“Benché la Terra sia altamente popolata, molte delle angosce percepite dagli esseri umani derivano dalla sensazione di essere stati proiettati nel mondo come in un deserto dove si trovano soli, smarriti, senza nessuno che risponda alle loro domande e alle loro richieste!
Ebbene, no, essi non sono soli, e se ne renderanno conto il giorno in cui prenderanno coscienza che fanno parte di un tutto, che questo «tutto» è vivo e che, essendo vivo, possono avere ininterrottamente scambi con esso: se parlano, da qualche parte ci sono sempre delle creature che li sentono e che rispondono.
Per tutto quello che facciamo, diciamo o chiediamo, riceviamo risposte: conferme o obiezioni, approvazioni o condanne.
Il mondo invisibile è continuamente presente, qui, intorno a noi: ci guarda, ci ascolta e ci dà sempre delle risposte. Il suo linguaggio, molto diverso dal nostro, non è di facile comprensione; e sta a noi interpretare.”
Omraam Mikhaël Aïvanhov
Segni e coincidenze, come interpretarli nella vita quotidiana? Molti studiosi, filosofi, psicoanalisti e ricercatori dello spirituale credono profondamente alla cosiddetta sincronicità. Termine quest’ultimo coniato da Carl Gustav Jung per indicare gli eventi collegati fra loro da un principio a-casuale, ovvero non casuale. Accade, per esempio, quando pensiamo a una persona e subito dopo riceviamo “a-casualmente” la sua telefonata. Oppure quando leggiamo una frase particolarmente significativa per noi e la ritroviamo nelle parole di qualcuno a distanza di breve tempo.
Ma il concetto di sincronicità affonda le radici in un passato ben più lontano, addirittura a Platone, che sosteneva l’esistenza di un mondo delle idee in grado di plasmare, indirizzare, modificare quello materiale. Anche gli stoici ripresero il concetto convinti che ogni evento si ripercuotesse inevitabilmente su ogni altro. E dopo di loro Plotino con la sua Anima del mondo, il principio unificante della natura secondo il quale tutte le sue diverse parti sono strettamente legate l’una all’altra. Anche noi esseri umani facciamo parte, in quest’ottica, di tale Anima universale, pur essendo individui con caratteristiche peculiari. Per non parlare delle numerose arti divinatorie, prima fra tutte l’astrologia, che ravvede un’intima corrispondenza fra microcosmo e macrocosmo, Uno e molti, spirito e materia. Insomma, da che mondo è mondo sono in molti a credere che il caso non esista affatto.
Il caso? Difficile dire che non esiste, ma in qualche modo mi andavo convincendo che gran parte di quel che sembra succedere appunto “per caso”, siamo noi che lo facciamo accadere; siamo noi che, una volta cambiati gli occhiali con cui guardiamo il mondo, vediamo ciò che prima ci sfuggiva e per questo credevamo non esistesse. Il caso, insomma, siamo noi.
(Tiziano Terzani)
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Sincronicità e Legge di Causa-Effetto non sono uguali
Capita però che la sincronicità venga confusa con il principio di causa ed effetto, secondo il quale ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, ma i due concetti non sono uguali. Il principio causa ed effetto agisce nella materia e sul piano emotivo (pianto un chiodo, mi colpisco il dito, provo dolore e conseguente rabbia) attribuendo al caso gli eventi che non sono spiegabili secondo tale logica. La sincronicità va oltre tale principio ritenendo che alcuni eventi siano strettamente connessi gli uni agli altri anche in assenza di (apparenti) cause scatenanti. Si tratta delle cosiddette coincidenze, tutti quegli avvenimenti che sfuggono a spiegazioni logiche/razionali ma difficilmente attribuibili al caso. Queste due leggi in realtà non si contraddicono, potremmo anzi definirle complementari, l’una attinente alla manifestazione fisica, l’altra al mondo “divino”, ultraterreno, invisibile o comunque lo si voglia chiamare.
