Essere genitori è davvero una grande responsabilità, per una semplice ma fondamentale ragione.
Il papà e la mamma sono il primo e più importante modello a cui il bambino nel corso della propria crescita darà credito. E nonostante nel tempo i punti di riferimento possano divenire anche altri (la scuola, il gruppo dei pari), i genitori, i loro insegnamenti e i messaggi che verranno trasmessi, occuperanno sempre un posto molto importante nell’identità di questo bambino, e successivamente futuro adulto.
Anche se questo ha certamente una sua personalità e in tutto ciò “metterà del proprio”, non dobbiamo mai dimenticare che “i bambini sono come spugne” ed assorbono tutto. Quindi è importante essere consapevoli dei messaggi che lasciamo passare, in positivo ed in negativo.
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I genitori sin dalle prime fasi dello sviluppo danno ai propri figli un imprinting molto importante su come vedere il mondo e come porsi. Se vedersi come persone capaci di affrontare e gestire le situazioni o meno.
Si tratta dell’autostima che il bambino costruisce a partire dai primi messaggi che riceve, ed esperienze che vive. Immaginiamo che i genitori siano una sorta di specchio nel quale il bambino si riflette. E tale immagine sarà influenzata sia da come i genitori lo vedono, che dal loro modo di comportarsi e porsi nei confronti della vita.
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Genitorialità e Trasmissione dell’Ansia
Studi dimostrano che i genitori possono influire in modo importante anche sulla trasmissione dell’ansia.
Mi è capitato infatti più volte nella mia esperienza clinica di ascoltare storie di pazienti, dei loro genitori, e di riscontrare le stesse insicurezze, la stessa propensione a provare ansia per determinati aspetti della propria vita. In un meccanismo ricorsivo che tende purtroppo a reiterarsi.
Ho seguito pazienti che provavano ad esempio molta ansia rispetto alla propria situazione economica futura pur non avendone reali motivi, la stessa vissuta anni prima dai propri genitori. O pazienti che vivevano con molto disagio le relazioni, e venivano da famiglie dove c’era già questa chiusura e timore nei confronti dell’altro.
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Pazienti molto insicuri delle proprie potenzialità ed estremamente ansiosi, rispetto a situazioni nuove o problematiche. Con genitori che hanno avuto le medesime difficoltà, ed hanno insegnato quanto sia difficile affrontare tutto ciò che è nuovo e i problemi.
Questo è facilmente comprensibile in quanto i genitori per un semplice meccanismo di imitazione, trasmetteranno alla propria prole ciò che conoscono e l’idea di cosa è giusto temere o meno.
Il bambino quindi in tutto ciò viene al mondo e cresce, indossando un vestito cucito ad hoc su di lui, ma senza che minimamente questo gli appartenga.
Al solito l’intenzione non è portare in tribunale nessuno, ma capire per poter provare a modificare ciò che non funziona.
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Come riuscire a non trasmettere l’ansia ai figli?
Perché tutto questo con un po’ di attenzione potrebbe essere evitato, ma come? Comprendendo ciò che ci appartiene e separandolo da ciò che appartiene ai nostri figli.
Io genitore dovrei fermarmi un attimo e rendermi conto: che sono io a temere determinate cose, che sono io a non avere piacere di stare con gli altri e che non so come gestire la situazione, che sono io a ritenere certe situazioni o ciò che non conosco come pericoloso, che sono io a pensare di non potercela fare, non mio figlio. Lui in realtà è un esploratore nato!
I bambini vengono al mondo con l’indole indomita di esplorare, e non temono molte delle cose che noi adulti temiamo. E anche se occorre certamente insegnare loro i pericoli, dobbiamo anche riconoscere a noi stessi che spesso gliene trasmettiamo molti di più di quanti ce ne siano, su aspetti che invece appartengono solo ed esclusivamente a noi.
Per un bambino ciò che il genitore dice è verità assoluta, e se questo trasmette l’idea che ci sono determinati pericoli, o che il mondo è pericoloso, tenderà a crederci e a fare sua quell’informazione. Tutto ciò non favorisce lo sviluppo di una buona autostima.
Quindi proviamo a renderci conto di cosa ci appartiene, e incoraggiamo piuttosto che svalutare. Diamo messaggi positivi che consentano ai nostri figli di poter credere in se stessi, negli altri, e nel fatto che le soluzioni possono essere trovate.
In questo modo gli daremo la possibilità di portare con sé un bagaglio prezioso. Che potrà essere utile loro per crescere in modo positivo, ed affrontare in modo più adeguato la vita, con meno timori ed insicurezze.
Noi genitori da questo punto di vista possiamo fare davvero tanto. Allora proviamo ad intraprendere una strada differente, che consenta ai nostri figli di sentirsi capaci ed efficaci nei confronti della vita.
Si tratta del più bel regalo che possiamo fare loro…
Dr.ssa Monia Ferretti Psicologa – Psicoterapeuta
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