Arredare in modo ecologico è più che una moda di passaggio, lo potremmo definire piuttosto uno stile di vita.
Che la natura stia soffrendo terribilmente a causa delle cattive abitudini umane è cosa risaputa ed ecco perché molti di noi, negli ultimi anni, hanno riconsiderato il rapporto con l’ambiente, mettendo in discussione schemi obsoleti, frutto di una cultura prevaricatrice che ha causato danni irreparabili. In realtà non tutto è perduto ma urge più che mai un cambiamento a livello globale, a partire da una rinnovata mentalità, più sensibile alle tematiche green.
Come in qualunque settore, il mutamento parte dal piccolo e la scelta di un arredamento ecosostenibile, a casa propria, appartiene a quei piccoli gesti che possono, più o meno consapevolmente, influenzare le sorti della Terra. L’ampio consenso che il design di matrice naturale sta conquistando a livello internazionale, in tal senso, ci viene incontro. Per non parlare del riciclo, le cui enormi potenzialità creative sono state riscoperte nell’ultimo decennio, complice probabilmente la crisi in corso. Ma nella pratica come arredare casa in modo ecologico? Ecco 4 consigli a impatto zero.
1) Puntare sul riciclo creativo
Non potevamo che iniziare da qui perché il riciclo creativo, o upcycling, rappresenta la soluzione eco-friendly per eccellenza visto che sfrutta con intelligenza materiali e oggetti altrimenti destinati ai cassonetti. Bottiglie di plastica, tappi di sughero, rametti secchi, tronchetti d’albero, barattoli di vetro, rotoli di carta igienica, l’unico limite all’arredamento ecologico fai da te è l’assenza di fantasia. Qualità che alberga in tutti noi, anche nei più rigorosi, purché la si lasci fluire senza opporre resistenza. L’upcycling ormai spopola anche tra le aziende ed esistono certificazioni apposite, come l’ICEA, per identificare prodotti, mobili e oggetti realizzati con materiali di riciclo.
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2) Acquistare mobili in legno certificato
Che il legno sia uno dei materiali privilegiati nel settore arredamento non c’è dubbio alcuno, eppure la sua origine “naturale” non è sufficiente a garantirne una provenienza per così dire “ecologica”. Materiale naturale sì ma con rispetto dell’ambiente circostante, è questo il parametro da valutare in fase di acquisto perché disboscare senza i dovuti accorgimenti equivale a distruggere gli equilibri naturali. Se ne deduce l’importanza delle certificazioni come FSC e PEFC, sigle che garantiscono la provenienza del legno da filiere rispettose dell’ambiente.
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3) Arredare con mobili vintage
Che siano acquistati nei mercatini dell’antiquariato o rubati alla soffitta di nonna, i mobili vintage sono 100% eco-friendly. Indipendentemente dalla loro origine, magari discutibile sotto il profilo ambientale, riutilizzarli è un buon modo per strapparli alla discarica. Senza contare che il vintage, non solo per le fashion-addict, è una moda che impazza da tempo, basta rivisitare i pezzi con un po’ di fantasia.
4) Privilegiare trattamenti a basso impatto ambientale
Forse questo è un aspetto che sottovalutiamo ma di fatto, i trattamenti cui sono sottoposti i mobili che acquistiamo non sono meno importanti di altri fattori, quando si parla di sostenibilità ambientale. Esistono addirittura certificazioni come Ecolabel, volte a premiare i prodotti ad impatto ambientale ridotto, e altre come EFSA, che informano gli acquirenti sui livelli di tossicità degli stessi.
Laura De Rosa