La Gravidanza dovrebbe essere il periodo migliore della vita di una donna, se non per la magia del dare la vita ad un altro essere umano, almeno per tentare di passare emozioni positive a quell’esserino che portiamo dentro di noi. Il primo ambiente che il bambino conosce è l’utero materno. Un ambiente che dovrebbe essere accogliente, caldo, avvolgente, protetto. Al suo interno il bambino percepisce suoni e rumori. Si è visto come questo ascolto porti nel bambino una vita intrauterina paradisiaca o infernale, la quale può comportare poi disturbi psichici importanti nell’età adulta. Mi spiego meglio…
Un famoso otorinolaringoiatra francese (A.Tomatis) sostiene che il bambino già in fase embrionale possa ascoltare i suoni provenienti dal corpo della madre ed è sensibile alle sole frequenze alte, invece che a quelle basse come si è sempre sostenuto, questo per proteggere il bambino dall’ambiente sonoro in cui è immerso permanentemente. Se pensiamo alla digestione in cui il bambino è in prima linea o al ticchettio del cuore sopra di lui o al semplice respiro della madre, possiamo facilmente comprendere quanto sia difficile vivere in quella dimensione se non si è in qualche modo protetti, ma la natura pensa a tutto!
“Il corpo della madre funziona come un violoncello: la colonna vertebrale funge da corda d’arco e il bacino fa da cassa di risonanza. Il suono arriva al bambino per trasmissione ossea. E’ attraverso la madre che il bebè scopre la comunicazione e il dialogo. Alla base del desiderio di comunicare si trova un desiderio di contatto carnale con l’altro-quel primo altro che è la madre. E’ lì che affondano le radici dell’ascolto e del linguaggio.”Elena Balsamo, “Libertà e amore”.
La prima volta che lessi queste parole mi commossi. L’idea di una tale perfezione del corpo umano tale da svolgere un simile lavoro in un atto di totale involontarietà mi fece comprendere quanto siamo grandi nel nostro inconscio e piccoli nel nostro conscio, quanto importante sia questo continuo dialogo-ascolto nella creazione dell’uomo futuro.
Il Bambino poi, nella sua natura più grandiosa, seleziona i suoni e come un “ricercatore d’oro”si sforza di udire la voce materna, di isolarla dal contorno e di farsi cullare da essa. Le parole che la madre rivolge al bambino nel ventre hanno un valore inestimabile. Se pensate a quanto bene fanno parole d’amore, di conforto, di solidarietà a noi adulti, potete facilmente immaginare quanto siano importanti per un essere in formazione.
Se invece durante la gravidanza le cose non vanno come dovrebbero, come ad esempio interventi chirurgici indispensabili o forti situazioni di stress emotivo che si presentano nella vita della mamma, l’ambiente del bambino viene inquinato. Instaurando una relazione molto stretta con il bambino attraverso il corpo, si rischia di far sì che egli si prenda il carico emotivo della madre e può sentirsi sopraffatto da questa esperienza tanto da creargli ansia nella sua vita futura di fronte a situazioni analoghe.“Lo stress cronico cambia la nostra biochimica- afferma il neonatologo americano Frederick Wirth- la nostra architettura cerebrale e accende geni silenti che lasciano tracce di memoria nel nostro cervello.” “Non sono tanto gli stress in se stessi ad essere dannosi quanto le modalità di reazione della madre. Fenomeni come gli attacchi di panico e le crisi d’ansia possono trovare le loro radici in esperienze prenatali traumatiche.”Elena Balsamo, “Libertà e amore”
Queste parole ci permettono di prendere coscienza dell’enorme importanza che ha la vita intrauterina, lo scambio continuo tra mamma e bambino in questa delicata fase di formazione e proprio per questo, al fine di provare a garantire una vita futura serena e con il pensiero di una prevenzione dei disturbi psicologici che ne può altrimenti derivare, oggi si invita la donna in gravidanza a rilassarsi, ad ascoltare il proprio corpo, a chiedere aiuto in caso di difficoltà, a parlare con il proprio bambino, ad ascoltare musica classica o musica perinatale (a tal proposito vi consiglio di scoprire, se non lo avete ancora fatto, i cd di Emiliano Toso, biologo compositore che si interessa proprio di questo tipo di musica, compone a 432Htz e la sua musica viene utilizzata anche nei reparti di ostetricia, ginecologia, sala parto).
Ai tempi di Maria Montessori esistevano invece le “Montessorine”, guidate da Silvana Quattrocchi Montanaro, laureata in medicina e chirurgia, specializzata in Psichiatria, che chiamata da Adele Costa Gnocchi ad insegnare nella Scuola per assistenti all’infanzia Montessori, che interessate al tema della maternità si erano poste come obiettivi il ridare fiducia alle donne terrorizzate dal dolore al fine di avere un parto più rapido e meno doloroso e di garantire una buona relazione mamma-bambino soprattutto sul piano psicologico. Le Montessorine avevano il compito di assistere la donna in travaglio cercando di creare un ambiente rilassante in cui la ella potesse sentirsi “qualche alleato nella lotta”al dolore e non sentirsi sola. Questo modello di assistenza permetteva di avere parti più rapidi, dolore più contenuto anche nell’espressione dello stesso.
Oggi questa figura viene riportata alla luce sotto un altro nome :”doule” e si formano persone proprio per assolvere questo importante compito. In un’ottica ancora più ampia,Tomatis sostiene che per far vivere una gravidanza serena alla madre bisogna metterla sulla stessa lunghezza d’onda del suo bambino. Egli ha studiato una sorta di docce acustiche, ma in modo più semplice si può mostrare alla mamma come mettersi in contatto con il suo bambino attraverso la parola, la presenza amorevole. A tal proposito le Operatrici del Centro Nascita Montessori di Roma tengono corsi per coppie in attesa facendosi interpreti del bambino traducendo ai genitori le sue silenziose richieste per far sì che nasca tra loro una sintonia.
“I desideri del bambino nella pancia della mamma
1.Parlami! Non sono troppo piccolo per non capire. Raccontami le tue gioie e le tue pene. Spiegami in ogni momento che cosa sta succedendo cosicchè io non abbia paura, giacchè non è il dolore che mi spaventa ma il doverlo sopportare da solo.
2.Guardami! Io esisto già, dentro di te. Fammi spazio nel tuo cuore.
3.Toccami! Accarezzami attraverso il tuo ventre tondo. fammi sentire che ci sei, che sei qui con me, che non sono solo.
4.Nutrimi! Mostrami la bellezza del mondo, canta per me le più dolci canzoni, raccontami una storia perchè io possa sognare…”
Elena Balsamo, “Libertà e amore”
Credo che questo Centro e mi auguro molti altri, sia un ottimo punto di partenza per avere sostegno e consapevolezza nel delicato compito di diventare genitori,perchè il bambino non ha bisogni solo quando è già nato, ma anche prima, perchè si diventa genitori di un bambino già quando è solo un pensiero in due cuori e comprenderlo ci dona la lucidità necessaria per affrontare questo magico percorso; credo nell’istinto materno e ne ho un’estrema fiducia; credo nel sostegno al parto e al travaglio alla donna ma anche al bambino, perchè non dimentichiamoci l’estremo sforzo che compie anch’egli per venire al mondo; ed infine credo che un neonato tra le braccia sia lo spettacolo più bello che la vita possa donarci quindi… Godetevelo tutto e con grande consapevolezza!
Vivere Montessori vi augura una buona gravidanza!Dal bambino pensato al bambino nato!
Educatrice Manuela Griso