Premetto che credo nell’efficacia delle visualizzazioni creative, io stessa ne faccio uso. Ma c’è un po’ di confusione in merito a un aspetto poco considerato. La domanda che a un certo punto mi sono posta mentre facevo le visualizzazioni o ricorrevo ad altre tecniche simili per ottenere/favorire, il raggiungimento dei miei desideri, è stata: “perché visualizzare qualcosa che forse nemmeno desidero? A che mi serve?”. Mi spiego meglio. Quando ci suggeriscono che il pensiero ha la capacità di influenzare concretamente la realtà circostante perché se siamo sintonizzati su pensieri positivi, di successo ecc., ciò aumenta la possibilità di conseguire quegli obiettivi, dicono il vero. Ma il punto non è se la tecnica in se stessa funzioni o meno ma è la validità, anzi l’autenticità, del desiderio.
In cosa consiste la visualizzazione creativa
Prima di spiegarti nello specifico cosa intendo, ecco una breve spiegazione di cos’è la visualizzazione creativa. Si tratta del ricreare mentalmente una certa situazione, contesto, ricorrendo a tutti i sensi. Non basta infatti il pensiero ma esso va associato alla vista e persino a sensazioni tattili, olfattive, gustative, uditive. La visualizzazione ha lo scopo di farci sentire esattamente come si sentiremmo se avessimo già realizzato il desiderio, presupponendo quindi anche un intenso coinvolgimento emotivo.
Mio padre, che non ne sa niente di visualizzazioni creative, è un esperto “inconsapevole” di questa tecnica. Lui ci crede fino in fondo, si immerge nel suo desiderio vedendolo realizzato fin nei minimi particolari. E non è certo il tipo che se ne sta con le mani in mano, tutt’altro. Ma i suoi desideri non si realizzano sempre. E così quelli di tanti altri. La visualizzazione creativa ricalca infatti, in modo più “new age”, il concetto tipico degli anni 80′, “credici, metticela tutta e otterrai ciò che vuoi.” Solo che in questo caso si agisce non solo esternamente ma internamente. Si è fatto un passo in avanti, tuttavia il succo è sempre lo stesso. E c’è un piccolo/grande inghippo che blocca il meccanismo.
Perché la visualizzazione creativa non ci rende felici
Supponiamo che il mio desiderio sia vendere un sacco di prodotti X. Visualizzo quotidianamente il mio giorno ideale con tanto di clienti che fanno ordini, il mio sorriso stampato sulla faccia, la mia felicità per come stanno andando le cose e via dicendo. Se lo faccio bene, potrei anche realizzare quel sogno. Ma il punto è che se quel sogno non è autentico, ovvero se la mia vera “missione” in questa vita non è avere un negozio e vendere prodotti X, che senso ha visualizzare qualcosa che, una volta ottenuto, mi annoierebbe nel giro di breve, giusto il tempo di farci l’abitudine?
Voglio dire che, secondo me, lo scopo che noi tutti dovremmo prefiggerci è scoprire chi siamo e cosa vogliamo davvero, al di là delle apparenze. Perché visualizzare desideri che non corrispondono intimamente alla nostra natura ma solo a ciò che pensiamo di essere a causa di condizionamenti esterni, diventa un circolo vizioso volto a reiterare di volta in volta il senso di frustrazione. Che cosa me ne faccio di un’auto che desidero da morire se, in realtà, una volta ottenuta, non me ne frega niente di quell’auto? Che cosa me ne faccio del successo nel mio lavoro se, in realtà, quel lavoro non fa per me?
Detto questo, credo comunque sia importante sperimentare questa tecnica per rendersi conto se funziona o meno. Sebbene sia anche convinta che metterla in pratica non sia semplicissimo perché richiede costanza e un reale, profondo, coinvolgimento a 360 gradi. Perché in tanti mollano? Perché richiede costanza ma anche perché, a mio parere, i desideri che inseguiamo spesso non sono autentici. E’ come se qualcosa dentro di noi lo sapesse e ci sabotasse per il nostro bene. Inutile sforzo.
Concludo dicendo che sono favorevole alla visualizzazione creativa e penso sia un bene che se ne parli e che la si utilizzi. Tuttavia bisognerebbe spiegare che la vita non migliora perché esaudiamo desideri insulsi, ma fa un salto di qualità quando impariamo a desiderare ciò che davvero vogliamo, ciò che realmente risuona con quello che siamo. Questo passaggio viene spesso tralasciato, forse per non dissuadere le persone a intraprendere il percorso che risulterebbe altrimenti troppo difficile, forse per vendere meglio, forse per qualche altra ragione che ignoro.
Laura De Rosa
yinyangtherapy.it