L’ho incontrata nel mio cammino per caso… anche se il caso non esiste! Mi ha aiutata a vedere con più chiarezza tra le pieghe delle mia confusione e della mia tristezza in un periodo della vita faticoso e difficile da affrontare. E’ riuscita a farmi scorgere la luce in fondo al buio, sono riuscita grazie alle sue parole e alla sua vicinanza ad immergermi in questo buio completamente per rifiorire cambiata, più ricca e consapevole, migliorata.
Lei è Sandra Saporito, io la definirei una sciamana moderna, una persona in grado di connettersi con l’altro, di entrare nei suoi panni e di condurlo verso una visione della vita più ampia, più significativa e autentica. Per farvela conoscere l’ho intervistata.
1- Descriviti: ti definiresti una sciamana moderna? Quale è stato il tuo percorso?
Non mi piace definirmi “Sciamana” ma praticante sciamanica. “Sciamano” deriva dal tunguso “šaman” che significa “uomo saggio, che sa”. Chi sono per definirmi saggia? Sono solo un’anima in cammino che desidera essere di aiuto agli altri e condividere quello che ha imparato (e continua ad imparare) sul proprio percorso. Tuttavia sogno di riuscire a diventare “Abuela” in tarda età, una Nonna in grado di accogliere ed amare ogni sfaccettatura della natura umana e di camminare in equilibrio con la natura condividendo i doni che ha ricevuto durante la sua vita, con semplicità e gioia.
“Abuela” è quello che vorrei diventare da grande, una persona che c’è ma che non vedi perché con il tempo è diventato uno strumento d’amore talmente forte e pulito che vedi solo l’amore che scorre in lei.
Per ora sono una praticante sciamanica in cammino che ama esplorare diversi sentieri. Ne ho percorsi molti: alcuni mi hanno riempito il cuore e l’anima ed altri mi hanno rinforzato le ossa.
Alla fine mi rendo conto che è più significativo quello che mi ha trasmesso il percorso che il percorso in sé perché per lo stesso sentiero, due persone potranno trarne lezioni diverse. Se due persone percorrono un sentiero pieno di rovi, magari ci sarà quella felice di trovarci le more e l’altra scoraggiata per le spine. L’importanza del percorso quindi per me è relativa, importa quello che sei in grado di fare concretamente e come il percorso ti ha cambiato, chi sei diventato mentre lo percorrevi.
Quello che ho percorso in definitiva mi ha spinta a diventare il genere di persone che non cerca l’assenza di tempesta nella propria vita ma che impara a volare anche quando essa si scatena e a vederne la bellezza. Non è facile ma ne vale la pena.
Ho frequentato i seminari avanzati della “Foundation of Shamanic Studies di Michael Harner” (Estrazione sciamanica, Recupero dell’Anima, La Morte e l’Aldilà) e portato a termine la formazione professionale biennale in sciamanesimo trans-culturale presso il Centro Studi Sciamanici di Verona diretto da Nello Ceccon. Ne sono la referente per Padova e provincia.
2- Che cos’è la pratica sciamanica per te?
Per me la pratica sciamanica è libertà e crescita, è quello che mi permette di imparare dalla natura e di riconoscere la meraviglia intorno a me. È quello che mi spinge a riconoscere la bellezza in ogni cosa anche se non sempre è facile.
È semplice vedere la bellezza in una rosa appena sbocciata, è più difficile riconoscerla in una rosa che sta morendo perché è un tipo diverso di bellezza, più sottile, ma che custodisce un insegnamento molto profondo.
La pratica sciamanica per me è soprattutto uno strumento di apprendimento perché ti spinge a vivere la lezione nel tuo quotidiano. Non puoi fingere di sapere con la pratica perché è un’esperienza diretta.
È anche uno strumento di guarigione interiore importante perché quando la lezione diventa parte di te, il problema comincia a sgretolarsi e a permettere all’energia di fluire di nuovo liberamente, riportando equilibrio ed armonia in te stesso.
3- Come riesci ad aiutare le persone?
