Il solstizio d’estate rappresenta il giorno più lungo dell’anno e per molte popolazioni è un momento di festa, di convivialità, che celebra anche il raccolto del grano, rifacendosi agli antichi culti di fertilità. Il solstizio d’estate è pregno di un significato simbolico che rimanda alla potenza del Sole e alla vita.
Quest’anno cadrà il 20 giugno alle ore 22:52 ora italiana e aprirà le porte all’estate nell’emisfero boreale, segnando il giorno più lungo dell’anno oltre che il giorno senza tramonto o “Sole di mezzanotte”, per le località poste sui circoli polari.
Solstizio d’estate.
E’ la resa della primavera senza più condizioni,
è la vittoria del cielo azzurro.
Tutte le creature volano verso la luce,
spinte da un’interna felicità.
(Fabrizio Caramagna)
Solstizio d’estate, cosa c’è da sapere?
La parola solstizio deriva dal latino sol, “sole”, e da statum, “restare immobile”, e significa “il sole che si ferma”. In effetti, dal giorno del solstizio d’estate il sole sembra fermare la sua corsa nel cielo per qualche giorno, prima di iniziare il suo lento declino dopo la festa di San Giovanni, il 24 giugno.
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Durante il solstizio d’estate, il punto subsolare in cui il Sole è perpendicolare al Tropico del Cancro raggiunge la latitudine 23°26 ′ 13″ Nord: una persona posta su questo parallelo percepisce il centro del Sole esattamente allo Zenit, sopra la sua testa. Si riconosce il solstizio d’estate per la durata minima della notte e la durata massima del giorno ed è anche il giorno in cui il Sole sorge più a nord-est, attraversa il meridiano con la massima altezza e tramonta più a nord-ovest. Durante il solstizio di dicembre invece il punto subsolare raggiunge la latitudine 23°26 ′ 13″ Sud, cioè quella del Tropico del Capricorno.
Alcune figure iconiche
Il solstizio d’estate indica il culmine del potere della luce sul buio prima del suo graduale declino mentre il solstizio d’inverno indica l’esatto opposto. Vi è quindi una danza tra luce e notte, tra la fase ascendente e discendente della luce solare.
Non è un caso che nell’iconografia cristiana due uomini importanti capeggiano il giorno direttamente successivo al periodo dei due solstizi: la nascita di Gesù Cristo (il Natale) rappresenta la ripresa della corsa del Sole e la sua rinascita dopo la notte più lunga e inaugura il periodo crescente dell’anno, mentre la natività di San Giovanni Battista si festeggia il 24 giugno, inaugurando la fase decrescente della luce solare nel nostro emisfero. Questa dinamica ricalca quanto avrebbe affermato lo stesso Battista nel Nuovo Testamento:“ Egli deve crescere e io invece diminuire.” (Giovanni 3, 30)
Questa rappresentazione ricalca curiosamente un’antica tradizione celtica che vedeva prodursi ai solstizi la lotta simbolica tra due grandi figure mitologiche: re Quercia, giovane e forte, che governava la fase crescente dell’anno dalla notte del 24 dicembre, e re Agrifoglio, vecchio e saggio, che capeggiava la fase decrescente dalla notte del 24 giugno, chiamata ancora oggi “la notte delle streghe” in ricordo degli antichi riti pagani che si svolgevano durante questa notte magica.
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Cosa ci insegna il solstizio d’estate
Il solstizio d’estate rappresenta il culmine del potere della luce rispetto alla notte e si contrappone al solstizio d’inverno. Durante l’anno, ci muoviamo tra questi due estremi che, se posti nella ruota dello Zodiaco, si allineano da un punto all’altro della ruota: il Cancro nel solstizio d’estate da una parte e il Capricorno nel solstizio d’inverno, dall’altro.
Non si tratta quindi di una lotta tra luce e buio ma di una danza in cui queste due polarità si completano a vicenda illustrando la meravigliosa complessità della vita che si dispiega tra la nascita e la morte, l’inizio e la fine, iscrivendo questi due pilastri dell’esistenza in un percorso a spirale che si ripete certo ogni anno ma mai allo stesso modo, mai con lo stesso livello di coscienza.
Al livello personale, i solstizi ci invitano a mettere a fuoco dentro di noi le forze di cui sono portatori: luce e notte, oltre a riconoscerne le peculiarità e i doni, evitando inutili quanto disfunzionali schieramenti che ci poterebbero soltanto a negare parti di noi e delle forze che rappresentano le fondamenta della nostra esperienza terrena.
Il solstizio d’estate ci insegna che nell’ordine armonioso della natura ad ogni culmine sopraggiunge un lento declino, funzionale e benefico alla vita stessa. Una crescita o stasi perenne della supremazia della luce, del sole o del calore dell’estate porterebbe la siccità, la sterilità della terra, la fame, la morte. La vita si trova tra la luce e l’oscurità, tra il giorno e la notte, tra due polarità opposte e complementare che ci portano alla sacra via di mezzo.
Tradizioni e curiosità dal mondo
A Stonehenge, il complesso megalitico che fungerebbe da osservatorio astronomico secondo alcuni studiosi in virtù del suo allineamento con il sole all’alba del solstizio d’estate (noto anche come Alban Heruin), il Sole si leva al di sopra della Heel Stone, detta anche Friar’s Heel, ovvero “Tallone del frate” tra le acclamazioni dei curiosi e pellegrini che accorrono da tutto il mondo.
Un po’ ovunque nell’emisfero boreale si accendono fuochi e falò durante i giorni solstiziali: in Italia, Francia, Finlandia, Estonia, Grecia, Russia, Serbia,… In questi paesi è possibile osservare una pratica comune: il rito propiziatorio del salto sopra il fuoco sarebbe in grado di portare buona fortuna, raccolti abbondanti, prosperità e allontanare gli spiriti molesti.
Molte tradizioni antiche legate ai giorni solstiziali sono sopravvissute anche nelle pratiche contadine della nostra penisola: la preparazione del nocino, l’acqua di san Giovanni oppure la raccolta delle 9 erbe magiche da raccogliere a mezzanotte…
• la felce per aumentare i guadagni,
• l’iperico contro il malocchio,
• l’artemisia per allontanare la negatività,
• la verbena per favorire la pace,
• la ruta per portare gioia,
• l’aglio per la protezione in generale,
• l’agnocasto utile contro i morsi di serpenti e altri animali e anti-afrodisiaco,
• la lavanda per proteggersi da disgrazie e attrarre la fecondità,
• la ginestra utile nei riti funebri per aiutare l’anima dei propri defunti a passare nell’Aldilà.
Sandra “Eshewa” Saporito
Autrice e operatrice in Discipline Bio-Naturali
www.risorsedellanima.it
Articolo aggiornato il 18-06-2024