Dopo aver letto centinaia di libri sulle energie rinnovabili e l’agricoltura sostenibile, Alessandro e Chiara sono passati dalle parole ai fatti. Promuovere, diffondere e perseguire uno stile di vista sostenibile è diventata la loro missione, coincisa con la creazione del Parco dell’energia rinnovabile (PeR), «un centro scientifico, didattico e ricettivo in prima linea nella ricerca e nella sperimentazione di tecnologie, processi e azioni virtuose che migliorino la vita dell’uomo e riducano l’impatto dell’azione della società civile sul Pianeta», così come amano definirlo.
Un eco-centro situato in un’area bioagricola, un parco didattico divulgativo sul tema dell’energia rinnovabile e un esperimento concreto di autosufficienza agro-energetica: questo è il PeR, fortunato esempio di riruralizzazione a partire dall’acquisto e riqualificazione di un rudere abbandonato negli anni ’60, quando il diffondersi dell’agricoltura intensiva costrinse all’inurbamento molti contadini.
Siamo nel cuore verde dell’Italia, l’Umbria, più precisamente nel comune di Guardea (frazione Frattuccia, Inano) in provincia di Terni. Qui, a un’altitudine di 575 metri, in un’area rurale integra e di alto pregio faunistico/botanico ben lontana da industrie e insediamenti produttivi inquinanti sorge il PeR, inaugurato nel maggio del 2009. Si tratta di un posto speciale che non risponde ai requisiti del turismo di massa, i cui vantaggi si traducono in qualità della vita, bassissima densità di popolazione e contatto con la natura. Senza dimenticare che stiamo parlando di una base di partenza ideale per ammirare i tesori storico-artistici e naturalistici della regione.
Gli obiettivi di quest’avventura partita nel lontano 1999 sono chiari: «Dimostrare come la bioedilizia, il risparmio energetico, l’uso di fonti energetiche rinnovabili e di prodotti bio-alimentari, il riciclo dei rifiuti non implichino necessariamente privazioni o costi proibitivi, bensì consentano di mantenere uno standard di vita elevato, con un miglioramento qualitativo nel rispetto e nella salvaguardia dell’ambiente». Dopo un duro lavoro, i terreni abbandonati negli anni ’60 ospitano oggi una moderna azienda agricola di 4,5 Ha, dedita unicamente alla coltivazione biologica. Bando dunque all’agricoltura intensiva e alla dipendenza dalla chimica, le parole d’ordine al PeR sono: abolizione dei fertilizzanti artificiali e degli antiparassitari chimici, lotta integrata, compostaggio, associazione, rotazione, dissuasori fotovoltaici per tener lontani i cinghiali, risparmio idrico e grandi cisterne per la raccolta dell’acqua piovana.
Tutto ha avuto inizio con la messa a dimora di numerose piante da frutto delle antiche varietà, prima dei pomodori fatti crescere in aridocoltura. L’idea di fondo è quella di differenziare il terreno in aree dove sperimentare tecniche colturali differenti. In generale si mira a ridurre il consumo d’acqua e a limitare l’impiego dei mezzi agricoli, anch’essi fonte di inquinamento ambientale. Durante i periodi di maggiore impegno è prevista la possibilità di campi lavoro per volontari che condividono gli ideali del PeR.
Oltre all’orto convenzionale sono state realizzate le aiuole per l’orto sinergico e gli spazi per lo sviluppo del metodo permaculturale: i prodotti agricoli sono destinati alle esigenze dei residenti dell’ecovillaggio e del ristorante del Natural Hotel, l’agriturismo che fa parte dell’azienda. Tra le produzioni spicca la fava cottòra di Collicello e Frattuccia, una biodiversità salvata che rappresenta il primo presidio SlowFood della provincia di Terni. Si tratta di fave di piccole dimensioni che possono esser cotte più facilmente e in tempi minori rispetto alle altre varietà, risultando di gran lunga più digeribili. Coltivata senza l’utilizzo di prodotti chimici, raccolta a mano e selezionata con cura, la còttora viene offerta sia bollita che insaporita in forma di crema per i crostini. È lei la “chicca” a Km 0 del ristorante. In fondo stiamo parlando di un ecotipo selezionato di generazione in generazione dagli abitanti del posto, che ha permesso a questo piccolo legume di sopravvivere all’avvento dell’economia globalizzata e della grande distribuzione.
Non solo azienda agricola biologica, il PeR svolge attività ricettiva agrituristica tutto l’anno, in una splendida area verde immersa in 6mila Ha di bosco. Il silenzio, il contatto con la natura e i momenti di convivialità sono i punti di forza dell’agriturismo, dove il vecchio edificio abbandonato ha lasciato il posto al Natural Hotel, con dieci unità abitative dotate di servizi indipendenti, ristorante con cucina professionale (i menù sono essenzialmente vegetariani e vegani), sale comuni e una sala conferenze. Lo standard è elevato e gli ospiti possono constatare come le energie rinnovabili e le soluzioni di risparmio energetico permettano di migliorare il comfort, ridurre i consumi e rendere sostenibile la gestione economica.