Principalmente aiutandole ad aiutare se stesse. Preferisco dare loro le indicazioni per imparare a rialzarsi ogni volta che cadono invece di dare loro la mano, perché non sempre si trova qualcuno pronto ad aiutarci ogni volta che ne abbiamo bisogno, in quei casi dobbiamo contare solo sulle nostre forze. Per questo preferisco che le persone che lo vogliono abbiano la possibilità di diventare autonome, questo implica un lavoro serio su se stessi, quindi se hai bisogno di aiuto, non ti darò le soluzioni ma ti indicherò come trovarle dentro di te.
Detto questo, non giro mai le spalle ad una richiesta di aiuto. Per questo ho creato “Da cuore a cuore”, un servizio con offerta libera in cui ognuno ha la possibilità di confidarsi e chiedere aiuto o sostegno senza sentirsi giudicati (non è sempre facile parlare di certe cose con le persone che ci sono intorno).
Tuttavia vale la regola che ho spiegato sopra: preferisco dare indicazioni che soluzioni per non interferire con il percorso spirituale della persona.
4- Chi ha bisogno come può raggiungerti?
Attraverso il mio sito internet: www.risorsedellanima.it dove è possibile contattarmi oppure sulla pagina facebook o tramite il mio profilo personale (su Messenger).
Mi piace avere un contatto diretto con le persone, così si capisce che c’è qualcuno in carne ed ossa dall’altra parte. Così hanno la possibilità di conoscermi direttamente.
5- Cosa può fare secondo te ogni individuo per migliorare se stesso e il mondo che lo circonda?
Bella domanda! Cosa fare per migliorare il mondo? Una cosa semplice e difficile nello stesso tempo: fare quello che ci rende più felice.
Che sia dipingere sassi, cucinare per gli altri, suonare bicchieri di cristallo, fare massaggi con essenze create personalmente… non ci è dato sapere quale influenza la nostra passione può avere sugli altri ma è quella passione, quell’amore che mettiamo in quello che facciamo che può fare, tra le altre cose, qualcosa di importante: ispirare.
Perché vedere qualcuno che ha il coraggio di fare quello che lo rende davvero felice ci ricorda che possiamo farlo anche noi. Ma questo è solo la punta dell’iceberg perché per arrivarci bisogna passare per una serie di tappe tra cui il ricordare davvero chi siamo e cosa davvero ci fa stare bene, aldilà di quello che ci viene proposto tutti i giorni come fonte di felicità.
Per essere felici bisogna avere il coraggio di essere se stessi, implica di disfarsi per esempio di molte maschere che abbiamo accumulate nel tempo, dei preconcetti o credenze che non sentiamo nostre ma che portiamo avanti per abitudine, implica riconoscere la propria luce ma anche la propria ombra, ecc…
Ci vuole coraggio per essere sinceri con se stessi, ed essere autentici, veri.
Potrebbe essere semplice ma non sempre lo è.
Quindi quando ti ho risposto che secondo me basterebbe fare quello che ci rende felice per migliorare il mondo che ci circonda, in realtà ti parlo di qualcosa che parte da dentro di noi e che fluisce naturalmente verso l’esterno perché è un’emanazione naturale di quello che siamo.
In definitiva non è un fare ma bensì un essere in profondità.
Almeno questa è la mia visione personale delle cose 🙂
6- Vorresti aggiungere altro?
Sì, la ricerca interiore non è sempre seriosa e lineare: si incontrano difficoltà, momenti di dubbio profondo, scoraggiamenti ma è anche una ricerca gioiosa, giocosa e seminata di piccole illuminazioni. Capiterà di avanzare e poi tornare indietro, va bene così.
La vita non è una corsa, non importa arrivare primo; importa quanto ti sarai goduto il viaggio alla fine del percorso.
Quindi è normale passare dei momenti difficili, fa parte del cammino; per quei momenti c’è un aforismo che mi ha aiutato molto in passato e che vorrei condividere sperando che possa essere d’aiuto a qualcuno:
“La nuvola più scura ha sempre una parte di sé rivolta al sole”. L’ho sempre considerato un buon spunto di riflessione.
Vorrei congedarmi con una benedizione per i lettori:
“Che Madre Terra possa sostenere i vostri passi, che Padre Cielo possa illuminarli ed il Cuore guidarvi. Aho!”