Tutti noi siamo nati da un padre e una madre che ci hanno accolto incondizionatamente, senza vedere prima i nostri occhi, i nostri capelli, senza conoscere il nostro carattere e il nostro stato di salute. Ad occhi chiusi e senza condizioni ci hanno donato la vita.
Crescendo e diventando adulti questo fatto semplice, quasi banale ma dal significato sconcertante, ci entra particolarmente dentro, ne prendiamo atto con umiltà e stupore e sentiamo dentro di noi l’esigenza forte e immediata di urlare ai nostri genitori un sentito “Grazie!” Questo scatto, questa presa di coscienza può avvenire in seguito a diversi eventi come la nascita di un figlio oppure un lutto o ancora una malattia o semplicemente ma magicamente grazie ad un nostro cammino di crescita.
Spesso questo moto di riconoscenza non accade oppure avviene ma troppo tardi perché i nostri genitori possano udirlo.
Il rapporto con chi ci ha fatto nascere è un rapporto complesso, aggrovigliato, spesso confuso. Sono le prime e forse le uniche persone che hanno avuto l’occasione di viverci nudi, autentici, senza difese ma durante il corso della vita possono diventare dei perfetti estranei, dei disturbatori della nostra serenità, dei problemi veri e propri ed i responsabili di questi malesseri siamo entrambi.
Diventiamo grandi e come è giusto che accada ci spogliamo del nostro ruolo infantile e pretendiamo di essere trattati come adulti. Ma ciò tante volte non accade, il cordone ombelicale che prima ci ha unito fisicamente e poi energeticamente non si vuole staccare. Da una parte o dall’altra o spesso da entrambe le parti vi è una forte fortissima resistenza a lasciare andare un rapporto ormai vecchio, inutile, dannoso, non vi è la volontà ed il coraggio di trasformare questo legame. E incomprensioni, critiche, battibecchi si trascinano per anni e anni andando a far nascere tristezze, delusioni, malattie.
E’ difficile riuscire a ritrovare o a costruire armonia in situazioni simili ma un primo passo verso un rapporto più sano tra genitori e figli è assolutamente un primo passo figliale, una presa di consapevolezza che può aiutare a toglierci di dosso il peso di dover per forza cambiare quella persona o l’indole a dover a tutti costi controllarla. E’ il figlio che deve fare questo primo grande passo perché è una sorta di rito di passaggio per lasciarsi alle spalle ciò che è stato e focalizzarsi sul presente e su progetti futuri.
Siamo adulti e in quanto tali abbiamo il dovere di prendere le redini della nostra vita, di mostrare ai nostri genitori che possono cambiare il loro atteggiamento nei nostri confronti, che siamo diventati grandi e il loro compito educativo è giunto al termine, che ora si possono finalmente godere il nostro stare insieme alla pari.
Per fare questo primo grande passo vi consiglio di dire o anche solo di scrivere queste parole, tenetevele per voi e solo quando ve lo sentite regalatele ai vostri genitori. Sono parole rivolte alla figura materna ma possono tranquillamente essere trasportate ad entrambi i genitori.
Madre, perdonami perché non è facile per me ricordare che sei un essere spirituale, che si è prestato ad interpretare il ruolo di madre sulla terra.
Perdonami, perché troppo spesso non ricordo che abbiamo un patto e ascolto solo le mie percezioni ferendo i tuoi sentimenti.
Perdonami per ogni minuto in cui ho pensato che tutto questo riguardasse te e non me.
Perdonami perché ho cercato di cambiare la storia del nostro rapporto, invece di accettarla.
Perdonami perché non è facile per me sapere e sentire chi sei realmente, perché attraverso te vedo la mia bambina ferita e il dolore non mi permette di vedere con chiarezza.
Mi scuso per il dolore che ho posto sui ricordi che condivido con te.
Ti ringrazio perché sei qui e ti amo per quello che sei.
Io onoro la mia e la tua vita esattamente come sono.
(Parole by Vivi Cervera)
Che il rapporto con i vostri genitori sia buono o un disastro non conta, questo inizio di consapevolezza è una via importante e costruttiva che può gettare le basi per una faticosa serenità e una pienezza individuale e relazionale bellissima.
Elena Bernabè