Condividere la quotidianità rurale alla ricerca di stili di vita in armonia con la natura: questo è il principio fondamentale di Wwoof, un movimento mondiale che mette in relazione volontari e progetti rurali naturali, promuovendo esperienze educative e culturali basate su uno scambio di fiducia senza scopo di lucro. Obiettivo: contribuire a costruire una comunità globale sostenibile.
Volontari più o meno giovani e sensibili alle tematiche ambientali hanno così la possibilità di viaggiare in tutto il mondo, a bassi costi e in modo eco-friendly, ottenendo vitto e alloggio in aziende biologiche e biodinamiche, in cambio di alcune ore di lavori agricoli quotidiani. Wwoof è infatti l’acronimo di “World wide opportunities in organic farms”, traducibile in italiano in “opportunità nelle fattorie biologiche di tutto il mondo”.
Questa forma di turismo responsabile è nata in Inghilterra nel 1971, quando la segretaria londinese Sue Coppard, stanca di vivere in città e affascinata dagli ideali dell’agricoltura ecologica, organizzò un weekend lavorativo di prova per quattro persone presso la fattoria biodinamica dell’Emerson College, nel Sussex. Un esperimento di grande successo, replicato, esteso e destinato a dar vita a una vera organizzazione per far incontrare le esigenze degli ospitanti (host) con quelle dei viaggiatori volontari (wwoofer).
Per oltre 40 anni il Wwoof si è diffuso in vari Paesi del mondo, con ogni gruppo che agiva in modo indipendente. Per sopperire alla mancanza di un centro di riferimento, con l’avvento del web furono creati due portali (uno promosso da Wwoof Uk, l’altro da un collettivo di gruppi comprendenti quello francese, giapponese, australiano e neozelandese), tesi a indirizzare gli interessati ai Wwoof del loro Paese prescelto o di origine. Un lavoro importante ma non sempre efficace, che ha portato così i gruppi Wwoof a indire una conferenza internazionale in Corea (settembre 2011), allo scopo di creare una vera federazione che potesse unire, promuovere, tutelare e sostenere il movimento Wwoof nel mondo.
Dopo diciotto mesi di discussioni e negoziazioni, nel marzo 2013 si è costituita la Federazione di organizzazioni Wwoof (FoWO), che al momento comprende più di 40 Wwoof nazionali, oltre ai soci di 60 Paesi coordinati da Wwoof Independents. Purtroppo non si è però giunti a una vera unificazione mondiale del movimento, perché sei Paesi, rimasti insoddisfatti per gli accordi raggiunti, continuano a operare con le loro organizzazioni nazionali nell’Associazione internazionale Wwoof (Iwa). Oggi FoWO prosegue a dialogare con Iwa per giungere a una federazione unificata a livello mondiale: intanto è riuscita a creare una cooperazione globale tra le varie organizzazioni, con la gestione di due portali (www.wwoof.net e www.wwoofindependents.org), un logo, una newsletter, un’assicurazione globale per Wwoofers e un programma di sviluppo “Wwoof 2020”.
Rientra nella Federazione anche Wwoof Italia, fondata nel 1999 con sede a Castagneto Carducci (Li) e presieduta da Claudio Pozzi. Questa associazione di promozione sociale, tesa a far conoscere e sostenere l’agricoltura naturale come scelta di vita, organizza una rete nazionale di persone (host) che si costituiscono in centri educativi, per mettere a disposizione i propri spazi di vita e di lavoro e consentire la libera circolazione dei soci viaggiatori volontari (wwoofer). Quest’ultimi contribuiscono allo sviluppo dei singoli centri, promovendo così «la diffusione di idee e pratiche per un sano equilibrio tra l’uomo e la natura», come recita lo statuto. La lista italiana Wwoof include aziende agricole biologiche e biodinamiche di piccole e medie dimensioni, oltre a piccole comunità: alcune commercializzano i loro prodotti e vivono del loro lavoro, mentre altre mirano solo all’autosufficienza alimentare. Siano fattorie più o meno grandi, agriturismi, orti urbani, piccoli appezzamenti a conduzione individuale o familiare o perfino ecovillaggi, i loro elementi comuni sono rappresentati dalla pratica dell’agricoltura naturale e dalla costituzione di centri educativi diffusi in tutto il territorio.
