Più che una semplice dieta, la macrobiotica (dal greco macro= grande e bios=vita) è uno stile di vita che tende a realizzare l’armonia tra l’umanità e la natura, prevedendo tra l’altro un’alimentazione semplice ed equilibrata, capace di garantire salute e longevità.
«La vita è di per sé un universo infinito, e il nostro stile di vita deve essere semplice e pratico, conforme all’ordine dell’universo infinito. Il modo più semplice per aderire a quest’ordine è rappresentato dalla cura della salute fisica e dalla conquista della pace interiore», scriveva Michio Kushi, discepolo di George Ohsawa, ossia di colui che, a partire dall’inizio del Novecento, diffuse anche in Europa i dettami di questa millenaria filosofia orientale. Una filosofia pratica, tesa alla ricerca della felicità e basata sull’unità dello spirito e del corpo, dove la visione del mondo si fonda sull’alternanza di due energie opposte e complementari generatrici dell’universo (lo yin e lo yang).
«Noi siamo quello che mangiamo», affermava Ohsawa, perché secondo la macrobiotica le nostre condizioni fisiologiche, psicologiche o spirituali dipendono dalla natura, dalla proporzione e dalla preparazione dei cibi, nonché dal modo di mangiare. Antitetica al consumismo moderno, questa filosofia affida quindi all’alimentazione un ruolo cruciale, perché «il modo di alimentarsi è il fattore più importante per lo sviluppo e per determinare se siamo o non siamo in armonia con il nostro ambiente naturale e, di conseguenza, se siamo sani o malati», scriveva Kushi.
Più di ogni altro approccio dietetico, la macrobiotica apprezza e valorizza le differenze individuali ed equilibra i cibi in funzione dell’organismo che li assume e dell’ambiente in cui vive. Fondata sui principi filosofici dell’equilibrio e dell’armonia, questa tipologia di alimentazione non è una semplice sequela di indicazioni e tabelle dietetiche, perché valuta i bisogni alimentari in base alla situazione geografica e climatica, al livello di attività e alla fisiologia di ciascun individuo.
I cibi vengono quindi classificati in base ai criteri dello yang e dello yin, dove i primi, semplificando, comprendono gli alimenti (acidi) e i metodi di preparazione che tendono a creare contrazione e calore nel corpo, a differenza dei secondi (cibi alcalini), che invece originano espansione e raffreddamento. In sintesi, lo yang necessita dello yin per esser disperso, così come allo yin serve lo yang per esser raccolto e concentrato: una dieta sana ed equilibrata si basa quindi sul corretto bilanciamento di queste due differenti categorie di cibi, evitando gli estremi dello spettro.
Secondo la macrobiotica, l’alimentazione moderna è problematica perché ricorre eccessivamente a cibi troppo yin (ad esempio farine e prodotti cerealicoli raffinati, zucchero, cioccolata, frutta e ortaggi tropicali o semi-tropicali, condimenti e salse speziate, alcol, prodotti lattiero-caseari lavorati industrialmente, tè e caffè prodotti commercialmente) o troppo yang (uova, carne rossa, pollame, sale usato come conservante ecc.). Questo tipo di alimentazione denuncia quindi i moderni processi industriali di trattamento e raffinazione dei cibi, sottolineando i valori di naturalità e integralità degli alimenti.
I principi fondamentali della macrobiotica prevedono di: introdurre nella dieta i cereali integrali e i legumi, da consumarsi ogni giorno; ridurre al minimo o evitare i prodotti di origine animale; seguire la stagionalità di frutta e verdura; alternare gli stili di cottura e i vari tipi di cereali, legumi e verdure; utilizzare il sale marino integrale nonché le alghe e i condimenti speciali; evitare gli zuccheri raffinati e tutto ciò che li contiene.
La filosofia macrobiotica disprezza l’utilizzo di conservanti, coloranti, aromatizzanti e additivi chimici, consigliando di mangiare cibi integrali non trattati, prevalentemente di origine vegetale, per conseguire uno stato di salute e benessere, vero segreto della longevità. Insegna inoltre a consumare gli alimenti del posto per non creare squilibri e favorire le nostre capacità di adattamento all’ambiente circostante.
Nella dieta macrobiotica le giuste proporzioni giornaliere tra gli alimenti prevedono un 50-60% di cereali integrali, un 25-30% di verdure (abbinate sempre ai cereali e consumate a parte), e un 5-10% di legumi. A questa base quotidiana si aggiungono poi i condimenti, gli alimenti fermentati e le alghe (da una a tre volte a settimana), la frutta (anche secca) e il pesce.
