Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima ma personalmente non mi era mai capitato di sperimentarlo. Il significato dell’espressione è semplice, sta infatti ad indicare che il nostro sguardo è in grado di riflettere stati d’animo e sentimenti e che guardando negli occhi qualcuno possiamo percepirli. Non mi era mai capitato finché un giorno ho sperimentato una sensazione di profonda connessione attraverso lo sguardo. Pur non scambiando una parola con la persona che avevo di fronte, percepivo ciò che sentiva, come se mi stesse parlando su un altro livello, con un linguaggio che non necessitava di essere verbalizzato.
Non è una sensazione che a mio parere può essere confusa con una semplice attrazione, nel caso si tratti di uno scambio di sguardi romantico, è molta più intensa e coinvolgente. E’ come se si instaurasse una comunicazione telepatica attraverso gli occhi. E allora mi è sorto il dubbio che forse gli occhi sono davvero lo specchio dell’anima. Mi sono domandata il perché con alcune persone questo scambio avvenga e con altre meno e la risposta non mi è chiara: forse perché le anime si riconoscono, forse perché riescono più facilmente ad entrare in empatia e a comunicare con quelle simili. Sta di fatto che gli antichi, considerata l’importanza dell’occhio a livello simbolico, conoscevano bene il suo potere e non a caso in molte culture l’occhio è considerato un portafortuna.
Simbologie dell’occhio
L’occhio aperto, privo di palpebre, era simbolo di trascendenza e spiritualità mentre nell’Antico Testamento la divinità era simboleggiata da un occhio inscritto in un triangolo. E che dire del terzo occhio simbolo di chiaroveggenza e intuizione. Nel mondo onirico gli occhi vengono spesso considerati specchio dell’anima, strumenti per vedere oltre le apparenze mentre vedersi senza occhi o ciechi rimanda a un’incapacità di vedere qualcosa che ci riguarda in prima persona.
Ma se l’occhio unico, che si ripresenta in tante culture, è specchio dello spirito, al tempo stesso può essere simbolo di coscienza selvaggia, come nel caso dei Ciclopi. L’occhio che fissa ha a sua volta un’accezione negativa in quanto simbolo del malocchio, ovvero della capacità di trasmettere odio o avversione attraverso lo sguardo: in diverse parti del mondo quando qualcuno guarda con insistenza un neonato o un bambino, si ritiene porti sfortuna e sia necessario fare alcuni rituali più o meno semplici per allontanare la cattiva sorte. Gli occhi appaiono quindi come un organo molto importante e privarli della possibilità di vedere oltre è pericoloso. Non è un caso il detto “a me gli occhi”, che sta ad indicare la volontà di privare la persona della volontà e della capacità di scelta.
L’occhio forse più famoso è quello inscritto nel triangolo equilatero, che a livello simbolico corrisponde al numero 3, quello della perfezione, talvolta accompagnato dal nome ebraico di Dio, Jahvè. Questo simbolo è stato poi acquisito dai massoni che gli attribuiscono due principali significati: il Sole sul piano fisico e Dio sul piano spirituale. Mentre il triangolo, per i massoni, simboleggia la Durata (base), le tenebre e la luce (i lati).
Cos’è l’iridologia
Esiste una disciplina che permette di individuare eventuali problemi psichici o fisici attraverso la lettura dell’iride, da cui prende il nome, iridologia. L’osservazione eseguita dall’iridologo viene confrontata con apposite macchie topografiche dell’iride, partendo dal presupposto che segni, anelli e macchie presenti sull’iride corrispondano a determinati organi corporei e a una maggiore o minore predisposizione a certe malattie. Attraverso questa disciplina sarebbe addirittura possibile individuare eventuali malesseri affettivi osservando la pupilla, il suo colore, il suo contorno e altri aspetti caratteristici. Inoltre i movimenti della pupilla rappresenterebbero un vero e proprio linguaggio in grado di trasmettere specifici messaggi.
Laura De Rosa