Quando il cibo serve a compensare altro!
Il cibo come tutti noi sappiamo, ha una funzione importante per il sostentamento del nostro corpo. Ogni giorno infatti necessitiamo di nutrirci, e questo ci consente di sopravvivere e restare in buona salute. Ma Il cibo non è solo questo, a volte e molto più spesso di quanto si possa pensare serve a veicolare molto di più.
Sono molte le sfaccettature che possono entrare in gioco, e di cui voglio parlarti con questo articolo!
Vediamone alcune…
Il cibo ad esempio oggi più che mai è legato anche alla socializzazione. Quante volte ti capita di uscire con amici, colleghi di lavoro e andare a mangiare assieme qualcosa? andare a prendere un aperitivo, ecc.?
In tutti questi casi, il cibo viene utilizzato come tramite per condividere un momento di convivialità, per poter parlare, scambiarsi opinioni, divertirsi e se capita anche per conoscere delle nuove persone.
Fa da tramite quindi ad uno scopo ricreativo, se vogliamo soddisfa il nostro desiderio di divertimento, di evasione rispetto alla solita routine quotidiana. Il vero scopo quindi non è nutrirsi o comunque non il solo, ma avere l’occasione di incontrare delle persone e trascorrere delle ore piacevoli in loro compagnia.
Questo è solo uno dei modi in cui il cibo in realtà può veicolare altro.
Ma a volte viene anche utilizzato per soddisfare scopi meno piacevoli, e cioè come tramite per placare e mascherare in realtà una fame emotiva.
Viene utilizzato in un certo senso per “anestetizzarsi” e non provare delle emozioni spiacevoli, per sentire meno anche se solo momentaneamente il malessere associato a qualcos’altro.
Con questo articolo voglio approfondire meglio tale aspetto.
È qualcosa che molto spesso avviene al di là della nostra consapevolezza, ma che può avere importanti ripercussioni sul peso, sulla salute, sulla propria autostima e quindi in generale sulla qualità della vita.
In quali situazioni il cibo può essere utilizzato come compensazione?
Molte possono essere le situazioni, e le emozioni che veicolano questo tipo di comportamento:
Rimandare qualcosa che non si ha voglia o paura di affrontare
E molto altro…vediamo come
Si può mangiare per percepire meno la propria insoddisfazione e per riempire un profondo senso di vuoto:
Per qualcosa che abbiamo perso
Per qualcosa che non abbiamo ottenuto
Per qualcosa che non sta andando come vorremmo
Si può mangiare per rimandare qualcosa che non si vorrebbe o si ha paura fare. Il tempo dedicato al cibo viene sottratto all’attività che dovremmo portare avanti, e inoltre ciò consente di rimandarla più in là nel tempo.
Si può mangiare per non percepire ansia per qualcosa che ci preoccupa, che non sappiamo come affrontare.
L’assunzione di cibo da sensazioni piacevoli e soprattutto determinati cibi.
Si può mangiare perché ci si annoia e il cibo e le sensazioni piacevoli ad esso associate, possono aiutare a percepire meno questo stato. Inoltre il tempo trascorso a cucinare, mangiare e sistemare se viene fatto in casa, consente di gestire del tempo che altrimenti sarebbe in balia di questa spiacevole emozione.
Si può mangiare per tristezza in quanto assumere determinati cibi (soprattutto dolci) può aiutare a sentirsi più appagati e quindi anche se solo per un pò, questo può aiutare a stare meglio con se stessi.
Si può mangiare per rabbia, buttare giù cibo in questo caso per reprimere qualcosa che altrimenti uscirebbe fuori con tutta la sua prepotenza.
