La struttura di Green Hill di Montichiari per ora è sotto sequestro probatorio, nel frattempo sono emersi altri dati, sono tre le persone indagate per il reato di maltrattamento di animali (art.544 ter del codice penale).
Per adesso i cuccioli di beagle non potranno uscire dall’azienda: ogni spedizione è stata sospesa e, almeno per ora, siamo certi che i cuccioli non andranno a finire su un tavolo da laboratorio. Già il giorno dopo la messa sotto sequestro della struttura di Montichiari, il popolo del web si è mosso in massa: sono moltissime le richieste di adozione pervenute direttamente alla Procura di Brescia e alle principali associazioni animalisti.
Per ora non si può far altro che attendere le mosse dell’azienda, la quale potrebbe presentare ricorso ai giudici del Tribunale del Riesame.
Nel frattempo i cuccioli rimangono in custodia giudiziale della stessa Green Hill, del Comune di Montichiari e dell’Asl.
«Nessun cane può essere fatto riprodurre o essere venduto o ceduto», mentre a forme di affido stanno pensando anche gli agenti del Corpo forestale dello Stato che hanno effettuato il blitz con gli uomini della Digos della Questura di Brescia per mettere i sigilli all’allevamento. I poliziotti, nel frattempo, stanno passando al setaccio la mole di documenti informatici sequestrati. I dati saranno messi a confronto con le testimonianze di una decina di dipendenti raccolte ieri fino a tarda sera.
A questo proposito riportiamo un estratto di un articolo della LAV:
«L’interesse dei media è altissimo: questo sequestro ha riempito le pagine di tutti i giornali con importanti dichiarazioni, anche da personalità di fama internazionale come Brigitte Bardot, e associazioni animaliste europee. Una risposta del pubblico prevedibile, visto che sono mesi che la struttura è sotto accusa con denunce e manifestazioni cadute, purtroppo, nel vuoto e se consideriamo la chiara posizione espressa dall’86% dei cittadini italiani dichiaratisi contrari alla vivisezione.
Ma siamo solo all’inizio della battaglia: la posta in gioco è molto alta e la lobby vivisettoria sta già rimboccandosi le maniche per fronteggiare l’attacco. Essere riusciti a fare breccia in un muro omertoso e di gomma come quello che cela la vivisezione è stato un risultato incredibile, ma dobbiamo raggiungere il traguardo.
Anche a questo scopo, la LAV, insieme a Enpa, Leidaa, Lega nazionale per la difesa del Cane e Oipa, riunite nella Federazione Italiana Diritti degli Animali e Ambiente, ha chiesto al Presidente del Senato Schifani una svolta per l’approvazione dell’articolo 14 della Legge Comunitaria 2011: è indecente che la Commissione Esteri si riunisca a malapena un’ora alla settimana quando sono in gioco i provvedimenti più importanti dell’anno.
Sono settimane che attendiamo il voto e non è più possibile aspettare. Questo rimandare è un espediente banale che cerca di distogliere l’attenzione aspettando che la gente dimentichi ciò che c’è in gioco, ma noi non cadremo in questo debole tranello ricordando ogni giorno il ruolo cruciale dei Senatori che hanno in mano la sorte di milioni di animali.»