Babbo Natale per me è inviolabile. Idem San Nicolò da cui deriva la figura dell’omone barbuto rivisitato da “Santa” Coca Cola. Sacro. Profano. Si incontrano/scontrano. Ma lo spirito del Natale a dispetto delle inevitabili metamorfosi e delle deviazioni consumiste è rimasto lo stesso. O quasi.
I bambini ci credono non solo per i regali. C’è qualcosa di realmente magico nel Natale. Se non fosse che prima o poi arriva il momento dell’amara verità: confessare che è frutto della fantasia. Fior fiore di esperti, medici, pediatri, psicologi dispensano consigli su come affrontare il tragico momento, inevitabile. Perché si sa, Babbo non esiste.
Sono adulta ma non ho mai smesso di credere a Babbo Natale. I consigli degli esperti non mi convincevano nonostante i buoni propositi di rivelare la “verità” con delicatezza, pazienza, nel luogo giusto, al momento giusto. Finché pochi giorni fa mi sono imbattuta per caso nella lettera di un vecchio direttore del Sun in risposta a una bimba di nome Virginia. Alcuni amici di scuola avevano messo in dubbio l’esistenza di Santa Claus e Virginia, indispettita, volle saperne di più. Chiese al padre, Philip O’Hanlon, spiegazioni. Le suggerì di scrivere al quotidiano conservatore New York Sun. Detto fatto. L’editoriale con la risposta del direttore, intitolato “Is there a Santa Claus?”, venne pubblicato nel 1897.
Non conoscerò mai Francis Pharcellus Church, l’ex direttore dell’importante quotidiano, ma lo ringrazio perché le sue parole esprimono con chiarezza il mio sentire a proposito di… Babbo Natale. E sono certa che siano una fonte di ispirazione utilissima per tutti i genitori che, interpellati sull’esistenza dell’omone panciuto, si ritrovino perplessi sul da farsi.
Se l’amore esiste nonostante sia invisibile, afferma Church, perché escludere l’esistenza di Babbo Natale? La mente umana non vede tutto, è piccola se paragonata al mondo senza confini che la circonda e le cose più vere, prosegue nella sua commovente lettera, sono quelle che non si vedono.
“Yes, Virginia. There is a Santa Claus”
“Caro direttore, ho otto anni. Alcuni dei miei amici dicono che Babbo Natale non esiste. Mio papà mi ha detto: “se lo vedi scritto sul Sun, sarà vero”. La prego di dirmi la verità: esiste Babbo Natale?” Virginia O’Hanlon
“Virginia, i tuoi amici si sbagliano. Sono stati contagiati dallo scetticismo tipico di questa era piena di scettici. Non credono a nulla se non a quello che vedono. Credono che niente possa esistere se non è comprensibile alle loro piccole menti. Tutte le menti, Virginia, sia degli uomini che dei bambini, sono piccole. In questo nostro grande universo, l’uomo ha l’intelletto di un semplice insetto, di una formica, se lo paragoniamo al mondo senza confini che lo circonda e se lo misuriamo dall’intelligenza che dimostra nel cercare di afferrare la verità e la conoscenza.
Sì, Virginia, Babbo Natale esiste. Esiste così come esistono l’amore, la generosità e la devozione, e tu sai che abbondano per dare alla tua vita bellezza e gioia. Cielo, come sarebbe triste il mondo se Babbo Natale non esistesse! Sarebbe triste anche se non esistessero delle Virginie. Non ci sarebbe nessuna fede infantile, né poesia, né romanticismo a rendere sopportabile la nostra esistenza. Non avremmo altra gioia se non quella dei sensi e dalla vista. La luce eterna con cui l’infanzia riempie il mondo si spegnerebbe.
Non credere in Babbo Natale! È come non credere alle fate! Puoi anche chiedere a tuo padre che mandi delle persone a tenere d’occhio tutti i comignoli del mondo per vederlo, ma se anche nessuno lo vedesse venire giù, che cosa avrebbero provato? Nessuno vede Babbo Natale, ma non significa che non esista. Le cose più vere del mondo sono proprio quelle che né i bimbi né i grandi riescono a vedere. Hai mai visto le fate ballare sul prato? Naturalmente no, ma questa non è la prova che non siano veramente lì. Nessuno può concepire o immaginare tutte le meraviglie del mondo che non si possono vedere.
Puoi rompere a metà il sonaglio dei bebé e vedere da dove viene il suo rumore, ma esiste un velo che ricopre il mondo invisibile che nemmeno l’uomo più forte, nemmeno la forza di tutti gli uomini più forti del mondo, potrebbe strappare. Solo la fede, la poesia, l’amore possono spostare quella tenda e mostrare la bellezza e la meraviglia che nasconde. Ma è tutto vero? Ah, Virginia, in tutto il mondo non esiste nient’altro di più vero e durevole. Nessun Babbo Natale? Grazie a Dio lui è vivo e vivrà per sempre. Anche tra mille anni, Virginia, dieci volte diecimila anni da ora, continuerà a far felici i cuori dei bambini.”
La fama di “Yes, Virginia” negli Usa
“Yes, Virginia” è passata alla storia. In Italia la curiosa risposta dell’ex direttore non è molto conosciuta ma negli Usa la sua fama, da allora, è cresciuta a dismisura. Pensare che venne pubblicata nella pagina delle opinioni dopo notizie molto più interessanti. Tuttavia catturò da subito l’attenzione dei lettori tanto da essere ristampata dal quotidiano ogni anno, prima di Natale, fino alla sua chiusura nel 1950. Nemmeno la fine del Sun fermò l’onda di successo e tutt’oggi negli Usa si continua a parlarne. La lettera è infatti fonte di ispirazione per cortometraggi, serie tv statunitensi, spot televisivi. Nel 1997 il New York Times ha dedicato a “Yes, Virginia” una riflessione tesa a indagare il perché di tanto successo nella cultura americana.
Nel corso del tempo qualcuno ha messo in dubbio la sua paternità ma la copia è stata autenticata nel 1998 da un esperto su Antiques Roadshow, Kathleen Guzman, valutata per la somma di $ 20.000 – $ 30.000 (wikipedia). A quanto pare Virginia O’Hanlon continuò a ricevere per il resto della vita lettere in riferimento alla vicenda. A chiunque le scrivesse inviava in risposta una copia dell’editoriale. Una “missionaria” pro-Santa Claus. Virginia morì nel 1971 in una casa di riposo a New York ma il mondo non la dimenticherà mai. Grazie alla sua curiosità e alla determinazione che dimostrò rivolgendo la domanda al direttore del New York Sun, oggi tutti noi sappiamo con certezza che Babbo Natale esiste!
Laura De Rosa