Realtà “alternative” alle scuole classiche ormai ce ne sono a bizzeffe. Alcune si definiscono con l’applicazione di un metodo, altre invece scelgono altre vie. Ci sono bellissime realtà montessoriane, come anche steineriane o a metodo Reggio children, ma ci sono anche realtà che io definisco “realtà del buon senso”. Ed è di una di queste che voglio parlarvi quest’oggi: l’asilo nel bosco e precisamente del “nostro”, quello dei nostri boschi, del nostro territorio biellese!
L’associazione “L’AgriCultura il bosco dei piccoli” applica i principi delle scuole nel bosco.
Innanzitutto merita una descrizione il luogo in cui ha sede questa realtà: in un piccolo paese biellese, Bioglio, in mezzo ai boschi, alla fine di una strada sterrata nasce un rifugio di circa 90mt q.
Di fronte un bellissimo prato attrezzato con ceppi disposti in cerchio, la spirale energetica, un parallelepipedo di legno con rami e corde fissati per arrampicarsi, corde distribuite in modo strategico per esercizi di equilibrio, un cumulo di terra dove i bambini compiono le loro escavazioni (stanno cercando gemme preziose 😉 ), il recinto delle pecore e più spostato sulla destra un orto che i bambini curano quotidianamente. Tutto intorno il signor Bosco! Per me un vero Paradiso!
Certo, ai più potrà sembrare un luogo ancora in costruzione e con tante cose ancora da fare, ma l’aria di serenità che si respira e la magia di questo luogo, a mio modesto parere, ripaga ciò che ancora è da terminare e che forse non lo sarà mai, perché si sa… in campagna c’è sempre da fare!!! Ma ben venga!!! Così non ci si annoia mai!
Ed anche se dunque c’è sempre da fare, l’obiettivo massimo degli educatori Claudia, Maura e Mattia è quello di ridare ai bambini il tempo! Già, questo tempo che scorre sempre così veloce nelle nostre vite, quello che ci ritroviamo a rincorrere affannosamente viene invece restituito al suo vero scandire, che nel mio immaginario si rifà al battito del cuore. Qui nulla è frenetico! La mattina si accende la stufa ed ha il suo tempo… Bisogna curarla, seguirla, nutrirla affinché resti accesa e bisogna attendere affinché la stanza sia calda ed accogliente… Si semina l’orto ma poi bisogna attendere che nasca la piantina, che cresca e che dia i suoi frutti. Si fa il pane e bisogna impastare e poi attendere che lieviti la pasta, infornarlo e attendere la cottura e il raffreddamento.
L’amore e la cura per l’ambiente e per sè stessi e gli altri, compresi gli animali sono precetti fondamentali di questa pedagogia come anche la partecipazione attiva dei bambini nella decisione delle attività da svolgere durante la giornata, decisione comunque “guidata” da proposte fatte dagli educatori, perché i bambini hanno bisogno di confini sicuri in cui prendere le loro decisioni.
Parlando con Maura (un’educatrice e fondatrice dell’associazione) ho appreso come sia fondamentale per loro l’osservazione dei bambini, delle loro interazioni, delle loro emozioni, dei loro movimenti, per entrare in contatto con lo spirito di ognuno per meglio conoscere le loro attitudini, la personalità e le difficoltà. Quindi la prima parte dell’anno fino a Natale è votata all’osservazione. Opera che si compie in tutto l’arco della giornata, durante le attività, ma anche e soprattutto durante il gioco libero, che permette di osservare il bambino nella sua interezza, nel suo approccio all’ambiente e agli altri.
La pedagogia del bosco come dicevo la ritengo una pedagogia del buon senso, perché non si fanno promotori di un unico metodo ma attingono da più metodi e più vedute, in modo da offrire una completezza e varietà di strumenti atti a sviluppare le capacità e le attitudini del bambino.