I cereali integrali costituiscono il vero cardine di questa alimentazione, che conferisce particolare importanza anche ai legumi, da consumarsi giornalmente in piccole quantità, poiché facilmente digeribili, ricchi di proteine di alte qualità e privi di grassi saturi.
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In ogni pasto non possono poi mancare le verdure di stagione (ricche di vitamine e minerali), rigorosamente coltivate in modo biologico. La macrobiotica distingue questo genere di alimenti in tre categorie principali: verdure a foglia verde, ricche di vitamina C, calcio e minerali alcalini, con caratteristiche intermedie tra la yin e lo yang, consumate prevalentemente scottate in acqua salata o crude (particolarmente consigliati i vari tipi di cavoli, i broccoli e le cime di rapa); le radici (ad es. carote, cipolle, rape), che costituiscono una buona fonte di vitamine e minerali, hanno una valenza yang e si rivelano ideali nei periodi più freddi e nelle zone a clima rigido, e infine le verdure di superficie (ad es. le zucche), con caratteristiche intermedie e ottime per l’inverno.
Per questa dieta sono da evitare o porre in secondo piano verdure troppo yin, quali pomodori, asparagi, bietole e spinaci (ad alto contenuto di acido ossalico che inibisce l’assorbimento del calcio), o zucchine, patate e melanzane, perché acidificano il sangue. Dovrebbero essere invece consumati quotidianamente i germogli di crucifere e leguminose (ad es. broccoli, ravanelli, alfa-alfa), ricchi di sostanze utili all’organismo. I semi oleaginosi completano la gamma dei principali alimenti di origine vegetale insieme alle alghe, eccellenti fonti di proteine, vitamine, sali minerali e oligoelementi, da consumarsi regolarmente in aggiunta a zuppe e legumi o per la preparazione di insalate.
Alla frutta, che può esser utilizzata per la preparazione di molti dolci naturali, sono richieste le stesse caratteristiche della verdura (fresca, di stagione, biologica), mentre si consiglia di consumarla lontano dai pasti.
Nella dieta macrobiotica sono poi importanti gli alimenti fermentati, che si avvalgono di specifici ceppi di batteri, funghi o lieviti per migliorare le caratteristiche organolettiche e i valori nutrizionali dei cibi. Ottenuti da verdura, frutta, soia e vari cereali, i prodotti più noti in questo campo sono il miso (condimento prodotto dalla fermentazione per due anni di fagioli di soia e sale spesso con l’aggiunta di un cereale, utilizzato per produrre salse o in sostituzione del brodo vegetale) e le salse di soia tamari, dal sapore molto intenso, e shoyu, più leggera e meno salata, senza dimenticare le umeboshi, particolari albicocche giapponesi raccolte ancora acidule e stagionate per un anno sotto sale, utilizzate per accompagnare le verdure o produrre salse.
Questo tipo antichissimo di alimentazione riduce al minimo o evita del tutto il consumo di carne e insaccati, uova, latte, formaggi e latticini, crostacei e molluschi, frutta tropicale, cioccolato, bevande alcoliche, caffè e zuccheri raffinati, perché li considera alimenti che alterano le normali funzioni dell’organismo, creando squilibri nocivi alla salute.
Per quanto riguarda i condimenti, oltre all’olio di sesamo e d’oliva e al sale marino integrale si possono aggiungere tipicità orientali quali i già citati miso, tamari, shoyu, umeboshi, nonché il gomasio (utilizzato al posto del sale, composto da semi di sesamo tostati e sale marino pestati insieme in un mortaio) e la tekka (impiegata per condire i cereali, ottenuta da una lunga cottura di miso con radici). Per sostituire tè e caffè spazio invece a bevande quali kukicha, bancha e mu (ottenute da varie erbe e a bassissimo contenuto in teina e caffeina).
La filosofia macrobiotica comprende anche regole sui modi di mangiare (lentamente, masticando bene, con allegria e senza distrazioni) e sulla preparazione dei cibi, consigliando l’utilizzo di pentole e tegami in acciaio inox (non in alluminio), pirofile e teglie in terracotta, mestoli in legno e cestelli in bambù, al fine di evitare l’alterazione degli alimenti.
Qualora foste interessati alla svolta macrobiotica, dove il cibo è nutrimento anche per lo spirito, vi consigliamo di procedere con estrema gradualità e solo dopo aver consultato un medico.
Marco Grilli