazione della carta termica, per un lasso di tempo continuo di due ore, consentendo agli scienziati di rilevare un netto aumento della concentrazione della sostanza tossica nei soggetti che avevano maneggiato la carta per tempi prolungati, senza l’uso dei guanti.
Anche l’Università del Missouri ha pubblicato una ricerca dimostrando un rapido aumento di BPA nel sangue di tutte quelle persone che, dopo aver utilizzato un qualsiasi prodotto per la cura della pelle (disinfettante per le mani o crema) favorendo il passaggio di questa sostanza dannosa nel corpo, avevano toccato degli scontrini fiscali.
Le soluzioni ci sono, in Italia infatti esiste in commercio un tipo di carta termica il cui reagente è un derivato del mais, ma purtroppo ancora pochi la usano, probabilmente anche per il prezzo più elevato (10% in più rispetto a quella il cui reagente produce il bisfenolo A).
Per sapere come proteggersi dal bisfenolo A potete leggere -> 8 Consigli per Proteggerci dal Bisfenolo A
Lo studio sugli effetti degli scontrini sull’organismo dovrebbe essere effettuato quanto prima per verificarne la tossicità, nel frattempo si consiglia di maneggiarli il meno possibile; va inoltre ricordato che la carta degli scontrini non è riciclabile proprio per la presenza di questa sostanza e quindi non va gettata nel contenitore per la carta e qualsiasi etichetta va separata dal prodotto prima di gettarlo. Ricordate anche di non apporre l’etichetta direttamente sul prodotto finale, per esempio sulla mela o sul sedano che state acquistando, usate i guanti e inserite il prodotto nel sacchetto prima di etichettarlo.
Questo metodo di vendita genera sempre molti prodotti di scarto, sacchetti, guanti, etichette che difficilmente riescono ad essere smaltiti nella maniera corretta e concorrono ad alzare la soglia dell’inquinamento terrestre.
Una soluzione sarebbe quella di tornare ad usare i sacchetti di carta riciclata, che possono tornare utili anche dopo il primo utilizzo e per gli scontrini utilizzare una tessera sul quale caricarlo per controllarlo a casa oppure attraverso un’applicazione sul smartphone. ci sono già alcuni negozi che dopo l’acquisto non producono lo scontrino ma inviano un messaggio di testo o una mail con il riassunto di quello che si è acquistato o semplicemente il promemoria della carta di credito, sarebbe anche un modo più sicuro per non perdere gli scontrini che servono per la garanzia, rimborsi, cambi merce e per avere una tracciabilità maggiore delle spese effettuate… senza contare il risparmio notevole di carta che è sempre e comunque un derivato della cellulosa degli alberi intriso di collante!
Articolo scritto da Valeria Bonora – valeria2174.wix.com
Image from pixabay.com