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Il lupo: la sua vita in libertà nei romanzi di Alberto Franchi

Di Redazione - 3 Agosto 2023

Tutti conosciamo la versione di Cappuccetto Rosso e nessuno conosce quella del lupo. Forse ci parlerebbe di solitudine e di orgoglio, di lune favolose e di boschi cancellati dagli uomini.
(Fabrizio Caramagna)

Il lupo è considerato un animale mistico e affascinante. Sono molte le credenze popolari su questo magnifico mammifero, ma non tutti sanno che si tratta di un animale puro e conservatore. E’ caricato spesso di notazioni negative, viene descritto come aggressivo e non socievole, cosa che, nelle tante culture umane, ha alimentato la paura nei suoi confronti.

Il binomio uomo-lupo esiste da millenni e persiste anche oggi, soprattutto se pensiamo che si tratta dell’unico antenato del cane domestico.

Ma il cane e il lupo non sono esattamente la stessa cosa.

Per comprendere maggiormente la vita del lupo, per capirne le differenze con il cane e per addentrarci nel legame che questo animale ha con l’uomo abbiamo deciso di intervistare Alberto Franchi, veterinario che lavora a Verona e scrittore di romanzi che hanno come protagonisti i lupi. 

Assistere ad una presentazione dei suoi libri è un’esperienza che consigliamo a tutti poiché la sua passione per la montagna e per gli animali che la abitano trasformano una presentazione libri in un vero e proprio viaggio nella natura.

Egli ha scritto una saga di 4 volumi all’interno delle quali racconta la storia di un branco di lupi per ogni stagione dell’anno, la serie è intitolata “La saga di Diana e Wolfgang“. Il suo ultimo lavoro s’intitola invece “Zanne!” ed è un libro che introduce la saga.

Copertine dei libri

1- Dott. Franchi, può descrivere brevemente come vive il lupo in natura?

I lupi sono i grandi predatori italiani. Sono animali cacciatori strettamente sociali, altamente specializzati. Astuti, cauti, determinati, dotati di udito e fiuto formidabili, resistono ai nostri climi con grande capacità di adattamento e predano animali di grande taglia quando in branco; piccoli roditori, uccelli ma anche molluschi e insetti quando solitari.

L’areale di caccia è molto ampio sulle nostre montagne e viene costantemente tenuto sotto controllo per evidenziare prede ma anche l’arrivo di competitori. Le tecniche di predazione sono varie: l’inseguimento sfiancante della preda, l’isolamento e l’accerchiamento, il provocarne la caduta in buche o avvallamenti del terreno.

2- Quali sono secondo lei i simboli collegati al lupo?

Per stare nella nostra penisola, il lupo è stato per secoli uno dei due animali totemici per le antiche popolazioni italiche, insieme con l’ aquila. Ricordiamo tutti la lupa etrusca, la lupa capitolina di Romolo e Remo, la pelle di lupo portata dal militare romano portatore delle insegne, il signifer, gli stemmi araldici di alcune città, Piacenza, Novara e di molte famiglie gentilizie, gli stemmi di alcuni reggimenti del nostro esercito, come “I Lupi di Toscana”.

Nel sentimento popolare il lupo viene percepito e considerato in due modi opposti.  L’animale emblema del terrore e del male, da un lato. L’animale invincibile, temerario, angelo protettore della donna, simbolo di perfezione, coraggio, onestà, determinazione, dall’altro. Nella realtà sono considerazioni legittime ma errate: infatti il lupo è uno splendido animale, uno scaltro predatore opportunista, strettamente sociale.


3- Come può l’uomo vivere pacificamente con il lupo rispettandolo nella sua natura?

Accesi dibattiti infervorano da anni le tribune riguardo la presenza di lupi sulle montagne d’Italia. La politica è divisa: attualmente il lupo è stato dichiarato specie protetta. Ma sono molte le categorie sociali e gli orientamenti politici che dissentono.