Per non uscire completamente dal seminato, vi propongo uno specchietto in cui metto in evidenza i punti in comune del metodo Montessori con la pedagogia del bosco. (Non sono messi in ordine di importanza)
1- Libertà di scelta del bambino: il bambino è una persona con la sua unicità e le sue specialità. Egli è in grado di scegliere per sè ciò che in quel momento è il suo benessere (inteso ovviamente come attività da svolgere)
2- Il bambino al centro. Il bambino viene ascoltato, invitato al confronto e posto al centro dell’osservazione dell’educatore al fine di rispondere prontamente alle sue esigenze fisiche ed emotive. A tal proposito loro fanno anche il cerchio dei pensieri, preso dal metodo steiner, che richiama proprio i bambini al loro sentire, li spinge ad esternare le emozioni, a condividere con gli altri esperienze di vita vissute.
3- Poche regole ma chiare: non si deturpa l’ambiente e i suoi componenti; non si fa del male agli altri nè a sè stessi.
4-Cura dell’ambiente, di sè e degli altri. Un incoraggiamento e un invito all’uso consapevole dei materiali, alla cura degli animali e dell’orto e di tutto l’ambiente in cui si vive e si lavora.
5- Il contatto con la natura. Questo concetto era fondamentale nel metodo montessori, il richiamo alle origini, alla natura, all’osservazione della stessa con lo scandire delle stagioni, la semina, il clima. Tutto parte dall’esperienza corporea nel metodo montessori e direi che più che nella pedagogia dell’asilo nel bosco non ci possa essere una maggiore vicinanza su questo aspetto. Loro vivono a 360* la natura, le stagioni, la ciclicità. Escono con la pioggia, con il vento, con il sole, la neve, la nebbia. Tutto viene vissuto sulla pelle e quale maggiore contatto di questo?
6- L’aiuto all’autonomia. Così come nel metodo Montessori, l’autonomia è uno degli obiettivi della pedagogia del bosco, sempre rispettando i tempi di ogni bambino. L’aiuto viene offerto quando richiesto, valutate le capacità del bambino e del momento presente.
7- Le attività di vita pratica. Fare il pane, la torta, spalmare la marmellata, tagliare una mela, spremere un mandarino sono tutte attività di vita pratica che chiamano il bambino all’autonomia, alla concentrazione, ad esercizi di manualità fine. Queste attività vengono svolte da entrambe le realtà siano esse del bosco o montessoriane e questo è un altro importante punto comune.
8- L’attesa. Un’importante lezione che imparano i bambini montessoriani e i bambini del bosco è l’attesa. Chi in un modo e chi in un altro, ma è un concetto comune. I bambini montessoriani imparano ad attendere i tempi di un lavoro poiché ne esiste solo uno per tipo in ogni classe e se lo ha un altro bambino bisogna attendere il proprio turno;
I bambini del bosco imparano l’attesa attraverso la lievitazione del pane, la cottura del forno, la semina e la raccolta.
9- L’osservazione del bambino. Punto cardine della pedagogia montessoriana e decisamente concordi sono i pedagogisti del bosco su questo punto. L’osservazione è fondamentale per comprendere il bambino, le sue attitudini, le sue peculiarità, i suoi tempi. Una cosa che mi ha stupito oggi durante la mia mattinata all’asilo nel bosco è stato il fatto che maestra Maura si ricordava il calore delle mani che generalmente ha quel bambino rispetto all’altro. Per ricordarsi una caratteristica così invisibile agli occhi bisogna avere avuto un’attenta osservazione e conoscenza dei bambini, entrare in una intimità fiduciosa con loro. Cosa che mi ha colpito molto positivamente.
10- La famigliarità di casa. Nelle case dei bambini Montessori, l’ambiente si presenta a misura di bambino e pare proprio una piccola casetta. Nell’asilo nel bosco de L’AgriCultura è proprio ciò che si respira: aria di casa! Figura fondamentale, cardine e credo anche fautore di questo clima sia il Nonno! Nonno Nino, padre di Mattia (educatore e fondatore dell’associazione), è un naturopata e si occupa della cucina dell’associazione. È un vero e proprio Nonno che i bambini possono vivere come se fosse il loro, in una grande famiglia allargata. Gentile ed affettuoso con i bambini, un sorriso semplice che scalda il cuore.
Vivere Montessori lascia a voi le riflessioni finali, augurandovi che ogni bambino possa vivere in una scuola con questi principi.
Educatrice Manuela Griso
Foto by Manuela Griso e Associazione “L’AgriCultura”