Preoccupati dall’aumento dell’inquinamento e dal cambiamento climatico, fenomeni strettamente correlati al massiccio uso di combustibili fossili, i soci fondatori del PeR hanno voluto realizzare un azienda agricola biologica capace di svolgere anche un’attività turistica e formativa, basata sullo sfruttamento delle soli fonti rinnovabili e sul risparmio energetico. Vivere in armonia con la natura limitando l’impatto ambientale non è un’utopia: ospiti e visitatori sono chiamati a prenderne atto. La struttura rappresenta un modello integrato di diverse soluzioni applicabili a una costruzione ecosostenibile, riassumibili in otto punti:
- 1) materiali costruttivi ad alto isolamento termico sia delle pareti che del tetto, senza ponti termici con l’esterno
- 2) riutilizzo delle acque piovane all’interno della struttura
- 3) riscaldamento a pannelli radianti alimentato con stufe a biomassa e integrato con collettori solari
- 4) elettrodomestici a ridotto consumo energetico
- 5) corpi illuminanti a basso consumo ed alto rendimento
- 6) pannelli fotovoltaici integrati con generatori eolici
- 7) raffrescamento naturale
- 8) serre passive
Pur mantenendo le caratteristiche architettoniche tipiche del casale umbro, si riesce così a migliorare la qualità di vita dell’ambiente interno, ridurre i consumi energetici e limitare le emissioni di inquinanti. Vivere esclusivamente con l’energia derivata dal sole e dal vento rappresenta un’esperienza unica. La casa energia zero (o passive house), utilizzata a scopo abitativo, è inserita anche nei programmi di visita del centro. All’esterno, un quadro sinottico con tabelle e grafici spiega il funzionamento e l’utilizzo dei metodi installati. Le esperienze acquisite e i dati raccolti sono inoltre messi a disposizione delle aziende sostenitrici e divulgati attraverso vari canali d’informazione.
«La nostra vocazione è trasmettere le conoscenze con l’entusiasmo di contribuire a migliorare la qualità della vita. Stimolare il piacere di imparare divertendosi insieme. Dall’esperienza accumulata in questi anni di impiego, manutenzione, revisione degli impianti installati al PeR e dalla passione che ci ha motivato nel realizzare il Parco dell’Energia è scaturita la conoscenza di un notevole bagaglio di nozioni tecnico/pratiche che vogliamo condividere con chi è interessato ad affacciarsi al mondo delle alternative energetiche rinnovabili», affermano i fondatori del PeR.
Durante tutto l’anno sono organizzati corsi di formazione che affrontano temi quali il risparmio energetico, la sostenibilità, la bioedilizia, la riprogettazione energetica delle abitazioni, l’autoproduzione del cibo e le tecniche di coltivazione rispettose della terra. Ogni anno il PeR ospita circa 3.000 visitatori tra studenti di ogni ordine e grado, tecnici, professionisti del settore e semplici cittadini provenienti da tutto il mondo. L’offerta è varia, comprendendo le visite turistiche, quelle didattiche giornaliere, i soggiorni-studio e gli stage formativi per gli studenti, oltre ai convegni scientifici, ai corsi e ai seminari di aggiornamento per tecnici e installatori. Queste attività sono gestite da esperti naturalisti, educatori ambientali e ricercatori.
Durante tutto il percorso formativo lo staff del PeR privilegia l’apprendimento esperienziale, teso a sviluppare autonomia e pensiero critico, mentre le attività privilegiano l’approccio ludico e contemplano momenti finali di riflessione e valutazione sul lavoro svolto. L’esperienza formativa in un’azienda specializzata sul tema della sostenibilità si abbina inoltre alla possibilità di risiedere in una struttura ricettiva autosufficiente, alimentata esclusivamente da fonti energetiche rinnovabili. Questo eco-centro svolge anche interventi esterni presso altre sedi e scuole, collabora con i Comuni e altre organizzazioni creando programmi specifici in base agli obiettivi previsti, e infine effettua valutazioni energetiche per proporre ai committenti le soluzioni più semplici ed economiche all’insegna della sostenibilità.
«L’obiettivo del PeR è di promuovere nei visitatori (cittadini, alunni o tecnici che siano) un approccio orientato allo sviluppo consapevole dell’essere umano che, nel suo significato più ampio, è comprensivo dei principi di sostenibilità, rispetto del bene comune, intercultura e solidarietà». Un messaggio chiaro quello del PeR, che è anche una fattoria didattica, un centro di educazione ambientale accreditato presso la Regione Umbria e un ecovillaggio intenzionale, che adotta le tecniche della condivisione e della comunicazione non violenta.
Al PeR vi è la volontà di testimoniare una sorta di stile dell’efficienza energetica per suscitare il desiderio e il piacere di cambiare. Perché la vita sulla terra è un fantastico equilibrio di forme di vita, che va mantenuto tutelando l’ambiente e la biodiversità. «Vogliamo essere felici e rendere felici: risparmiare risorse non è un sacrificio, è il nuovo edonismo, è il nuovo umanesimo». Dal PeR giungono parole sante per il futuro sostenibile del nostro pianeta.
Visitate il sito internet www.per.umbria.it
Marco Grilli