Ormai mi incuriosisce di più morire. Mi dispiace solo che non potrò scriverne
(Anam il senzanome. L’ultima intervista a Tiziano Terzani)
Tiziano Terzani nacque nel 1938 a Monticelli, Firenze, fu un giornalista, viaggiatore ma prima di tutti un uomo con principi e radici solide.
Si laureò con lode in Giurisprudenza nel 1962 presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, viaggiò molto in Giappone e in America dove riuscì a conseguire un Master in Affari Internazionali alla Columbia University di New York.
Visse in Asia nei primi anni ’70 e sentì profondamente la guerra del Vietnam, tanto che nel ’75 fu uno dei pochissimi giornalisti a restare a Saigon e ad assistere alla presa di potere da parte dei comunisti.
E poi di nuovo in viaggio da Hong Kong a Pechino attraverso strade e paesi che nessun straniero aveva mai visto e vissuto; arrivò in Cambogia nel 1981, a Phnom Penh, e nell’84 venne espulso dalla Cina per “attività controrivoluzionarie“. Fino agli anni ’90 rimase a Tokyo per poi trasferirsi in India nel ’94.
Terzani fu sempre un pellegrino, viaggiò molto incontrando culture diverse, persone diverse, affiancando Gino Strada ed Emergency nella causa “Fuori l’Italia dalla guerra“, collaborando con diverse testate giornalistiche sia italiane che estere, ma il viaggio ed il lavoro più importante lo fece su se stesso cercando la via dentro se per trovare la pace e la serenità verso la morte, una strada lastricata dalla malattia che lo uccise lentamente, un cancro, e che lo riportò in Italia dove morì nel 2004.
L’unico vero maestro non è in nessuna foresta, in nessuna capanna, in nessuna caverna di ghiaccio dell’Himalaya… E’ dentro di noi! (Tiziano Terzani)
Ecco i pensieri più belli, le frasi di questo grande uomo che fanno bene al cuore. Sono estrapolate da alcuni suoi libri.
La fine è il mio inizio
Un padre racconta al figlio il grande viaggio della vita
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Che cos’è che ci fa così spavento della morte? Quello che ci fa paura, che ci congela davanti a quel momento è l’idea che scomparirà in quell’attimo tutto quello a cui noi siamo tanto attaccati. Prima di tutto il corpo. Del corpo ne abbiamo fatto un’ossessione.
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Il coraggio è il superamento della paura.
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Una strada c’è nella vita. La cosa buffa è che te ne accorgi solo quando è finita. Ti volti indietro e dici “oh, guarda, c’è un filo”. Quando vivi non lo vedi il filo, eppure c’è. Perché tutte le decisioni che prendi, tutte le scelte che fai sono determinate, si crede, dal libero arbitrio, ma anche questa è una balla. Sono determinate da qualcosa dentro di te che è innanzitutto il tuo istinto, e poi da qualcosa che gli indiani chiamano il karma accumulato fino ad allora.
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L’educazione dovrebbe cominciare con l’insegnare il valore della non violenza, che ha a che fare poi con tutto: con l’essere vegetariano, col rispettare il mondo, col pensare che questa terra non te l’han data a te, che è di tutti e tu non puoi impunemente metterti a tagliare e fare buchi.
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Questo mondo è una meraviglia. Non c’è niente da fare, è una meraviglia. E se riesci a sentirti parte di questa meraviglia – ma non tu, con i tuoi due occhi e i tuoi due piedi; se Tu, questa essenza di te, sente d’essere parte di questa meraviglia – ma che vuoi di più, che vuoi di più? Una macchina nuova?
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E ricordati, io ci sarò. Ci sarò su nell’aria. Allora ogni tanto, se mi vuoi parlare, mettiti da una parte, chiudi gli occhi e cercami. Ci si parla. Ma non nel linguaggio delle parole. Nel silenzio.
Un altro giro di giostra
Viaggio nel male e nel bene del nostro tempo
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Avete mai sentito le grida che vengono da un macello? Bisognerebbe che ognuno le sentisse, quelle grida, prima di attaccare una bistecchina. In ogni cellula di quella carne c’è il terrore di quella violenza, il veleno di quella improvvisa ultima paura dell’ animale che muore.
