Le ambiguità sul tema del corpo della donna sono, in via inversamente proporzionale all’evoluzione che si millanta al giorno d’oggi, ancora fortemente radicate nella nostra società. A causa del moralismo sprovveduto consolidatosi soprattutto dopo l’era illuminista, il corpo è diventato un argomento tabù.
Il predominio della razionalità di pensiero sull’istintualità del corpo ha necessitato della destituzione del potere di quest’ultimo – la cui saggezza millenaria era stata custodita da svariate culture. Proprio la conformazione specifica e le meraviglie del corpo femminile sono state occultate ed etichettate attraverso la diffusione delle idee del peccato, dell’inibizione, di un senso di purezza e pudore al limite del sopportabile… E del vero.
La rigidità mentale legata in senso stretto al corpo e alla sessualità si è trasformata nel corso del tempo e dell’involuzione dei valori di libertà ed uguaglianza, in rigidità propriamente fisica ed attitudinale. Sono molte le donne che si trovano in difficoltà nel rapportarsi alla propria natura, al proprio “genere”, che non riescono a permettersi di fluire e vivere in armonia con esso, anche e soprattutto per quanto riguarda l’esperienza della sessualità.
Questa è l’epoca in cui la donna ha il diritto e dovere di riscoprire se stessa, di esplorarsi cominciando a conoscere e svelare ogni angolo dell’universo di cui si compone.
L’area forse fra tutte più intima per la donna è quella del perineo che si trova alla base del bacino – chiudendolo; anatomicamente parlando, essa si compone di muscoli e fibre molli delimitati anteriormente dalla sinfisi pubica e posteriormente dal coccige, ai lati delle due tuberosità ischiatiche. Di questa regione così particolarmente delicata si parla spesso a bassa voce, per retaggio culturale.
In quanto legata alla sessualità e alla riproduzione è un argomento delicato, personale e per alcune imbarazzante; inoltre, trovandosi in relazione agli organi di base dell’apparato escretore per le funzioni di evacuazione, viene associata in modo distorto ad una visione di qualcosa di “sporco”, impuro. Un concetto di impurità che non è solo fisica ma anche e specialmente di pensiero. Questa regione del corpo, infatti, dovrebbe ridiventare per le donne una piazza sacra da onorare, terreno di confronto e consapevolezza. La zona perineale, se osservata con occhi nuovi e consapevoli, assume il significato più profondo di giardino per la vita, porta d’accesso alla dimensione di benessere psicofisico e al moto della nascita, se mantenuta attiva e sollecitata.
Non tutte sanno che è possibile rafforzare la muscolatura di questa regione attraverso una ginnastica dolce che apporta benefici specifici, legati allo stato di salute di corpo e spirito. Questa ginnastica intima è conosciuta come ginnastica perineale o del pavimento pelvico (perché l’area poggia sulle pelvi), o ginnastica di Kegel, dal nome del medico che negli anni 50 del Novecento studiò la fase del recupero delle funzionalità dell’area perineale post parto, considerando annessi cambiamenti che avvengono a livello del corpo umano e mettendo a punto esercizi che aiutassero a recuperare la tonicità e l’energia dei tessuti.
Una curiosità: in realtà, il merito delle prime intuizioni sul tema va a Margaret Morris, ballerina professionista che negli anni 30/40 che dopo aver studiato fisioterapia si era concentrata sul l’analisi del corpo della donna nella sua totalità, tanto per le problematiche post parto quanto per quelle di menopausa e incontinenza. Non solo anni differenti, ma specialmente, studi di una donna che non vennero trattati equamente e non ottennero il medesimo successo.
Nella pratica, la ginnastica si sviluppa attraverso esercizi invisibili e visibili. Quelli invisibili e più profondi si fanno (se principianti) in piedi o da semistese con gambe flesse; dopo un po’ di pratica, invece, possono essere eseguiti in qualunque posizione. Il focus principale, nonostante la ginnastica possa assumere diversi nomi e sfumature, è sulla stimolazione dei muscoli perineali attraverso fasi di contrazione e riposo intervallate, in cui il riposo deve durare il doppio del tempo della contrazione per evitare che queste parti così delicate possano risentire di un sovraccarico andando in iper contrazione. La contrazione deve essere avviata verso l’interno, verso il piccolo bacino. In generale questa contrazione e rilascio è conosciuta con il nome di esercizio della perla – uno degli esercizi fondamentali – perché nella fase di contrazione si deve immaginare di “contenere” una perla in mezzo alla vagina per poi rilasciarla come se fosse legata ad un filo. Gli esercizi visibili, invece, coinvolgono tutto il corpo e implicano un movimento attraverso sollecitazione, rotazione etc dell’area del bacino mentre si continuano a praticare gli esercizi invisibili, con l’obiettivo di mobilizzare e valorizzare tutta la parte che contiene al suo interno la regione perineale.
I benefici di questa ginnastica sono dunque molteplici: migliora la percezione del piacere sessuale attivando una maggior sensibilità e ricettività dell’area, migliora le problematiche mestruali e genitali come dismenorrea, candida, vaginiti in quanto il lavoro su questi muscoli ne favorisce l’irrorazione di sangue aiutando ad attivare le difese immunitarie e a far diminuire il dolore. È una ginnastica che aiuta nelle situazioni di incontinenza poiché si sviluppa una maggior tonicità, elasticità e resistenza; in situazioni pre/post parto per alleviare i dolori del momento di travaglio ma anche il recupero della tonicità dei muscoli dopo il parto stesso, che inevitabilmente rende la zona perineale cedevole e vulnerabile.
Inoltre, la ginnastica propone anche esercizi visibili snellisce la figura, i fianchi e l’addome per l’allenamento cui viene sottoposta tutta la zona. Ultimo ma non meno importante, questi esercizi permettono di entrare in contatto con la parte più profonda da di sé, stimolando la percezione della propria sensibilità, di un orgoglio e di un senso di appartenenza tutto femminile, che aiuta la donna a sentirsi più appagata. Cambia la concezione di femminilità della donna, la quale prende coscienza delle funzioni e dei tesori che nasconde, diventando così più consapevole del proprio valore e del proprio ruolo del mondo; viene trasformata la propria auto immagine – il riflesso di se stessa – non per soddisfare un frivolo capriccio dell’ego ma per darsi la possibilità di accettarsi, amarsi, crescere e far crescere con pienezza ed equilibrio le proprie potenzialità.
Energeticamente, infine, stimolare quest’area significare mantenere attivo e vivo il primo chakra Muladhara, il fulcro dell’energia delle radici, la base, il radicamento, lo stare nel mondo, la concretezza, il godimento della vita da intendersi anche come piacere sessuale, la riproduzione, la forza, il senso di centratura. Così facendo la donna ha la possibilità di rivedere se stessa, scoprendosi infinita di possibilità nel percepire le gioie del corpo e del cuore, aprendosi come un fiore alla vita, offrendo nettare di vita. La donna è una vita di cambiamento, ascolto, attenzione, tenacia, protezione, sostegno, premura, affetto, forza, accoglienza, tenerezza, provocazione, innocenza, dolcezza, saggezza, tolleranza. Pioggia sottile e tempesta. Ogni sfaccettatura è contenuta nel corpo della donna, il tempio del mistero, della vita, della ri-generazione, della sensibilità e dell’intuito, dell’audacia e della caparbietà, convogliata, appunto, verso il perineo. Il corpo della donna è la culla dell’umanità e va conosciuto e amato in ogni sua parte.
Di Chiara Pasin