La medicina orientale, quella cinese e ayurvedica in particolare, tramandano da millenni una conoscenza vastissima e approfondita sulle dinamiche che legano i disturbi fisici a particolari situazioni emotive, legate soprattutto a traumi non risolti e a situazioni di vita particolarmente difficili. Una conoscenza non strettamente scientifica ma decisamente empirica, che della propria efficacia e della sua profondità ha fatto la propria bandiera. Non è un caso, infatti, che nell’era della scienza e delle tecnologie, sempre più persone siano alla ricerca di un tipo di diagnostica che non si preoccupi in modo limitato a curare il sintomo, ma permetta di garantire gli strumenti per comprendere e sciogliere le dinamiche che legano imprescindibilmente la triade di corpo, mente ed anima, unendo la cura vera e propria all’evoluzione spirituale e al radicamento di una consapevolezza che superi il mondo visibile.
Dalla medicina cinese, giunge ai giorni nostri e in questo specifico periodo storico, una diagnostica – ancora una volta, basata su millenni di esperienza con applicazione ad ampio spettro – che permette di riconoscere disturbi o peculiarità della personalità attraverso l’interpretazione dei tratti somatici. Sono molte le modalità che arrivano dal mondo orientale che individuano in zone particolari del corpo una sorta di mappa del corpo intero, come l’iridologia, la riflessologia plantare o quella facciale, che giunge nello specifico dalla tradizione Vietnamita del dopoguerra.
L’analisi cinese del volto e delle sue caratteristiche fornisce un approccio non invasivo per promuovere la salute ed il benessere degli individui; un’altra modalità, dunque, per esplorare se stessi e per permettere al singolo di guardare a se stesso e agli altri, soprattutto come metodo di prevenzione. Il volto, nello specifico, riflette tutte le dinamiche di ciò che si trova nella zona del tronco ed i 5 organi fondamentali: cuore, polmoni, reni, intestino e fegato. Il rapporto non è mai casuale o caotico ed il fatto che il volto determini l’unicità dell’individuo, la possibilità di distinguerlo e di riconoscerlo fra gli altri ne costituisce la prova lampante.
Nelle scuole cinesi di analisi del volto più estremiste e radicali si afferma anche la possibilità di poter leggere nel volto il destino delle persone, quando alcuni tratti peculiari permettono di comprendere cosa accadrà alla persona ad una specifica età. Molti professori di medicina cinese, tuttavia, sconsigliano il fanatismo rispetto a questa visione, poiché potrebbe creare un atteggiamento negativo e, se così si può dire, “ipocondriaco” nei confronti di ogni evento dell’esistenza.
Ecco dunque quali sono le principali relazioni fra tratti del volto e stato di salute degli organi:
– punta del naso: è legato al cuore; un naso spesso arrossato può indicare un sovraccarico dell’organo corrispondente, che in medicina cinese viene considerato come un accumulo di calore, un’infiammazione. È dunque la sede delle emozioni positive, gioiose, di allegria e positività.
– narici e guance: si ricollegano alla salute dei polmoni. Più narici e guance sono spesse e rosee più indicano un buono stato di salute degli organi e la capacità di respirare, assimilare la Vita che giunge dal mondo esterno. Guance incavate indicano polmoni secchi che riflettono quella che viene denominata sindrome della tristezza.
– zona fra gli occhi: è in relazione al fegato. Se particolarmente contratta, indica la contrazione a specchio dell’organo sede della rabbia. È una caratteristica delle persone irascibili che tendono facilmente a perdere la pazienza e questo provoca un indurimento dell’organo, che secondo la medicina cinese è la sede di deposito del sangue durante la notte (spiegazione non scientifica ma emozionale)
– bocca: legata al sistema digerente, all’intestino. Avere il labbro inferiore particolarmente gonfio può indicare delle problematiche legate alla digestione e all’apparato escretorio; queste persone soffrono spesso di stitichezza, o irregolarità. Labbra piuttosto pallide rappresentano una probabile anemia mentre quelle arrossate indicano spesso la presenza di emorroidi.
– orecchie: simboleggiano i reni, trovandosi anche nella medesima duplicità. Orecchie particolarmente grandi si riferiscono a persone capaci di ascoltare e di darsi agli altri. In particolare è interessante comprendere se vi siano disturbi differenti fra l’orecchio sinistro e quello destro, perché riflettono specifiche dinamiche di relazioni con l’universo maschile e quello femminile e soprattutto con il padre e la madre (lato destro: padre, lato sinistro: madre)
– occhi: analogo delle cellule nervose. Per antonomasia gli occhi sono definiti “lo specchio dell’anima”. Occhi in cui si nota particolarmente il bianco della sclera è spesso specifico di persone che tendono a subire, o hanno subito, incidenti o violenze mentre vederlo più pronunciato al di sotto dell’iride può indicare una predisposizione all’aggressività. Avere le borse sotto agli occhi è invece una caratteristica legata i reni che indica la presenza di troppa acqua nel corpo.
Lo studio dei tratti somatici e il loro legame con gli organi richiede uno studio ed una conoscenza approfondita, che non è possibile improvvisare poiché potrebbe rappresentare un’arma a doppio taglio. Il rischio infatti è quello di attuare una doppia e sincronica reazione che però allontanerebbe dall’obiettivo di utilizzare la tecnica in modo genuino, integro e positivo. La reazione Ying potrebbe portare la persona a creare un atteggiamento d’ansia nei confronti di tratti individuati in modo grossolano; quella Yang invece potrebbe creare un rafforzamento dell’Ego negativo, poiché farebbe credere di poter esercitare sugli altri una forma di potere. Come tutti i validi strumenti della medicina va usato con attenzione, cautela, ed estremo rispetto di un patrimonio di saggezza che rimanda alle origini del tempo e della coscienza dell’uomo.
Di Chiara Pasin