La Danimarca risulta essere il paese più sviluppato al mondo per quanto riguarda il commercio di prodotti biologici, ma questo non è ancora sufficiente: il governo danese, infatti, ha messo a punto un piano, di oltre €53.000.000 solo nel 2015, davvero all’avanguardia e innovativo! Il piano servirà per convertire l’agricoltura di tutto il paese in agricoltura biologica e sostenibile.
In questo modo la Danimarca si assicurerà il primato di essere il primo paese al mondo in termini di produzione biologica.
Ma i numeri in Danimarca sono tutti a favore. Il marchio biologico nazionale, infatti, ha già 25 anni, il 97% dei cittadini conosce il significato di “biologico” e la spesa alimentare complessiva del paese è dell’8% composta da prodotti biologici, senza contare che l’esportazione di prodotti biologici danesi è aumentato del 200% dal 2007.
Oggi il governo sta lavorando su due fronti diversi: uno è dare un impulso per trasformare terreni agricoli tradizionali in terreni a coltivazione biologica, mentre l’altro è quello di stimolare una maggiore domanda di questi prodotti.
Per quanto riguarda il primo punto, l’obiettivo è quello di raddoppiare la superficie agricola coltivata con metodo biologico entro il 2020 (rispetto al 2007), mentre il documento in 67 punti, elaborato da Økologiplan Danmark (qui in danese), spiega il piano d’azione organico per la Danimarca.
Non solo il terreno di proprietà del governo potrà essere coltivato con metodi biologici e biodinamici ma il governo stesso sosterrà e finanzierà coloro che vorranno lavorare e investire in questo settore, per sviluppare nuove tecnologie e idee che aiutino a promuovere la crescita. E non stiamo parlando solo di frutta e verdura, ma anche gli animali – in particolare maiali.
Passiamo al secondo aspetto: la promozione. Il cambiamento verrà guidato dalle autorità pubbliche come il Ministero, le regioni e le città: il primo obiettivo biologico è il 60% del cibo servito al pubblico. Le scuole – a partire dalle scuole materne – così come gli ospedali e le mense non privatizzate dovranno rispettarlo.
Le istituzioni pubbliche nazionali servono circa 800.000 pasti al giorno, che saranno sempre più “verdi”.
Nonostante sia un progetto imposto quasi con forza dal Ministero dell’alimentazione, dell’agricoltura e della pesca, altri reparti si sono allineati con entusiasmo: il Dipartimento della Difesa ha detto che si muoverà per regolare i 1,1 milioni di chilogrammi di cibo ogni anno servito a basi e nelle altre mense correlate (anche se nella parte occidentale del paese, il 40% del cibo che i militari mangia è già organico). Il Ministero dell’Ambiente si è impegnata a trasformare molte delle aree che gestisce in agricoltura biologica, il che significa che lavoreranno in modo proattivo per cercare produttori biologici ai quali affittare terre, rendendo più facile per gli agricoltori e allevatori per rendere la transizione al biologico – e questo significa, tra le altre misure, l’aumento della durata dei contratti di locazione per la terra, e rendendo le procedure di approvazione di stalle e sistemi di allevamento speciali, ecc più snella.
Il Ministero della Pubblica Istruzione farà decisamente la sua parte, e agirà soprattutto nelle scuole, ma anche affrontando le istituzioni agricole e associazioni di agricoltori professionali. Bambini e ragazzi potranno conoscere l’importanza dell’agricoltura biologica nella scuola, e la riforma del sistema educativo agirà sull’educazione basata nutrizione, con corsi specifici dedicati al cibo e l’agricoltura biologica, e verrà studiato durante le lezioni di scienze.
Un intero paese e tutte le sue istituzioni stanno marciando insieme per costruire un futuro biologico. Un esempio da seguire!
[Fonte FineDiningLovers.com]
Valeria Bonora