La convivenza con l’uomo e le sue attività è un problema arduo che non può mai essere considerato risolto completamente. È, come si può considerare facilmente, in costante equilibrio instabile.
Da un lato la ricchezza ambientale della biodiversità. Dall’altro l’esigenza lavorativa di molti allevatori.

Pagina interna del libro

4- Come far sì che l’uomo si avvicini il più possibile alla natura del cane e non viceversa? In altre parole, leggendo i suoi libri si comprende benissimo la differenza tra il lupo e il cane domestico di oggi: come riuscire a rispettare il cane nella sua natura senza renderlo un “giocattolo” dell’uomo? Si pensi all’alimentazione, al suo bisogno di branco ecc.

Dopo 10000 e più anni di addomesticamento il cane si è differenziato in molti aspetti dal suo conspecifico, il LUPO, ma nella fisiologia e nel comportamento sempre CANIS LUPUS resta, seppure con la specifica FAMILIARIS.

Negli ultimi decenni possiamo notare una diffusa alterazione del suo legame con l’uomo: da animale da utilità viene sempre più largamente considerato animale da compagnia, per non dire almeno in alcuni casi membro effettivo della famiglia.

Mentre affettivamente questo è facilmente comprensibile, non è invece giustificabile e apprezzabile il fatto che venga trattato come un essere differente dalla sua specie di appartenenza.

In poche parole: dovremmo sempre ricordare nelle nostre relazioni con il cane che tale è, non è un umano.

Da anni ormai quasi tutti noi veterinari ci dedichiamo con passione a riferire questi concetti ai clienti proprietari di cani, ricordando che l’alimentazione ad esso dedicata deve rispettare i suoi fabbisogni e che i rapporti che ci legano all’animale non è opportuno che stravolgano la sua intima natura e predisposizione psicologica.

Rispettiamo il cane, il nostro cane, per ciò che è, non usiamolo per soddisfare le nostre aspettative, che molto spesso lo renderebbero un essere infelice e distratto dal suo naturale comportamento.

Pertanto così come la sua alimentazione così pure la relazione con esso devono osservare sempre il rispetto della sua natura fisica e psicologica, dei suoi fabbisogni biologici ed etologici.

5- I suoi libri portano il lettore ad immergersi nella natura e nelle sue leggi e ci fanno comprendere quanto siamo lontani dal vivere in modo naturale. Ha dei consigli per riuscire ad essere un po’ più in sintonia con la natura?

Nella nostra vita quotidiana, cittadina, famigliare e lavorativa i miei consigli si rifanno a quanto ci viene sempre più spesso ricordato da esperti di ecologia: consumare meno, consumare meglio, rispettare l’ambiente producendo meno rifiuti, ridurre il consumo energetico e quant’altro gli studiosi dei vari settori ci possono suggerire. Mi rimetto a loro anch’io per quanto riesco.

Per quanto riguarda invece il riuscire ad essere in sintonia con la natura quando ci rechiamo negli ambienti non contaminati dalla nostra presenza come boschi, campi, spiagge e praterie mi piace suggerire non solo di non lordare segnalando il nostro passaggio con i nostri rifiuti, ma anche di accedere in montagna in modo rispettoso, visto che è questo l’ambiente dove vivo e in cui faccio dipanare le avventure che narro nei miei romanzi. Accedere, ripeto, in punta di piedi. Evitando rumori, grida, risa, schiamazzi. Apprendendo a gustare ogni minimo dettaglio: non solo osservando le meraviglie della natura ma anche fiutandone gli odori, ascoltandone i rumori. La natura che frequentiamo accedendo in un bosco, ad esempio, ci manda i suoi segnali e segreti attraverso messaggi che, imparando a percepirli, ce la rendono in ogni occasione e in ogni stagione sempre fantastica. In sintesi: quando entriamo in un bosco, per goderne appieno, cerchiamo di divenire un po’ alberi e animali pure noi.

I libri del dottor Alberto Franchi possono essere acquistati in tutti gli store online e ordinabili in tutte le librerie.





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