Un elefante che piange… vi sembra una fantasia? E’ invece la realtà!
Storie di elefanti che piangono: c’è stato il caso dell’elefantino a cui hanno ucciso la mamma, il caso di Raju l’elefante costretto ad elemosinare e fare lavori forzati in India e finalmente liberato… insomma pare proprio che gli elefanti piangano con copiose lacrime, anche secondo lo psicoanalista e sanscritista statunitense Jeffrey Moussaieff Masson gli animali hanno emozioni, ha infatti scritto un libro proprio sulla psicologia animale: Quando gli elefanti piangono. La vita emotiva degli animali
Gli elefanti producono lacrime quando sono sottoposti a forti stress emotivi, proprio come l’essere umano e secondo Masson lacrimano a causa di forti emozioni anche gorilla, scimpanzé, cavalli e orsi.
Nel caso di Raju inoltre, i suoi salvatori, gli attivisti della Wildlife Sos, hanno affermato che l’elefante quando ha realizzato la sua liberazione si è abbandonato a una reazione liberatoria, quindi le lacrime sarebbero non di dolore ma di sollievo.
Elefante che piange: è il dolore che fa scendere le lacrime?
Il piccolo abbandonato dalla madre piangeva dalla disperazione e dal dolore di essere stato aggredito. Per gli etologi è l’abbandono a far scaturire le lacrime, la mancanza di contatto fisico con la madre provoca una fonte di stress, non è il dolore in sé.
Gli elefanti comunque soffrono, passano giorni interi senza cibarsi e ad accarezzare con la proboscide i compagni morti, possiamo dire che sia una sorta di elaborazione del lutto.
Ma il confine è davvero sottile tra stress, dolore e felicità, sono infatti tutte emozioni, sentimenti, percezioni che noi umani capiamo ed esprimiamo a parole, ma che negli animali non sono “misurabili”, possiamo solo paragonarli alle nostre emozioni, al dolore, alla paura, alla felicità e all’amore.
Ma anche se ci piacerebbe dire che tutti gli animali piangono per dimostrare le proprie emozioni, gli altri esemplari del regno piangono invece per pulire gli occhi, regolare l’equilibrio osmotico del bulbo oculare e allontanare il rischio di infezioni. Questo non vuol dire però che gli animali non provino emozioni.