Si dice che un pettirosso che appare alla finestra annunci l’arrivo del freddo e della neve, questo piccolo animale il cui nome scientifico è Erithacus rubecula (Linnaeus, 1758) è un passeriforme della famiglia dei Muscicapidae; il suo canto lo si può udire per tutto l’inverno ed è a detta di molti un simbolo di rinascita in quanto per molto tempo fu l’uccello simbolo dell’anno nuovo.
O pettirosso, canta,
che è nel canto il segreto dell’eternità!
Avrei voluto essere come sei tu,
libero da prigioni e catene..
Avrei voluto essere come sei tu…
anima che si libra sulle valli
libando la luce come vino da ineffabili coppe.
Avrei voluto essere come sei tu,
innocente, pago e felice,
ignaro del futuro e immemore del passato…
Avrei voluto essere come sei tu,
per la tua bellezza, la tua leggiadria
e la tua eleganza,
con le ali asperse della rugiada
che regala il vento.
Avrei voluto essere come sei tu,
un pensiero che fluttua sopra la terra
ed effondere i miei canti
tra la foresta e il cielo…
O pettirosso, canta,
dissipa l’ansia ch’io sento!
Io odo la voce che è dentro la tua voce
e sussurra al mio orecchio segreto.
~ Khalil Gibran ~
Il pettirosso si nutre soprattutto di invertebrati, ama infatti vermetti, lumachine e insetti, e spesso lo si può scovare attento a seguire degli animali che amano scavare la terra come i cinghiali o le talpe, proprio per la loro golosità di questo cibo e la facilità che hanno nello scovarlo dopo che la terra è stata smossa, è possibile incontrarli anche mentre sono intenti saltellare nei prati magari dietro ad un contadino che zappa la terra. In inverno si accontentano anche di bacche e piccoli frutti.
Se volete aiutare gli uccellini dovete sapere alcune cose: la mangiatoia è utile se curata, foraggiata ogni giorno con cibo fresco e posizionata in luoghi non pericolosi, cioè lontana da predatori.
E’ utile posizionare la mangiatoia soprattutto durante le gelate, quando il terreno è troppo duro per scavare, o quando nevica o piove; l’ideale è riempire la mangiatoia al mattino, perchè dopo la notte sono molto affamati, a casa di mia mamma ad esempio c’è un pettirosso molto sfrontato che tutte le mattine bussa alla finestra per chiedere il cibo.
La scelta dei cibi con cui rifornire una mangiatoia è abbastanza vasta: noci di tutti i tipi, nocciole, arachidi, biscotti grassi fette di panettone, di pandoro, colomba e pandolce, frollini, pezzetti di crosta di formaggio, di lardo, prosciutto, pancetta (o, se fa molto freddo, di burro e/o burro di arachidi), semi di girasole. [Fonte Lipu]
Il pettirosso ha anche diversi connotati simbolici, è infatti indicativo di speranza, ottimismo, di armonia, sostenimento e felicità; nonostante sia un uccellino spesso rissoso e intraprendente, per niente timido e spesso anche sfrontato, viene associato ad immagini di tranquillità e pace, forse perchè arriva in inverno, quando tutto è coperto dalla neve che ovatta i suoni e l’unico che si sente cinguettare in giro è proprio lui.
Alcuni lo associano all’imprevedibilità e della riservatezza, forse perchè canta solitario.
Nel folklore francese e britannico era simbolo del dio del tuono: Thor, mentre nelle leggende del cristianesimo era colui che accompagnava le anime nel regno dei morti, questo soprattutto grazie alla credenza inglese che sia compito dei pettirossi seppellire i morti restati senza sepoltura nei boschi.
Ma aggiungiamo anche l’importanza che ricopre il pettirosso nella tradizione celtica, dove l’uccellino piumato di rosso lotta con lo scricciolo, un altro uccellino, e questa lotta simboleggia il passaggio tra le due parti dell’anno, estate ed inverno, ma soprattutto il passaggio da anno vecchio ad anno nuovo; questo avvicendarsi è rappresentato dalla lotta tra il re-agrifoglio (o vischio), che rappresenta l’anno nascente e il re-quercia, che rappresenta l’anno morente. Durante il solstizio d’inverno il re-agrifoglio vince sul re-quercia, e viceversa per il solstizio d’estate. Nei due alberi vi sono nascosti i due uccellini così che lo scricciolo rappresenta l’anno calante, il pettirosso l’anno nuovo.
C’è anche una filastrocca molto famosa che parla del pettirosso, “Who Killed Cock Robin” (in inglese il pettirosso è chiamato Robin), che racconta di come questo uccellino sia stato ucciso e poi sepolto da tutti gli animali del bosco, ovviamente l’uccisione del pennuto è da considerarsi una metafora sul fatto che quando arriva la primavera (il passero assassino che con arco e frecce uccide il pettirosso) l’inverno viene spazzato via, e tutta la natura celebra il rituale della sepoltura e della rinascita. Ovviamente questa è solo una delle tante teorie che accompagnano questa filastrocca.
Ora che conosciamo un po’ di più questo uccellino dal petto rosso possiamo addentrarci nelle leggende che lo riguardano, sono diverse ma due mi piacciono particolarmente, la prima è la leggenda del Pettirosso e del Natale.
Un piccolo uccellino grigio divideva la stalla a betlemme con la Sacra Famiglia. La notte, mentre la famiglia dormiva, l’uccellino notò che il fuoco che li scaldava stava per spengersi.
Così, per tenere caldo il piccolo, volò verso le braci e tenne il fuoco vivo muovendo le ali per tutta la notte.
Il mattino seguente l’uccellino fu premiato con un bel petto rosso brillante come simbolo del suo amore per Gesù Bambino.
Mentre l’altra leggenda è forse quella più conosciuta, legata alla creazione e alla pietà che dimostrò verso l’uomo (il pettirosso non sapeva chi fosse quando lo aiutò), narra che le piume rosse sul petto dell’uccellino siano apparse dopo aver tolto dalle ferite di Gesù in croce una spina che lo torturava.
E’ un po’ lunga ma molto bella, vale la pena di perdere 3 minuti per leggerla, la trovate qui -> Leggenda del Pettirosso che aiutò Gesù.
Valeria Bonora