Chiunque svolga un’attività agricola a livello familiare o professionale e condivida lo stile di vita e i valori di Wwoof Italia, qualora intenda costituirsi in centro educativo può presentare la domanda di adesione all’associazione con una descrizione sintetica del luogo e del progetto di vita. I soci host non pretendono dai wwoofers esperienze particolari o conoscenze specifiche dei lavori agricoli, ma solo buona volontà, desiderio di imparare, apertura mentale, fiducia, curiosità e soprattutto voglia di scoprire e condividere uno stile di vita sostenibile. Solo così si potrà realizzare una vera e proficua esperienza di Wwoofing, che non va confusa con una semplice vacanza a costo zero.
I volontari affascinati dal mondo dell’agricoltura naturale, che intendono mettersi in viaggio per scoprire le varie realtà biologiche e biodinamiche e acquisire competenze professionali spendibili al momento del ritorno alla vita quotidiana, possono iscriversi all’associazione come wwoofers, pagando una quota associativa che comprende anche una copertura assicurativa e permette di scegliere il centro educativo ritenuto più idoneo. Unico requisito: la maggiore età. Una volta giunti in azienda per un periodo di permanenza di circa una o due settimane, i volontari sono tenuti a contribuire al progetto del centro secondo le proprie possibilità ed esperienze e senza alcun vincolo di subordinazione, orario e mansione. In genere, i wwoofer dispongono di tempo libero per viaggiare e scoprire l’Italia o altri Paesi e lavorano per quattro-sei ore al giorno, imparando a svolgere varie attività, quali: falciare il fieno, accudire gli animali, mungere le vacche, seminare, raccogliere, fare giardinaggio, tagliare la legna, preparare pane, latte, formaggi, vino o marmellate, e in generale seguire tutto ciò che riguarda la gestione di un’attività rurale.
Il tutto in un rapporto libero e condiviso di convivialità e collaborazione, con il wwoofer che si adatterà allo stile di vita e alle necessità della famiglia ospitante nell’organizzazione delle attività quotidiane e del tempo libero, e l’host che non si limiterà solo a fornire vitto e alloggio, ma trasmetterà saperi, conoscenze e motivazioni della sua attività di agricoltore a presidio dell’ambiente, affinché il volontario possa far tesoro di questa esperienza. Wwoofing significa infatti educare alla produzione sostenibile e di qualità, al consumo responsabile e al rispetto dell’ambiente, per costruire un mondo migliore e a misura d’uomo. Non di rado chi lo ha provato ha trasformato la propria esistenza, facendo dell’agricoltura naturale il proprio mestiere o comunque votandosi a uno stile vita sostenibile.
I wwoofer possono commentare la loro esperienza all’indirizzo feedback@wwoof.it, mentre se un socio rileva la messa in atto di un comportamento contrario ai principi o alle finalità dell’associazione da parte di un altro socio, può rivolgersi direttamente ai consiglieri di Wwoof Italia (consiglieri@wwoofitalia.com). Accorgimenti utili a risolvere qualsiasi tipo di problema e a rendere sempre più soddisfacente l’esperienza del wwoofing. L’iscrizione a questa associazione dà la possibilità di muoversi solo in Italia: per viaggiare all’estero occorre associarsi al Wwoof del Paese d’interesse oppure contattare Wwoof Independent. Da parte sua, Wwoof Italia non si limita a organizzare la rete dei centri educativi e la circolazione dei volontari, ma svolge anche attività di formazione e informazione rivolte alla società civile (in particolare alle scuole), promuove e gestisce forme di mutuo soccorso tra i soci e gli acquisti collettivi di prodotti e servizi coerenti con lo scopo sociale, sostiene iniziative di finanza etica e di economia no-profit e organizza sia corsi e seminari con specialisti di agricoltura ed edilizia naturale, che campi di lavoro per progetti specifici.
Esperienza unica di condivisione, scoperta di nuove culture e crescita personale, dopo oltre 40 anni il wwoofing continua a educare e formare giovani e adulti, per far sì che quel sogno di una comunità globale sostenibile diventi presto realtà.
Marco Grilli