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Educazione

L'Importanza della Favola della Buonanotte

Di Valeria Bonora - 21 Gennaio 2016

❝Se volete che vostro figlio sia intelligente, raccontategli una fiaba; se volete che sia molto intelligente, raccontategliene di più.❞
~ Albert Einstein ~

E’ sempre stato un rito per unire genitori e figli, un momento magico che accompagna i bambini nella notte, si crea un legame quando mamma o papà rimboccano le coperte e si siedono accanto al proprio figlio e gli leggono una favola della buonanotte, un rito che aiuta i bambini a proiettare all’esterno le paure e le emozioni che hanno dentro, che hanno accumulato durante la giornata.

Eppure sta diventando sempre meno frequente che un genitore abbia tempo e voglia di dedicare 5-10 minuti a leggere un libro o a raccontare una storia, alla sera sono stanchi, hanno ancora molte faccende da sbrigare e vogliono solo che il bambino vada a dormire.

A parlare di questo “problema” è Diana Gerald, Amministratore Delegato del Book Trust un’organizzazione inglese no-profit:

“I genitori hanno una vita estremamente impegnata. Viviamo in un mondo in cui i genitori si destreggiano a fatica tra lavoro e famiglia. Molti di loro fanno turni di lavoro faticosi e le famiglie ne risentono. I tempi del lavoro stanno aumentando”.

I bambini e anche i ragazzi amano sentire i genitori che raccontano loro delle storie, che gli leggono dei libri, li fa sentire amati e li incoraggia.

La pediatra di mia figlia, durante la prima visita, quando Paola aveva si e no un paio di giorni, ci invitò caldamente a leggere ogni sera una favola della buonanotte, un racconto, anche poche righe alla bambina, non importava se lei ancora non fosse in grado di capire il senso della storia o della filastrocca, ma ci spiegò che i bambini che ascoltano le letture dalla prima infanzia, avranno un vocabolario più ampio una volta che inizieranno a parlare, lei era una delle prime pediatre all’epoca che aderiva al progetto Nati per leggere.

Nonna che legge fiabe ai nipoti

Credit foto
© Pexels

Posso confermare che questo fu assolutamente vero: mia figlia non parlò prima di altri bambini, ma quando lo fece utilizzò da subito i termini corretti per indicare le cose, ed era in grado di formulare frasi più complesse dei suoi coetanei. Era lei stessa a non voler andare a dormire senza che il suo papà non le avesse prima letto una o due storielle, un’esperienza che ha legato tantissimo lei e il suo papà e le sue notti erano sempre tranquille e andava a dormire con piacere perché sapeva che il suo papà le avrebbe raccontato una bella storia.

❝Le favole non dicono ai bambini che i draghi esistono. Perché i bambini lo sanno già. Le favole dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti.❞
~ GK Chesterton ~

Frank Cottrell Boyce, vincitore nel 2004 del premio Carnagie Medal con il suo primo libro per bambini, “Millions“, spiega:

“La gioia della storia della buonanotte è la chiave per lo sviluppo dell’amore della lettura nei bambini”

Egli infatti sostiene che la lettura in classe può essere per alcuni bambini “un’esperienza decisamente negativa” perché:

“Viene loro insegnato a leggere prima che abbiano condiviso con qualcuno questo piacere, quindi che motivazione avrebbero per imparare? Anche per i bambini che raggiungono un’alta capacità di “lettura-scrittura” rischiano di arrivarci senza aver fatto esperienza del piacere di leggere”.

Quando un bambino capisce la bellezza della lettura sarà lui stesso a voler leggere un libro tra le coperte, rilassato al calduccio nel suo letto per assaporare quel piacere che fin da piccolo lo ha accompagnato nel rito della buona notte.

Una ricerca di Settle Stories, ente di beneficenza riconosciuto che si occupa di arti e patrimonio, rivela che di oltre 2000 genitori con figli tra i 4 e i 10 anni solo il 4% legge la storia della buonanotte regolarmente mentre il 69% dichiara di non aver tempo. Secondo uno studio commissionato da TomTom su un campione di 1000 genitori di bambini tra 1 e 10 anni, il 34% non legge mai una storia, di questi il 29% dà la colpa il lavoro fino a tardi e il 26% gli spostamenti quotidiani. [Fonte The Guardian]

Catherine Bell, direttore generale della casa editrice Scholastic racconta:

“I genitori hanno sicuramente capito che è necessario leggere ai bambini almeno fino a 5-6 anni. Il fatto realmente notevole è invece questo: quando i bambini diventano autonomi nel leggere, i genitori smettono di leggere per loro. Tuttavia risulta piuttosto evidente che proprio in quel momento i bambini desiderano che i genitori continuino. Per loro si tratta di un tempo molto speciale con i genitori e lo vivono in modo estremamente positivo”

❝Credo che le fiabe, quelle vecchie e quelle nuove, possano contribuire a educare la mente. La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi: essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo.❞
~ Gianni Rodari ~

John Boyne, autore del bestseller “Il bambino con il pigiama a righe” e “Il bambino con il cuore di legno“, spiega:

“Via via mi sono preoccupato sempre meno di come i bambini leggono, invece sono sempre più convinto che sia importante farli leggere, in qualsiasi modo. Che leggano da soli o con i genitori, libri elettronici o cartacei, mi sembra poco importante in realtà”.

Dalla notte dei tempi le genti si riuniscono alla sera attorno ad un focolare a raccontare la favola della buonanotte, a leggere di avventure fantastiche o di mitologiche imprese e da sempre è un rito che appassiona, fa crescere e unisce genitori e figli, ma anche nonni e nipoti… insomma la famiglia si lega maggiormente se si dedica del tempo ad essa.

E ricordate che come spiega Evi Crotti, psicopedagogista ed esperta dell’età evolutiva: “Non esiste un’età giusta per leggere una fiaba: molto dipende dalla maturità e dalla sensibilità del bambino” quindi non smettete mai di leggere a vostro figlio!

❝I bambini non ricorderanno se la casa era lustra e pulita, ma se leggevi loro le favole.❞
~ Betty Hinman~

Valeria Bonora





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