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Farmaci generici anche per gli animali

Di Valeria Bonora - 30 Agosto 2012

Da qualche anno in Italia si cerca di ridurre la spesa per i farmaci acquistando l’equivalente generico (senza marca) del farmaco prescritto. Da poco è stata introdotta una legge che impone al medico di prescrivere il componente attivo piuttosto che il farmaco. Il farmaco generico ha uguale composizione ma non ha marca, quindi costa meno e sopratutto per quanto riguarda quei farmaci non dispensati dal servizio Sanitario Nazionale, sono un’ottima alternativa per spendere un po’ meno.
Purtroppo però per i nostri amici pelosi non esiste ancora in commercio un farmaco veterinario generico, e visti i costi esorbitanti dei farmaci per uso veterinario, le cure per i cani, gatti & Co. sono un peso notevole per le famiglie e si teme per loro ulteriori abbandoni.
L’Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA) scende in campo schierandosi con la senatrice Silvana Amati, in una raccolta firme contro l’introduzione dei farmaci generici veterinari per combattere il caro-farmaci per i pet.

Si tratta di una questione non di certo di poco conto, considerando come alcune medicine costino oltre al 100% in più rispetto ai corrispettivi umani, proprio per il fatto di non godere di alcuno sgravio fiscale perché rivolti all’utenza veterinaria.
L’introduzione di una categoria generica di farmaci andrebbe a contenere questi ingenti costi, pur non intaccando le priorità di cura che da sempre la Sanità italiana si prefigge. Sull’opportunità della petizione, perciò, così l’ENPA si è espresso:

«Curare i pet è diventato un costo insostenibile per le famiglie italiane, già duramente provate dalla crisi e da un carico fiscale estremamente oneroso. L’attuale normativa prevede infatti che i veterinari non possano prescrivere ai loro pazienti animali farmaci per uso umano nel caso in cui siano disponibili medicinali veterinari – più costosi – con le stesse indicazioni terapeutiche. Secondo quanto calcolato dalla Protezione Animali, in alcuni casi il passaggio dai medicinali umani ai farmaci veterinari comporta in alcuni casi un aggravio ben superiore al 100%.»

L’Enpa ha calcolato che «il costo della ranitidina (gastroprotettore per ulcera), ad esempio, è aumentato da 8,59 a 16 euro; quello delle cefalosporine (un potente battericida) da 3,9 euro a 27,5, mentre il Benazepril – un farmaco indicato per l’insufficienza cardiaca – è passato da 7,76 euro a 18,9».
«Si tratta naturalmente di costi relativi alla singola confezione – aggiunge l’Enpa – e non all’intera durata della terapia che può anche prolungarsi nel tempo e che in alcuni casi può essere prescritta per l’intera vita dell’animale. Condividiamo la necessità di garantire maggiore sicurezza ai pazienti animali, ma non comprendiamo il motivo per cui nel nostro Paese i farmaci veterinari abbiano costi così esorbitanti, che riteniamo ingiustificati».





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