“[…] Prima vi spiego cosa è lo sviluppo. C’è la legge di evoluzione e involuzione. Tutta la vita, organica e inorganica, è in movimento sia verso l’alto sia verso il basso. Ma l’evoluzione ha dei limiti, come d’altra parte l’involuzione. Prendiamo ad esempio la scala musicale di sette note. Tra un do e l’altro, a un certo punto c’è un arresto. Quando battete un tasto, fate risuonare un do, la cui vibrazione ha un determinato impulso di moto. Tramite questa vibrazione, il do può percorrere una certa distanza fino a far vibrare un’altra nota, cioè il re, poi il mi. Fino a quel punto le note portano in se stesse la potenzialità di continuare, ma ora, se non interviene un impulso esterno, l’ottava ritorna indietro. Se invece l’ottava riceve un aiuto esterno, può continuare a svilupparsi da sola. L’uomo è costruito in conformità a questa legge. Esso è uno strumento per lo sviluppo di questa legge. Io mangio, ma la natura mi ha creato per un determinato fine. Io devo evolvere. Non mangio per me, ma per qualche disegno che va al di là di me. Mangio perché il mio cibo non può evolvere da solo, senza il mio aiuto. Mangio del pane e assorbo dell’aria e delle impressioni, che penetrano in me dall’esterno e agiscono poi in conformità alla legge. La legge è quella dell’ottava. Qualunque nota può essere considerata come do. Do contiene sia la potenzialità che l’impulso; può evolvere a re e mi senza aiuto. Il pane può evolvere, ma se non è combinato con l’aria, non può diventare fa: l’energia dell’aria lo aiuta a superare un passaggio difficile. Dopo di che, non avrà più bisogno di aiuto fino a si, ma da solo non potrà spingersi oltre. Il nostro scopo è quello di favorire il completamento dell’ottava. Per la vita animale ordinaria, si è il punto più alto, e rappresenta la sostanza con cui può essere costruito un nuovo corpo. […] Georges I. Gurdjess – Vedute sul Mondo Reale da http://www.gianfrancobertagni.it/autori/gurdjieff.htm
Georges Ivanovič Gurdjieff, mistico armeno, formulò la cosiddetta legge del Sette anche conosciuta come legge dell’Ottava secondo la quale l’Universo consiste di vibrazioni poiché ogni cosa è energia. Queste vibrazioni sono incostanti, mutano alzandosi e abbassandosi. In alcuni momenti la vibrazione rallenta, poi riprende normalmente finché arriva al punto massimo. I punti di rallentamento sono due: il primo quasi all’inizio della vibrazione, il secondo verso la fine. La legge è applicabile in tutti gli ambiti della vita e spiega perché in tutte le forme vibrazionali esistono delle fasi in cui la vibrazione necessita di una spinta esterna per rimanere lineare.
La prima deviazione della vibrazione dipende da una decelerazione e dal semitono mancante, come si può evincere dalla scala musicale composta da DO, RE, MI, FA, SOL, LA, SI, DO. Tra il MI e il FA, e poi tra il SI e il DO, quindi all’inizio e verso la fine della scala, non c’è un semitono (il tasto nero) che è invece presente fra le altre note. L’assenza del semitono è come un vuoto che provoca un rallentamento, una deviazione dall’intento iniziale, persino mentre laviamo i piatti. Ecco perché dopo l’entusiasmo iniziale per un nuovo progetto, per esempio, iniziamo ad annoiarci e a rallentare perdendo la voglia di fare. Dopodiché l’impulso riprende, la retta prosegue fino al secondo intoppo che segna, di solito, la fine del progetto introducendo emozioni negative, correzioni, cambiamenti che deviano completamente il proposito iniziale. Per completare l’ottava interiore è indispensabile mantenere l’attenzione alta durante tutto il percorso. Se ci facciamo distrarre dalle deviazioni e perdiamo l’attenzione, l’ottava va degenerando e a un certo punto diventa irrecuperabile.
