“Se si fa fare euritmia elementare ai bambini piccoli, essi potranno acquistare una forza dell’Io che sarà più efficace dell’educazione scolastica e persino delle disposizioni del destino” Rudolf Steiner
L’euritmia, termine di origine greca che indica la bellezza derivante dall’impressione di armonicità delle parti (anziché dall’armonica composizione delle parti), è un’arte di movimento concepita da Rudolf Steiner e Marie Von Sivers il cui obiettivo è tradurre le parole in gesti. In realtà non si tratta di danza nel senso comune del termine, è piuttosto uno strumento artistico che trasforma il linguaggio verbale in linguaggio del corpo, passando dal piano invisibile a quello visibile. Ovvero, attraverso i gesti è possibile visualizzare le leggi archetipiche del suono e del linguaggio.
Steiner era infatti convinto che quando parliamo, vocalizziamo, cantiamo coinvolgiamo anche i muscoli degli arti e ciò rende possibile tradurre il linguaggio verbale in un linguaggio di tipo ritmico: “Euritmia come parola visibile.” La differenza sostanziale dalla danza sta nei movimenti che si effettuano perché se la prima è una sorta di interpretazione soggettiva delle emozioni suscitate da un certo brano, l’euritmia cerca invece di tradurre in movimenti corporei i moti eterici trasmessi dal compositore, ovvero le impressioni trasmesse a livello energetico dal brano. In questo modo, secondo Steiner, sarebbe possibile rendere visibili i mondi superiori o le leggi cosmiche.
Il lavoro euritmico, in definitiva, favorirebbe la capacità di ascolto trasformandola in coscienza del corpo, permettendo di sperimentare le qualità autentiche dei vari suoni, qualità che rimangono immutate ovunque nel mondo. Tutto questo ha ripercussioni positive sulla vita animica perché permette alle forze del pensiero di tradursi in impulsi di tipo volitivo.
Esempi di esercizi euritmici
L’euritmia include alcuni esercizi tipici come il passo tripartito, che è una rappresentazione di 3 facoltà umane: pensare, sentire e volere. Il pensare si traduce visivamente nel sollevamento del tallone, il sentire nell’innalzamento del piede, il volere nel posizionamento della punta del piede per terra. Si tratta di un esercizio di armonizzazione molto potente, utilizzato spesso per riequilibrare i temperamenti in cui sussistono sovraccarichi di qualche elemento. Per esempio temperamenti caratterizzati da un eccesso di rabbia oppure da mancanza di fiducia e via dicendo. Fra i diversi esercizi euritmici si annoverano anche i cori, ovvero forme abbastanza semplici come il quadrato, il cerchio, le spirali, che vengono eseguite con i passi, gli arti superiori e le posture dinamiche da un singolo individuo o da un gruppo.
Le vocali nel lavoro euritmico
L’euritmia traduce in danza anche consonanti e vocali. Ovvero esistono movimenti specifici per ogni lettera, che agiscono a livello sottile. Ecco allora che la vocale A, associata nell’ottica steineriana all’apertura nei confronti del mondo, viene tradotta in un movimento che prevede braccia che si aprono dal basso per poi portarsi verso l’alto, ovvero verso l’universo. La E, suono che rivela una posizione di difesa e di opposizione al mondo, viene rappresentata dai polsi che si incrociano all’altezza del petto con le mani ben tese. La I, che simboleggia l’affermazione di sé, si traduce nel braccio destro teso verso l’alto, leggermente inclinato in avanti, mentre il braccio sinistro va indietro inclinato verso il basso. La vocale O, che esprime il desiderio di abbracciare il mondo circostante, viene rappresentata dalle braccia che formano un cerchio all’altezza del torace. Infine la U, che indica paura e dolore, si manifesta visivamente attraverso le braccia parallele tese in avanti oppure irrigidite lungo il corpo.
Queste vocali venivano utilizzate da Steiner anche a livello terapeutico. Pensiamo per esempio a una persona tendenzialmente debole che necessita dell’energia di autoaffermazione. In questo caso la vocale più indicata per riportarla in equilibrio è la I, che come abbiamo visto rappresenta l’affermazione di sé. Non a caso diciamo “Io”. Allo stesso modo alcune parole, derivate dall’associazione di specifiche vocali e consonanti, avrebbero un potere curativo, diverso a seconda del termine.
L’euritmia insegnata ai bambini
Steiner consigliava l’euritmia anche ai bambini tant’è vero che, nelle scuole Waldorf, questa pratica è contemplata fin dalla tenera età. Ovviamente, fra i 3 e i 7 anni, è fondamentale trasmetterla attraverso il gioco in modo da indurre i bambini ad eseguire i movimenti senza inutili forzature. Nel secondo settennio, fase in cui i bambini necessitano di ordine e misura, Steiner consiglia movimenti che simulino figure geometriche. Nel terzo settennio, ovvero dai 14 ai 21 anni, sarà la fase dell’euritmia artistica attraverso l’esecuzione di brani il cui scopo è educare il ragazzo alla bellezza e all’idealismo.
Laura De Rosa