La Prima Illuminazione avviene quando ci rendiamo conto delle coincidenze che si presentano nella nostra vita. Esse ci fanno capire che esiste qualcosa di più, qualcosa di spirituale che opera dietro ogni nostra azione.
(Dal film La profezia di Celestino)
Chiedi e ti sarà dato
Ai giorni d’oggi l’argomento non ha smesso di esercitare il suo fascino tanto da aver conquistato diversi studiosi, primo fra tutti il ricercatore e divulgatore spirituale Gian Marco Bragadin, che all’interpretazione di segni e coincidenze ha dedicato quasi l’intera vita. Fra i suoi libri più famosi sull’argomento va citato “Segnianalisi – Come interpretare segni e coincidenze”, dedicato interamente all’interpretazione dei segnali che l’Universo ci invia nella quotidianità.
Nell’universo di Bragadin, che è anche il nostro, nulla avviene a caso, non esistono coincidenze prive di senso ma ogni evento ha in sé qualcosa di miracoloso, anche il meno sospetto. Nel suo libro e nelle numerose conferenze, il ricercatore ci conduce nel mondo dell’”acausale” portando esempi concreti, fatti realmente accaduti a conoscenti, ammiratori, amici. Fra le tante storie analizzate il ricercatore riporta quello di una ragazza che sospettava il tradimento del fidanzato. Finché una mattina, mentre era al bar con un’amica, un uomo, di fronte a lei, aprì il giornale. Le cadde l’occhio sulla pagina ove era scritto, a caratteri cubitali, “Tony ha tradito”. Tony, guarda caso, era il nomignolo con cui era solita chiamare il fidanzato ma il giornale si riferiva al caso di un calciatore omonimo che aveva abbandonato una squadra. Sta di fatto che per lei il segno fu inequivocabile. Puro caso o coincidenza del destino? Secondo Bragadin ovviamente si trattò di un segno, a dimostrazione che l’Universo risponde a chi chiede e che gli eventi non dipendono esclusivamente dal principio di causa ed effetto, c’è qualcosa che ci sfugge ma che ci lega.
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Tutti noi siamo circondati da segni e coincidenze
In realtà anche chi non chiede è circondato di messaggi simbolici, persino noi in questo momento, consapevoli o meno, siamo attorniati, secondo Bragadin, da eventi, segni, coincidenze. Perché non ce ne accorgiamo? Perché il loro linguaggio non è verbale ma simbolico, rigettato dalla nostra cultura materialista, progressivamente allontanatasi dalla Madre Terra e dalle dimensioni invisibili, ben note a molti popoli dell’antichità.
I segni e le coincidenze, come premesso, riguardano anche la quotidianità, succede quando si sbaglia strada, quando si prende una multa per divieto di sosta, quando tutt’a un tratto una scritta apparentemente banale cattura la nostra attenzione. La strada, per esempio, è simbolo del percorso esistenziale e Bragadin ci spiega come ciò che succede mentre la percorriamo non sia altro che un segnale da decifrare per comprendere in che direzione stiamo andando nella vita. Un altro esempio è l’orologio, simbolo del tempo che passa: se si ferma indicherà un blocco esistenziale, se rallenta un bisogno di diminuire i ritmi e via dicendo. Nel suo “Dizionario dei segni”, sezione presente in fondo al volume “Segnianalisi”, l’autore ci insegna ad interpretarli in modo semplice e chiaro. Non sono, naturalmente, segnali da prendere alla lettera ma avvertimenti dell’Universo, accadimenti in grado di destare la nostra attenzione, soprattutto se avvengono con una certa frequenza.
Non siamo soli, siamo circondati da segni e coincidenze in grado di guidare le nostre vite, di accompagnarci anche nei momenti bui. Affidiamoci alla vita e alle sue manifestazioni, facciamo tacere la mente con i suoi giudizi e le sue paure, divertiamoci a scovare nelle nostre giornate messaggi creati apposta per noi. E’ anche un modo per esercitarci ad essere presenti a noi stessi!
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