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Rassegna Etica

Psicopompo: chi è e cosa fa il traghettatore delle anime nell'aldilà

Di Laura De Rosa - 30 Dicembre 2015

La figura dello psicopompo affonda le sue radici nella notte dei tempi ripresentandosi sotto sembianze diverse di epoca in epoca, di tradizione in tradizione, di religione in religione. Ma cos’è lo psicopompo? I dizionari odierni forniscono questa definizione: “guida delle anime dei trapassati verso il regno dei morti”. E per quanto riguarda l’origine del termine, si ritiene derivi dal greco ψυχοπομπός, comp. di ψυχή «anima» e πομπός «conduttore».

Figura mitologica o reale? Dipende dai punti di vista. Per chi crede nello sciamanesimo, lo psicopompo è tutt’altro che un essere di fantasia, bensì uno sciamano in carne ed ossa in grado di condurre le anime disperse nel mondo di mezzo, ovvero il nostro mondo, nell’aldilà. Non si tratta di un medium, che è piuttosto un canale di comunicazione fra vivi e morti, ma di una vera e propria guida per coloro che, pur essendo deceduti, non riposano (ancora) in pace.

Lo psicopompo nelle diverse epoche e culture

psicopompo

Che la morte eserciti un fascino indescrivibile è cosa risaputa, non è un caso che sia uno dei temi più dibattuti di sempre, sul quale continuiamo a interrogarci. Fine provvisoria? Fase di passaggio? Addio definitivo? La risposta è tutt’altro che scontata.

Ma qualunque sia il destino che ci attende, lo psicopompo è pronto ad accoglierci per accompagnarci nel mondo ultraterreno. Da sempre svolge questa funzione. Basti pensare che nella mitologia celtica veniva identificato nell’importante dio Lug, in Egitto era Osiride, dio somigliante a una mummia, ucciso dal fratello Seth e resuscitato da Iside attraverso un percorso di morte/rinascita. Osiride, guarda caso, viene spesso raffigurato intento ad accogliere i defunti, insieme all’altro dio protettore dei morti e custode dell’aldilà, il famoso Anubi.

Nella cultura germanica troviamo Odino o Wotan e più tardi anche le sue figlie, le Valkirie. Nella mitologia greco-romana Ermes-Mercurio, messaggero degli dei. In ambito cristiano a farne le veci è San Michele Arcangelo, condottiero degli angeli, al tempo stesso custode della regalità e accompagnatore dei defunti nonché garante del rispetto del giudizio divino, esattamente come il dio Lug celtico. E che dire del Caronte di Virgilio, ripreso da Dante nella Divina Commedia?

Lo psicopompo nella cultura sciamanica

psicopompo-sciamano

La cultura sciamanica, diffusa anch’essa fin dalla notte dei tempi in tutto il mondo, ravvisa nella morte un passaggio di stato, una trasformazione che consente all’anima di ritornare alla Luce e, di conseguenza, all’Infinito. Sebbene esistano alcune differenze a seconda delle tradizioni sciamaniche, in via generale si ritiene che l’anima, dopo la morte, debba affrontare un viaggio. In alcuni casi però, a causa di problemi di varia natura, le anime rimangono intrappolate nel Mondo di Mezzo. Nella cosmologia sciamanica la realtà non ordinaria, ovvero i mondi percepibili attraverso uno stato di coscienza alterato, è infatti tripartita in Mondo di Sotto, Mondo di Mezzo e Mondo Superiore.

Il Mondo di Sotto è un ambiente naturale popolato da animali di ogni genere, fra i quali si celano i celebri animali guida o spiriti alleati. Il Mondo di Mezzo è la nostra realtà, popolata dagli spiriti della natura e dalle anime dei defunti intrappolati in questa dimensione. Il Mondo di Sopra è popolato dagli esseri di luce, da divinità, maestri spirituali e via dicendo. Come premesso, lo psicopompo, sciamano capace di scendere nel mondo dei morti e di uscirne incolume, svolge il particolare compito di traghettatore delle anime dal Mondo di Mezzo all’aldilà. Trascendendo la morte lo psicopompo penetra la dualità per incorporarne gli opposti e riunire le forme infrante.

Ma perché numerose anime non riescono, da sole, a raggiungere la meta? Secondo lo sciamanesimo ciò può accadere a causa di situazioni familiari particolari, morti traumatiche, vivi incapaci di accettare la morte della persona amata, trattenendola inconsapevolmente nel proprio mondo. In tutti questi casi lo psicopompo può tornare estremamente utile, sebbene a livello impercettibile.

Oggigiorno vengono proposti numerosi corsi di sciamanesimo, alcuni dei quali rivolti a coloro che intendono guidare le anime dei morti. Solitamente questo livello non è accessibile finché non si è maturata una certa esperienza, difatti si tratta di un compito insidioso, al tempo stesso affascinante e controverso. C’è chi sostiene sia addirittura necessaria la cosiddetta “chiamata”, per capire se siamo effettivamente pronti a divenire guide poiché, a quanto pare, non basta essere affascinati dalla materia per poterla destreggiare.

Laura De Rosa

www.yinyangtherapy.it





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