Parlare di dieta senza muco significa riferirsi non solo a una dieta, quanto a quello che è ritenuto un sistema di guarigione che prevede il mancato consumo di tutti quei cibi (carne e insaccati, pesce, uova, farina bianca e derivati, riso brillato, latticini) considerati innaturali per l’uomo e all’origine delle malattie.
Si crede infatti che la difficile digestione di tali alimenti comporti il rilascio di un residuo colloso non assimilato, che si deposita nel colon, lo danneggia e poi, tramite l’assorbimento dei villi intestinali e la circolazione sanguigna, compromette il funzionamento dell’intero organismo, provocando le più varie patologie.
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Coloro che seguono questi dettami alimentari considerano la dieta come una regola di vita e ripudiano la medicina ufficiale. Ritengono infatti che la guarigione non sia la soppressione dei sintomi di una malattia, ma la rimozione della loro causa, ossia il processo naturale con il quale il corpo ripara se stesso.
In pratica, l’obiettivo della dieta sarebbe proprio quello di far sì che l’organismo riesca a curarsi da solo, perché una corretta alimentazione impedirebbe l’accumulo di muco, tossine, sostanze chimiche estranee, depositi di materiali fermentati e qualsiasi altro elemento non naturale, così che ogni individuo risulterebbe immune anche all’attacco di germi, batteri o virus, incapaci di attecchire in un terreno fisiologico pulito.
Alimentazione esclusivamente a base di frutta e verdura a foglia verde, periodi di digiuno, esercizio fisico e bagni di sole sono quindi i segreti del benessere per i seguaci dell’insegnamento di Arnold Ehret, autore del volume “Il sistema di guarigione della dieta senza muco”, pubblicato nel 1922.
Nato a Friburgo nel 1866, Ehret era un professore di disegno, appassionato di fisica e chimica. Dopo che gli fu diagnosticato il morbo di Bright (infiammazione dei reni), l’inventore della dieta senza muco rinnegò la medicina ufficiale del tempo (che lo dava per spacciato) e cercò la risoluzione dei suoi problemi nelle cure naturali alternative.
Viaggiò molto, sperimentò lunghi periodi di digiuno, ritenuto «il metodo della natura onnipotente di liberare il corpo dagli effetti di cibo eccessivo o sbagliato», si dedicò ai bagni di sole e a un’intensa attività fisica (perfino un tour ciclistico di c.a. 1.200 Km da Algeri e Tunisi), giunse alla conclusione che «lo zucchero d’uva dei frutti [NdA, il glucosio] è la sostanza essenziale nel cibo dell’uomo che dà la massima efficienza e persistenza, e allo stesso tempo è il migliore eliminatore di scorie e il più efficace agente guaritore conosciuto dall’uomo», e una volta guarito, pur non essendo un medico, aprì una clinica in Svizzera dove iniziò a curare le persone sulla base dei suoi insegnamenti. Oltre al volume pubblicato nel 1922 – la “Bibbia” degli ehretisti –, Ehret scrisse altri cinque libri, tenne conferenze in tutta Europa e negli Stati Uniti e fornì dimostrazioni sul digiuno. Morì nel 1922 in seguito a un incidente.
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Le opere di Ehret sono state tradotte in Italia da Alfredo Gianazza, che ha anche realizzato un sito dedicato al pensiero dell’inventore della dieta senza muco (www.arnoldehret.it), con un forum apposito inteso come spazio d’incontro e confronto fra i moderni seguaci del pensiero ehretista. Si parla così dell’ehretismo come di un vero movimento spontaneo rappresentato dalle persone che mettono in pratica il sistema di guarigione della dieta senza muco, nutrendosi principalmente di frutta e verdura (in genere cruda), eliminando i cibi che producono muco e criticando aspramente l’alimentazione onnivora, considerata innaturale e nociva.
Nel sito italiano gli ehretisti consigliano di studiare alla perfezione i libri di Ehret e seguire i suoi insegnamenti, tenendo conto di alcuni prerequisiti, quali:
1- il consumo esclusivo di prodotti biologici o provenienti da coltivazioni biodinamiche;
2- la rimozione di eventuali amalgami dentali al mercurio (ritenuti tossici per l’organismo);
3- il seguire un protocollo specifico per la disintossicazione dai metalli pesanti;
4- l’adozione di uno stile di vita adeguato, che oltre alla dieta ehretista comprenda anche una sufficiente attività fisica, l’esposizione al sole e all’aria aperta, l’abbandono delle emozioni negative e i lavaggi intestinali
5- il non essere in cura con farmaci e psicofarmaci (considerati prodotti tossici che sopprimono i sintomi ma non curano), che gli ehretisti consigliano quindi di eliminare gradualmente sotto la supervisione di una persona competente e legalmente autorizzata, anche se crediamo che sia alquanto difficile, se non impossibile, convincere un medico a farsi cambiare terapia per seguire la svolta ehretista!
Già ai suoi tempi Ehret condannava le varie teorie scientifiche e riteneva che ogni malattia non fosse altro che «un accumulo straordinario di prodotti di rifiuto in una specifica area del corpo», consigliando, dopo aver digiunato, di «diminuire la quantità di cibo a cui si è abituati e mangiare solo cibi senza muco, naturali e depuranti (frutta e vegetali non amidacei), fornendo al corpo un’opportunità per sciogliere ed eliminare il muco, il che è, nei fatti, il processo di guarigione».
Nella sua opera principale Ehret fa riferimento al processo di rigenerazione dell’individuo, base del suo pensiero: «La natura desidera rigenerarci con il processo della malattia. La natura desidera che otteniamo una genuina rinascita, desidera guidarci verso una resurrezione fisica nel senso più profondo della parola. Se intendi rigenerare te stesso, prima di ammalarti, devi ricorrere volontariamente al digiuno e al consumo di alimenti viventi (particolarmente frutta). È solo dopo che tutti i veleni – ogni cosa dannosa, ripugnante e guasta – sono stati espulsi, che la natura comincia a costruire sulle fondamenta delle cellule rimaste intatte un nuovo essere umano rigenerato».
Oggi gli ehretisti criticano le diete moderne ipercaloriche e iperproteiche povere di micronutrienti e la produzione industriale degli alimenti, condannando l’utilizzo di fertilizzanti, erbicidi e pesticidi in agricoltura, così come le pratiche che riducono le qualità nutrizionali di frutta a verdura, tradotte nella raccolta precoce, nella raffinazione dei vegetali e nei trattamenti di conservazione. Seguaci di un’alimentazione spartana, rigorosa e priva di veleni, perseguono l’obiettivo della perfetta salute prefissato da Ehret, all’interno di una visione olistica dell’umanità.
Se talune loro critiche al moderno sistema di produzione degli alimenti risultano condivisibili, è pur vero che il sistema di guarigione della dieta senza muco non è riconosciuto dalla medicina ufficiale. Ne tenga conto chi fosse interessato a seguire questo movimento.
Marco Grilli