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I miracoli esistono e sono miracoli perché capitano una volta ogni tanto, perché sono qualcosa di insolito, qualcosa che non capiamo, perché sono un’eccezione alla regola del non-miracolo.
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Viaggiare era sempre stato per me un modo di vivere e ora avevo preso la malattia come un altro viaggio: un viaggio involontario, non previsto, per il quale non avevo carte geografiche, per il quale non mi ero in alcun modo preparato, ma che di tutti i viaggi fatti fino ad allora era il più impegnativo, il più intenso.
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La vera conoscenza non viene dai libri, neppure da quelli sacri, ma dall’esperienza. Il miglior modo per capire la realtà è attraverso i sentimenti, l’intuizione, non attraverso l’intelletto. L’intelletto è limitato.
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Quella che chiamiamo eufemisticamente “carne” sono in verità pezzi di cadaveri, di animali morti, morti ammazzati. Perché fare del proprio stomaco un cimitero?
Un indovino mi disse
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Ho scoperto prestissimo che i migliori compagni di viaggio sono i libri: parlano quando si ha bisogno, tacciono quando si vuole silenzio. Fanno compagnia senza essere invadenti. Danno moltissimo, senza chiedere nulla.
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Quanti massacri, quanti terremoti avvengono nel mondo, quante navi affondano, quanti vulcani esplodono e quanta, quanta gente viene perseguitata, torturata e uccisa! Eppure, se non c’è qualcuno che raccoglie una testimonianza, che ne scrive, qualcuno che fa una foto, che ne lascia traccia in un libro, è come se quei fatti non fossero mai avvenuti! Sofferenze senza conseguenza, senza storia. Perché la storia esiste solo se qualcuno la racconta.
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Tutti dobbiamo chiederci (e sempre) se quel che stiamo facendo migliora e arricchisce la nostra esistenza. O abbiamo tutti, per una qualche innaturale deformazione, perso l’istinto per quel che la vita dovrebbe essere, e cioè soprattutto un’occasione di felicità?
Documentario Anam
L’ultima intervista a Tiziano Terzani
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Violenza produce violenza, non c’è niente da fare. Per questo anche il mio essere vegetariano è una scelta morale. Ma come si può allevare la vita per ucciderla e mangiarsela, come si può ottenere in delle spaventose gabbie migliaia e migliaia di polli a cui si debba tagliare il becco perché non becchino le galline che gli stanno a fianco… Tutto per ingrassare, tutto perché possiamo avere anche noi parte di questa realtà… Hai mai sentito le urla di un macello di maiali? Come puoi mangiare i maiali?
Lettere contro la guerra
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Quel che ci sta succedendo è nuovo. Il mondo ci sta cambiando attorno. Cambiamo allora il nostro modo di pensare, il nostro modo di stare al mondo. È una grande occasione. Non perdiamola: rimettiamo in discussione tutto, immaginiamoci un futuro diverso da quello che ci illudevamo d’aver davanti prima dell’11 settembre e soprattutto non arrendiamoci alla inevitabilità di nulla, tanto meno all’inevitabilità della guerra come strumento di giustizia o semplicemente di vendetta.
Le guerre sono tutte terribili.
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“In tutta la storia ci sono sempre state delle guerre. Per cui continueranno ad esserci”, si dice. “Ma perché ripetere la vecchia storia? Perché non cercare di cominciarne una nuova?” rispose Gandhi a chi gli faceva questa solita, banale obiezione.
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Solo se riusciremo a vedere l’universo come un tutt’uno in cui ogni parte riflette la totalità e in cui la grande bellezza sta nella sua diversità, cominceremo a capire chi siamo e dove stiamo.
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Facciamo più quello che è giusto, invece di quello che ci conviene. Educhiamo i figli ad essere onesti, non furbi
Valeria Bonora
Leggi anche —> La fine è il mio inizio di Tiziano Terzani e Tiziano Terzani e i suoi meravigliosi insegnamenti