Cosa succede quando una mamma si trova a gestire un figlio autistico su un volo al ritorno da Disneyland? A volte i bambini autistici sono irrequieti, non puoi semplicemente farli stare seduti al loro posto e una mamma queste cose le sa, e le sa anche una mamma di un bimbo “normale”… i bambini sono così, tutti. Sono curiosi, non stanno mai fermi, chiacchierano, disturbano con i loro giochi e il loro vociare magari a toni più alti. Spesso le mamme si ritrovano a doversi scusare con i passeggeri dei bus, dei treni o degli aerei per delle marachelle dei figli o per dei danni che involontariamente possono provocare.
Quello che invece è successo a Shanell Mouland e a sua figlia Kate, affetta da autismo, è molto molto particolare. Non è da tutti incontrare un passeggero che si comporti come ha fatto questo passeggero del posto 16C del volo 1850 da Philadelphia.
Ed è proprio lo stupore del gesto del passeggero del 16C che ha spinto la mamma di Kate, bambina autistica, a scrivere questa lettera di ringraziamento, una lettera che tutti dovremmo leggere e che tutti dovremmo tenere presente quando viaggiamo e ci troviamo a fare i conti con bambini e adulti.
❝Caro Papà,
Non so il tuo nome, ma mia figlia Kate ti ha chiamato “papà” per l’intera durata del nostro viaggio la settimana scorsa e tu non l’hai mai corretta. Infatti, non ti sei tirato indietro perché probabilmente potevi capire che lei non ti stava davvero confondendo con suo padre, ma stava testando la sua fiducia nei tuoi confronti. Se ti ha chiamato così, vuol dire che ha pensato che potevate andare d’accordo.
Ho fatto sedere Kate nel sedile centrale, pur sapendo che ci sarebbe stato uno sconosciuto seduto accanto a lei per tutta la durata del volo . E’ stata una decisione veloce e, conoscendo la mania di Kate di chiudere e aprire la tendina del finestrino, ho pensato che potesse avere un’ossessione in meno se si fosse seduta al centro. Ho visto un’intera squadra di baseball salire sull’aereo e mi chiedevo se sarebbe stato proprio uno di questi giganti a sedersi vicino a lei. Ma si sono diretti tutti verso la coda. Eppure le sarebbe piaciuto. Avrebbe fatto delle osservazioni che avrei dovuto affrontare, ma le sarebbe piaciuto avere a fianco quei giocatori. Ho visto molte donne dall’aspetto rassicurante a bordo e ho sperato che fosse una di queste a occupare quel posto, ma tutte procedevano oltre. Per un attimo ho pensato che sarebbe potuto rimanere vuoto, ma poi ti ci sei seduto con la tua borsa e i tuoi documenti dall’aria importante e io ho avuto una visione, quella di Kate che rovesciava dell’acqua su questi contratti da milioni di dollari, questi atti immobiliari, o di qualunque cosa si trattasse. Quando ti sei seduto, Kate ha cominciato a strofinarsi sulle tue braccia. Le maniche della giacca erano morbide e le piaceva quella sensazione. Le hai sorriso e lei ti ha detto: “Ciao papà, questa è la mia mamma”. Poi l’hai conquistata.
Avresti potuto sentirti a disagio su quel sedile. Avresti potuto ignorarla. Avresti potuto farmi uno di quei sorrisi che tanto disprezzo, quelli che significano “Gestisca vostra figlia, per favore”. Invece non hai fatto niente di tutto ciò. Hai cominciato a chiacchierare con Kate, facendole quelle domande sulle sue Tartarughe Ninja. Lei non poteva risponderti davvero, ma l’hai fatta così innamorare, che manteneva il contatto visivo e l’attenzione sulla tua voce. Guardavo e sorridevo. Ho cercato anche di farti qualche domanda per distrarla, ma tu non volevi distrarti.
Kate: (dopo aver notato che avevi un iPad): È il computer di papà?
Tu: Si, è il mio iPad. Vuoi vederlo?
Kate: Io???? ( Avevo capito che Kate stava pensando che stavi chiedendole di mantenerlo)
Io: Guardalo soltanto, Kate. Non è il tuo.
Kate: Che bello!
Tu: (Notando che anche Kate aveva un iPad): Anche il tuo iPad è molto bello. Mi piace quel colore viola.
Kate: Papà, vuoi essere un ragazzo cattivo? ( Porgendoti Shredder, il leader malefico tra le Tartarughe – e questo, amico mio, è un grande premio)
Tu: Fantastico!
Siete andati avanti a lungo e mai mi sei sembrato infastidito. Kate ti ha concesso anche un momento di tregua e si è messa a giocare con Anna ed Elsa, le sue bambole. Gentile da parte sua salvarti dalle Barbie, ma sono convinta che non ti avrebbe dato fastidio nemmeno quello. Scommetto che hai anche tu delle figlie.
Nel caso tu te lo sia chiesto, stava meglio quando siamo scese dall’aereo. Grazie per averci fatto passare avanti. Si sentiva schiacciata all’inizio e, uscendo, un grande e lungo abbraccio era proprio quello di cui aveva bisogno.
Quindi grazie. Grazie per non avermi fatto ripetere quelle solite frasi che solitamente dico alla gente che incontro quando sono con Kate. Grazie per averla intrattenuta. E per aver messo via le tue cose, i tuoi libri, per passare il tempo a giocare alle Tartarughe Ninja con la nostra bambina❞ (traduzione lettera www.huffingtonpost.it)
Un gesto che non è solo bello quello dello sconosciuto del 16C, è un gesto che racconta di persone buone, disponibili, tranquille, che sanno darsi agli altri anche se sono piccoli, noiosi e magari anche pedanti, un gesto che dovrebbe essere la routine non l’eccezione, quando saliamo su un mezzo pubblico pensiamo a questo signore del 16C che ha regalato un po’ del suo tempo ad una bambina autistica, ascoltandola e giocando con lei. Ricordiamoci di staccare la spina ogni tanto e se non possiamo farlo con dei bambini “nostri” facciamolo con quelli che incontriamo, regaliamo sempre del tempo agli altri, è il più bel regalo che si possa fare… <3
Un’altra mamma scrisse una lettera per il suo bambino “diverso”, ma quella volta non era una lettera di ringraziamento -> La lettera di una mamma a tutti i bambini “diversi”