Ma c’è molto altro…
Cibo come compensazione, si può mangiare anche per:
Paura del cambiamento (mangio per non pensare a quello che avverrà)
Per fare in modo che gli altri non si avvicinino troppo (se sono poco desiderabile, l’altro difficilmente avrà il desiderio di avvicinarsi)
Per carenza d’affetto e di attenzioni (mangio perché mi mancano affetto e attenzioni dalle persone a me vicine)
Per solitudine (mangio per non pensare al vuoto relazionale che mi circonda)
Per frustrazione (mangio per non pensare alla frustrazione, che una particolare situazione che sto vivendo mi porta a provare)
E altro ancora…
I motivi possono essere molti, quelli sopra esposti non possono essere certamente considerati esaustivi. E non è possibile generalizzare, in quanto i reali motivi dovranno essere rintracciati in modo specifico, nella storia e nelle motivazioni della persona coinvolta.
Chi attua questo tipo di comportamento in genere predilige cibi dolci, o comunque molto calorici i cosiddetti cibi spazzatura, di cui oramai sono strapieni i nostri supermercati. E che se assunti con regolarità possono provocare una vera e propria dipendenza!
I cibi più gettonati allo scopo di provare benessere e appagamento, sono in genere: cioccolata, merendine, biscotti, gelati, patatine, snack, e quant’altro. Alimenti ricchi di carboidrati, grassi e conservanti!
Altri prediligono cibi salati o semplicemente mangiano qualsiasi cosa e non hanno alcun controllo sulla quantità.
Utilizzare il cibo come compensazione può portare senza neanche rendersene conto, ad ingerire grandi quantità di cibo, sia durante i pasti che sotto forma di spuntini!
Anch’essi molto pericolosi.
Tale comportamento se reiterato nel tempo, e soprattutto fatto con cibi molto calorici e non propriamente adatti alla salute, può avere un peso importante sulla linea, sulla salute e di conseguenza sulla propria autostima.
Si perché tutto ciò a lungo andare non funziona! E se inizialmente questo comportamento può dare apparentemente sollievo, in seguito si trasforma in un ulteriore problema da gestire!
Chi mette in atto questo tipo di comportamento, alla lunga si rende conto che in tutto ciò c’è qualcosa che non va. Anche perché il benessere che vi è associato, dura ben poco, e subito dopo quello che si era cercato di reprimere torna inesorabilmente a farsi sentire!
Quindi se ad esempio mangio per noia, puntualmente tornerò a percepire questa emozione, e avrò bisogno di reiterare il mio comportamento in modo da poter provare nuovamente un pò di piacere. Per ricadere ancora una volta, e ancora, e ancora…nel solito circolo vizioso.
Come si sentirà questa persona?
Tutto ciò la porterà ad un abbassamento graduale della propria autostima! Percepire che si sta facendo del male a se stessi, con le proprie mani non rende orgogliosi ma purtroppo l’esatto contrario.
Come affrontare questa situazione?
Due sono le cose fondamentali da fare:
Occorre innanzitutto rintracciare il motivo, cosa si sta cercando di non provare, di non affrontare, cosa sta causando tale comportamento e affrontarlo!
Di cosa ho realmente fame? di cosa ho veramente bisogno? Questa è la domanda a cui occorre trovare onestamente una risposta!
Di risolvere un problema che mi assilla?
Di imparare a gestire la mia ansia, la mia frustrazione, la mia rabbia in modo più funzionale?
Di risolvere un conflitto con me stesso?
Di risolvere un conflitto con qualcuno?…
Occorre dare un nome alla situazione, ma che sia il vero nome non una copertura del problema!
Costruire gradualmente e con modi appropriati, un rapporto migliore con il cibo e con il proprio corpo. Mettere a fuoco quali sono le proprie abitudini alimentari, e agire modificando le abitudini deleterie per il proprio benessere.
Imparare a mangiare in modo più sano!
Nessuno dice tutto ciò sia semplice o immediato ma visto che riguarda la propria vita, ne vale la pena? Questa è la domanda più utile da porsi.
Se la risposta è SI ! È possibile fare davvero molto.
L’importante è iniziare per piccoli passi, avendo la giusta convinzione e voglia di migliorarsi…
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Dr.ssa Monia Ferretti Psicologa – Psicoterapeuta
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