Mutilazioni genitali, una piaga non solo nel terzo mondo ma anche nella civilissima Svezia. Un paese che sta scoprendo in questi anni la violenza razziale, dove le regole per la difesa dei diritti sono date per scontate, dove il neonazismo colpisce affondando il senso civico di un paese da sempre considerato uno dei più evoluti per i diritti civili, arriva un’altra sconcertante verità, una doccia fredda che risveglia le membra sopite di chi crede che a casa propria certe cose non accadano, quelle membra che immaginano la Svezia come un paese nordico all’avanguardia per i diritti umani. Una doccia gelata quella delle mutilazione genitali di 60 bambine dai 4 ai 14 anni.
Succede a Norrköping, dove i servizi sociali hanno scoperto questa terribile verità. Delle 60 bambine violate, 30 appartengono alla stessa classe. Molte di loro hanno subito la mutilazione rituale cioè l’asportazione totale di clitoride e grandi labbra e l’area genitale cucita quasi completamente.
Mutilazioni genitali: perché?
Secondo il Dipartimento delle Pari Opportunità, sono le motivazioni per cui vengono effettuate le mutilazioni variano a seconda della comunità etnica di appartenenza.
• Socio-culturali: la rimozione del clitoride permetterebbe alla donna di raggiungere la maturità sociale e divenire, a pieno titolo, componente della comunità di appartenenza;
• Igieniche e estetiche: ai genitali femminili esterni è associata un’idea di bruttezza e di sporcizia. La rimozione, più o meno radicale, delle parti esterne renderebbe la donna più bella da un punto di vista estetico e più pulita da un punto di vista igienico;
• Spirituali e religiose: le mutilazioni genitali femminili renderebbero le donne pure spiritualmente;
• Psicologiche e sessuali: le mutilazioni genitali femminili prevengono un’incontrollata attività sessuale, dovuta ad una crescita eccessiva del clitoride che aumenterebbe il desiderio sessuale. Preserverebbero la verginità delle donne e tutelerebbero gli uomini da una vita sessualmente dissoluta.
In Svezia l’allarme è scattato ed è grande il senso di colpa per questa pratica che allinea un paese fin’ora ritenuto uno dei più civili, a paesi dove queste pratiche barbare sono all’ordine del giorno. Queste mutilazioni vengono fatte durante i periodi di vacanza, all’estero, quando le famiglie tornano al loro paese e le bambine subiscono il rito per il passaggio all’età adulta.
Queste pratiche hanno provocato effetti devastanti, da infezioni gravi a infertilità, da disturbi psichici a emicranie e crampi, ma soprattutto la completa distruzione di una futura vita sessuale normale.
Juno Blom, direttrice del Dipartimento di sostenibilità sociale dell’Östergötland ha spiegato: «Abbiamo scoperto le mutilazioni durante i colloqui periodici con gli studenti: è stato uno choc. Questo è un risveglio vergognoso per tutti noi».
Già una vergogna per tutti, perché queste bambine sono svedesi, non si parla di origini, di razza, di popoli, sono bambine svedesi e le regole che vietano queste pratiche non bastano a scongiurarle.
60 bambine hanno perso la dignità di essere donne, donne complete, donne a tutti gli effetti. E’ solo questo quello che conta… Sono donne violate.