Materiale sedimentario a grana finissima e particolarmente plastico, l’argilla, costituita da acqua, silice, allumine, ferro e metalli alcalini, vanta numerose proprietà (antisettiche, battericide, cicatrizzanti, assorbenti, antinfiammatorie, energizzanti ecc.) tanto da esser utilizzata sin dall’antichità come rimedio naturale per la cura di vari disturbi.
Ottima per uso interno al fine di combattere gastrite, meteorismo, cattiva digestione, colite, stipsi, acidità di stomaco, ernia iatale ed aerofagia, l’argilla può essere utilizzata anche per via esterna, applicandola direttamente sulla pelle mediante cataplasmi, bendaggi, impacchi, fasciature, bagni argillosi e polverizzazioni. Tale somministrazione è consigliata nei casi di dermatiti, scottature, eczemi, forfora e capelli grassi, ascessi, geloni, acne e foruncoli, dolori muscolo-articolari, contusioni, infiammazioni vaginali e gonfiori ai piedi o piede d’atleta.
Scopriamo ora nel dettaglio uno dei rimedi naturali più antichi e diffusi nella medicina, il cataplasma a base di argilla (ottima quella verde), indicato contro febbre, infiammazioni di vario tipo, dolori muscolo-articolari, ascessi, mal di stomaco, emicrania ecc.
Per preparare un cataplasma addominale bisogna versare acqua fredda naturale in una terrina di ceramica, vetro o legno (non utilizzate mai recipienti di plastica o metallo) e quindi aggiungere l’argilla granulare, fino a ricoprire la superficie dell’acqua. Questa preparazione viene fatta riposare finché l’argilla ha assorbito tutta l’acqua. Dopo aver mescolato bene con un mestolo di legno, si ottiene una pasta morbida, liscia, omogenea e fluida.
Il preparato con lo spessore di circa un centimetro deve esser poi steso su una carta da pacco. Sopra l’argilla si stende quindi una garza che viene applicata direttamente e con delicatezza sull’addome, avendo cura di coprire bene da fianco a fianco. In seguito il preparato viene coperto con una telo di cotone e una copertina di lana che avvolgeranno bene l’addome del soggetto in cura, facendo attenzione a non lasciare vuoti d’aria. Se l’argilla viene tenuta per tutta la notte, al mattino lo stato doloroso o infiammatorio risulterà notevolmente attenuato grazie al potere termo-assorbente di questo materiale.
Qualora il cataplasma fosse utilizzato per problemi localizzati e virulenti (ad esempio un ascesso) è bene effettuare brevi operazioni sulla parte dolente (durata mezzora circa), da ripetere più volte nell’arco della giornata. Se si tratta invece di problemi più diffusi si consigliano al massimo due applicazioni al giorno. In ogni caso non applicate mai più cataplasmi contemporaneamente su differenti parti del corpo.
Se a distanza di due-tre ore dall’applicazione l’argilla dovesse risultare ancora morbida e bagnata significa che la parte del corpo trattata è fredda e non reagisce al cataplasma: in tal caso è consigliato ridurre lo spessore. Al contrario, se l’argilla tende a essiccare e ad asciugarsi troppo velocemente, ciò vuol dire che la parte trattata è molto calda e quindi bisogna intervenire aumentando lo spessore. In ogni caso, al momento della rimozione l’argilla deve risultare ben asciutta, tanto da poter esser sgretolata.
Il cataplasma va sempre effettuato a freddo sulla cute integra di un corpo caldo. Non fatelo quindi nel momento in cui avvertite molto freddo, per esempio se siete appena rientrati a casa d’inverno o in caso di raffreddore. L’unica eccezione è costituita dall’applicazione in corrispondenza dei reni, per il qual caso il cataplasma deve esser preparato con acqua calda.
Infine ecco le principali controindicazioni. Si sconsiglia tale applicazione se avete appena finito o vi state ancora trattando con farmaci locali, quali pomate, creme farmaceutiche, infiltrazioni o iniezioni sia parenterali che sottocutanee. L’argilla ha infatti un elevato potere assorbente e può interferire con questi farmaci. Evitate tale operazione anche se dovete trattare parti con protesi, chiodi, staffe ortopediche o altri dispositivi o apparecchi. Infine non effettuate mai un cataplasma in corrispondenza delle ghiandole (tiroide, timo, mammella) salvo che su specifica prescrizione. In tal caso non utilizzate l’argilla ma altri prodotti naturali, quali ad esempio il cavolo o la verza.
Per recuperare la salute può bastare anche un benefico impiastro, utilizzato da tempo immemorabile.
Marco Grilli