La tristezza è un’emozione primaria che invia un messaggio informandoci che qualcosa o qualcuno di importante, per noi, è stato perso. Più una persona o una cosa è stata significativa, tanto più la perdita ha aperto una cicatrice che la persona deve, con il tempo, cicatrizzare. Che sia un oggetto o una persona ciò che viene perso, la tristezza chiede di piangere tutte le lacrime di cui abbiamo bisogno.
Forse non lo sai ma non esprimere il dolore, provoca un dolore ancora più forte.
Nella vita di tutti i giorni esistono alcune esperienze nelle quali la tristezza diviene un ingrediente fondamentale, delle dinamiche naturali che fanno parte del nostro umano, biologico e psicologico ciclo di vita, alle quali non possiamo sottrarci. Pensa ad esempio alle esperienze di separazione, di lontananza, di lutto. Da quando siamo piccoli, in fasce, nell’adolescenza e poi nella vita di tutti i giorni, assaporiamo la tristezza in momenti fisiologici prestabiliti, in cui si attivano alcune dinamiche specifiche; ad esempio i momenti di distacco verso la propria madre dopo i primi mesi di vita, i momenti di esplorazione del mondo che ci circonda o i momenti di allontanamento da ambedue i genitori, nella fase adolescenziale. In tutte queste fasi è fondamentale sentire, accettare, provare e condividere la nostra tristezza, in quanto emozione naturale.
Esiste però un altro gruppo di separazioni, di tipo innaturale, forzate, che la persona subisce, in cui si evidenzia una tristezza naturale aggravata da dinamiche difficili, perché mal gestite dai protagonisti. Ve ne elenco alcune:
1- la separazione familiare, quando una coppia di genitori divorziano. Spesso il/la figlio/a viene investito di dinamiche negative che attivano un dolore e una tristezza immensa, mal gestita, carica di difficoltà che non competono ai figli… mai sentita la tipica frase “cosa ne pensi se mamma e papà si lasciano?”;
2- la separazione dalla persona amata, quando perdi il tuo amore, un tipo di separazione forzata.
In questo secondo gruppo, quando la separazione è forzata e innaturale, oltre all’emozione di tristezza, vi è molto spesso anche l’emozione della rabbia, la quale può comparire prima, mentre o, in alcuni casi, dopo la tristezza.
Cosa puoi fare per gestire queste situazioni nel migliore dei modi? In questi frangenti è importante sentire a pieno le emozioni. Solo sentendole, vivendole, l’energia di una persona torna a circolare nelle proprie vene. Nonostante l’abbandono subito, dare senso e significato alle dinamiche che stai vivendo, serve per comprendere l’accaduto e riscoprire il proprio valore. Colui che soffoca le emozioni, invece, avrà solo un peso ulteriore da portare, che potrebbe risucchiarlo ancora più nel profondo.
Devi sapere che spesso, l’emozione della tristezza, se non gestita, può essere l’antitesi di momenti depressivi. Quindi, cosa fare? Ricorda che qualsiasi emozione arriva per un dato motivo. Non soffocarle, non nasconderle, non giudicare lo stato d’animo ma accogli il messaggio che ti portano. Invece di tramutare in dramma la tristezza che senti, utilizzala quale momento in cui capire cosa ti sta chiedendo il tuo mondo interiore, cos’hai perso o chi hai perso. Capisci, comprendi e accetta, per ripartire ancora più forte di prima.
In questo video, troverai un’interessante intervista al Prof. E. Gianoli, dove capirai in modo ancora più dettagliato cosa sono le emozioni.
Dr.ssa Giada Ave Psicologa e Formatrice
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