Un esempio pratico per capire la legge
La legge dell’ottava opera continuamente e per accorgersene basta prestare attenzione a qualunque attività quotidiana. Iniziamo, per esempio, a lavare il pavimento, nei primi minuti il livello di attenzione è alto, ovvero siamo concentrati sull’attività; dopo qualche minuto veniamo distratti da qualcosa, magari da un’improvvisa sete che ci induce ad abbandonare per un attimo il compito o da un imprevisto esterno. Questa prima deviazione è più leggera della seconda, quindi è più facile “resisterle”. Se non cediamo subito e procediamo con l’attività, in un secondo momento, prossimo alla fine, subentra una seconda deviazione che nella maggioranza dei casi sabota l’attività stessa perché tendiamo a farci distrarre. Questa seconda deviazione, nel caso citato, potrebbe essere l’arrivo di un amico che ci induce ad abbandonare l’attività oppure un’emergenza, nostro figlio che ci chiama insistentemente e così via.
Finché non si è consapevoli di questo, ci si illude secondo Gurdjieff di scegliere volontariamente il cambiamento o le eventuali variazioni di programma. Non è che i rallentamenti in se stessi siano negativi, svolgono una funzione importante perché è grazie a questi cali di energia che si forma la molteplicità del creato. Se infatti la vibrazione non subisse queste due deviazioni, un terremoto, per esempio, distruggerebbe la Terra propagandosi su ottave man mano superiori. Tuttavia nella vita quotidiana possono rappresentare un ostacolo, dei punti critici, che possono interrompere i progetti avviati o anche una storia d’amore. Come porvi rimedio? Innanzitutto cominciando a osservarci nella quotidianità e riconoscendo, pian piano, i momenti di calo energetico per decidere, di volta in volta, se vogliamo intervenire per mantenere il proposito oppure lasciare che cambi direzione. Credo sia importante sottolineare che non siamo costretti per forza a mantenere l’obiettivo, come nel caso di una storia d’amore che arriva al punto critico. Spetta a noi la scelta ma quello che conta è essere consapevoli di ciò che succede, in questo modo qualunque decisione sarà volontaria, non condizionata da fattori che sfuggono alla nostra percezione.
Gli shock addizionali
Gurdjieff sostiene che attraverso i cosiddetti shock addizionali sia possibile superare gli intervalli. Capita infatti che delle ottave parallele, in modo non premeditato, entrino in sintonia con l’ottava principale colmando i semitoni mancanti e consentendo al tono di mantenere la linea retta. Gli shock tuttavia non dipendono dall’uomo, ovvero non siamo noi a crearli, ma facendo spazio a ad altro possiamo permettere loro di agire e di aiutarci, quindi, a superare le due deviazioni dell’ottava. Per riconoscerli, è necessario riconoscere anzitutto le ottave ascendenti e discendenti nella vita quotidiana e individuarne i semitoni mancanti, ovvero quei momenti in cui l’impulso iniziale cambia. In questo modo non si perde l’attenzione e l’azione ne risulta rinvigorita e pronta a giungere al passo successivo.
Ottave ascendenti e discendenti
Gurdjieff individuò due tipi di ottave: ascendente e discendente. L’ottava ascendente è quella in cui il risultato del processo ha un livello vibrazionale superiore all’origine, comporta per questo energia e attenzione sempre maggiore. Come nel caso di un piatto che è il risultato della lavorazione di alcune materie prime e che è migliore dal punto di vista vibrazionale delle materie da cui ha avuto origine. L’ottava discendente, all’inverso, produce qualcosa che a livello vibrazionale è inferiore rispetto all’origine, quindi richiede anche meno investimento energetico, come nel caso di un piatto che viene rotto. In realtà ottave ascendenti e discendenti servono l’una all’altra, sono in stretta relazione perché le seconde cedono l’energia necessaria per le prime.
Laura De Rosa